COLNAGO: «BICI PIÙ PESANTI, CON 300 GRAMMI, TUTTI PIÙ SICURI»
TECNICA | 15/04/2016 | 09:05 Con 300 grammi in più siamo più sicuri su tutto
Si può fermare l’evoluzione? Certo che si, se si hanno dei dubbi o se ne va a scapito della sicurezza dei ciclisti le istituzioni possono rallentarne il cammino. Così sui freni a disco, ecco una bella frenata. L’Uci non ci ha pensato due volte: dopo l’incidente a Francisco Ventoso, vittima di una caduta domenica scorsa alla Roubaix, e nella quale il corridore della Movistar ha riportato un vistoso nonché impressionante taglio all’altezza della tibia sinistra, il presidente della commissione materiali dell’Uci Harald Tiedemann Hansen, ha dichiarato che la decisione è stata presa in autonomia dell’ente del movimento mondiale.
L’incidente di Ventoso, che ha scritto ieri una lettera aperta con la quale chiedeva cosa sarebbe successo in gara se tutti avessero avuto i freni a disco (solo due squadre su 25, ndr), non ha fatto altro che riaprire un dibattito che è più che mai d’attualità.
Ricordiamo che l’introduzione dei freni a disco nel mondo delle corse è avvenuto in maniera molto cauta e prudente. Lanciati sul marcato da Ernesto Colnago al salone di Teipei del 2012, lo scorso anno i freni sono stati testati in due corse World Tour: l'Eneco Tour e la Vuelta. All'inizio di dicembre è poi arrivata la decisione di allargare la sperimentazione nel corso di tutta questa stagione. L'Uci ha dato il via libera alla possibilità di utilizzare l'impianto frenate quando le squadre lo avessero ritenuto opportuno. Adesso è arrivata la sospensione, ma prosegue il dibattito. Noi di tuttobiciweb.it abbiamo deciso di ascoltare una voce che non è una delle tante, ma è senza ombra di dubbio di uno dei maggiori punti di riferimento del ciclismo made in Italy, nonché voce autorevole e competente dell’industria della bicicletta: Ernesto Colnago.
I freni a disco sono pericolosi: cosa si può fare? «Premetto che la prudenza non è mai troppa ed è meglio trovare qualche soluzione in più piuttosto che creare disagi ai corridori e confusione tra i tanti appassionati, ma ci terrei però a fare alcune precisazioni…».
Siamo qui apposta, dica pure. «Quando si parla di sicurezza pensiamo solo ai freni a disco? Tutto il resto è esente da rischio? Penso al peso della bicicletta di 6,8 kg valido per tutti i corridori: è cosa buona e giusta? Faccio un esempio: un corridore che pesa 75 kg può usare una bici che pesa più o meno come quella di un ciclista di 60 kg? Evidentemente no. Altro punto. Il limite di peso di 6,8 kg è riferito alla bici completa, ma quello che conta è il peso dell’insieme telaio + forcella, che devono essere resistenti per dare la massima sicurezza al ciclista. Non ha nemmeno senso appesantire una bici nata leggera con del “peso morto” , questo per raggiungere il limite obbligatorio per gareggiare. Se la sicurezza interessa veramente, alziamolo addirittura questo limite. Portiamolo ad almeno 7-7,1 kg».
Bene, chiarissimo, ma entriamo nel particolare: cosa si può fare per mettere in sicurezza il tutto? «I dischi sono pericolosi? Si può inventare una protezione. Però lo ripeto: cosa vogliamo dire allora delle ruote con cerchi in fibra di carbonio quando piove? A quante cadute assistiamo: anche queste, forse, andrebbero modificate, magari sostituendo la pista frenante in carbonio con una in alluminio. E la componentistica in generale? Sempre più leggera anche questo. Pensare che, invece, con 250-300 grammi suddivisi su tutta la bicicletta, saremmo più sicuri su tutto». Per la serie: va bene la leggerezza, ma non a cuor leggero.
Io correvo negli anni ottanta e allora la corsa ad alleggerire la bici era più spasmodica di oggi, ma allora come oggi continuo a pensare: Che senso ha alleggerire la bici se poi ti porti dietro due borracce d\'acqua. Angelo
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