L'ORA DEL PASTO. Professione randonneurs

INIZIATIVE | 18/09/2015 | 07:48
Potrebbero sembrare i forzati del pedale o gli stacanovisti della sella. Potrebbero essere considerati gli irriducibili del fondello o i fanatici del chilometraggio. Potrebbero anche apparire come matti o come marziani. Invece sono soltanto dei sognatori a due ruote. Perché sognano, pedalando, a occhi aperti.

Sono i ciclisti a chilometraggio illimitato, sono i vagabondi delle strade secondarie, sono quelli delle mille e una miglia. “Randonneurs” e avventurieri, abitanti del giorno ed esploratori della notte, pendolari fra paralleli e meridiani. Quattordici di loro sono partiti ieri sera, giovedì 17, alle 19, da Nerviano (Milano), diretti a sud passando per località conosciute non solo per il pedalare, ma anche per il mangiare e bere: Fombio, Pieve di Coriano, Lugo, Vallombrosa, Chiusi, Bolsena – il punto più meridionale -, Rapolano terme, Staffoli e Castellania, con arrivo previsto a Milano Expo domenica 20 alle 16.30. Lungo il percorso – una novità – la rampa di Radicofani, una classica difficoltà anche per le celebri Mille Miglia a quattro ruote.

In tutto, 1600 chilometri alla scoperta delle ciclovie e delle enogastronomie: una sfida lenta, consapevole, ragionata, illuminata e illuminante, ancora rivoluzionaria, sempre ecosostenibile, fra le salite di Bartali e la casa di Coppi, fra i capperi della Rocca Estense e la patata di Santa Maria a Monte, l’anteprima di quello che sarà la 1001 miglia del prossimo anno con l’obiettivo di raggiungere la quota, e trasformarla in carica, di 600 partecipanti. Gente normale, a pane e acqua nel senso della purezza, ma doc e dop nel senso della qualità.

Fermo Rigamonti, la famiglia Morelli (quella del nonno Ambrogio, leggendario interprete del ciclismo eroico, secondo – da isolato – al Tour de France del 1936), e poi tutti, a cominciare dal sindaco Enrico Cozzi, si prodigano per questo modo di vivere la bicicletta al tempo, al ritmo, all’armonia, anche alla letteratura della bicicletta. Un’arte dell’incontro, mai dello scontro. Tant’è che è stata inevitabile e irresistibile prima l’attrazione, poi la complicità con altri cuori pedalanti, come quelli di Luca Bonechi (Audax Randonneur Italia) e Fabio Bardelli (Co.Mo.Do, Confederazione mobilità dolce).

Mille e una miglia: la risposta italiana alla Parigi-Brest-Parigi, alla Londra-Edimburgo-Londra e alla Madrid-Digione-Madrid. Con una caratteristica speciale: è l’unica, delle quattro, a non essere andata e ritorno, ma un circuito.

Marco Pastonesi
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