NIBALI O ARU, CHI È MEGLIO?

TUTTOBICI | 24/06/2015 | 07:31
Il dilemma è nato timidamente al Giro d’Italia, certo esploderà con altra risonanza adesso che comincia il Tour: ma allora - si sono chiesti in tanti - è più forte Aru o è più forte Nibali? Per quanto gratuita, superficiale, impossibile possa apparire la domanda, soprattutto perché il confronto riguarda due atleti ancora in piena attività, bisogna ammettere che si porta dietro un indubbio gusto, diciamo il gusto antico dei confronti e dei paragoni sempre al centro del ciclismo, ma in fondo di tutto lo sport. Proviamo tranquillamente a costruirci una risposta, davvero la domanda è semplice ed elementare: più forte Aru o più forte Nibali?

Tanto per cominciare: chiunque dovrebbe subito rispondere che al momento non si pone proprio il discorso, perché Nibali ha vinto tutti i tre grandi Giri mentre Aru ancora non ne ha vinto nessuno. A maggior ra­gione, bisognerebbe poi ag­giun­gere a favore di Aru che ha solo 25 anni, mentre Ni­ba­li è uomo fatto e campione affermato. Di che stiamo parlando, allora? Come si fa a parlarne?
Ci si capisce: oggi, al punto in cui siamo, ovviamente non interessa sapere chi è il più forte negli albi d’oro: interessa soltanto parlare di stoffa. Di qualità, di peso. A prescindere di età e traguardi già raggiunti. Questo no che non è un ragionamento impossibile: se ne può discutere, senza alcun timore di parlare a vanvera.

Un giorno, al Giro, Con­tador si è sbilanciato senza problemi: “Nibali è completo e regolare, ma Aru è più esplosivo”. Alzi la mano chi ha qualcosa da ridire. Questo verdetto ha tut­ta l’aria di una verità assoluta. Nibali non ha mai colpito con scatti da ko, è uomo che stronca in progressione e accelerazioni. Aru invece è una dinamite che esplode di colpo, secco e letale. Direi pari, invece, sul piano della resistenza, del fondo, del recupero. Quan­to al carattere, è una bel­la lotta: uno ha l’orgoglio siculo, l’altro ha la tenacia sarda. Impossibile vederli piagnucolare sulle crisi e sulla sfortuna: messi alle corde, trovano subito da qualche parte la forza di ripartire, in qualche modo. Si piegano, non si spezzano. Mai.

Forse dovremmo am­met­terlo: dire se un cam­pione sia meglio di un altro, il più delle volte, non dipende dalle loro effettive qualità, ma dalle nostre personalissime aspettative e dal nostro gusto individuale. È dai tempi di Coppi e Bar­tali, passando per Moser e Sa­ron­ni, fino a Bugno e Chiap­pucci, che non se ne viene fuo­ri. Prendiamo gli ultimi due: bisogna avere proprio due fette di fontina davanti agli occhi per non riconoscere il talento naturale di Bugno, eppure c’è ancora in giro qualcuno che considera più forte Chiappucci. Non dipende da loro: dipende da chi emette il giudizio. Chi riconosce e ap­prezza la classe, chi invece vuole tanto fumo e tanta battaglia. Impossibile trovare una comune verità, unica e indiscutibile. Non se ne viene fuori.

Però non possiamo ca­varcela così. Nessuno può sottrarsi al giudizio, evitandosi i rischi dello sfondone. Troppo bello il sen­so dello sport, le sue dispute e le sue libere opinioni. E dunque andiamo, con una opinabile e discutibile conclusione. La mia è questa: Aru forse ha qualcosa in più in salita, ma è ancora troppo lento a cronometro. Per questo, al netto del­la differenza d’età e dei risultati acquisiti (l’abbiamo detto: su questo piano il confronto è improponibile, stravince Nibali), restando alle semplici attitudini personali, in chiave grandi Giri si fa preferire Nibali. Non che a cronometro sia un fulmine. Nem­meno a parlarne. Però è indiscutibilmente più portato di Aru, anche a 25 anni. Il che resta al momento decisivo. Rimediare in salita i dan­ni subiti a cronometro, se so­no danni seri, è ormai umanamente impossibile.

Quel che succederà da qui in avanti è tutto da studiare. E da go­dere. Se Nibali a trent’anni ha già vinto i tre grandi Giri, Aru a 25 è già arrivato terzo e secondo in due Giri d’Italia. Una vera certezza l’abbiamo: entrambi hanno il pedegree delle bestie di razza. Più delle loro vittorie, sarà però il no­stro cuore, alla fine, a decidere la classifica.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di giugno
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COMMENTI
Caspita che domanda...
24 giugno 2015 08:44 Bartoli64
…però non credo sia così difficile dare una risposta.

Se confrontiamo l’attuale palmarès di Nibali con quello di Aru, nonché il suo rendimento a cronometro e la sua esperienza nelle Classiche (con una vittoria sfiorata alla Liegi poi vinta da un corridore squalificato per doping), secondo voi chi è il più forte?

Che Aru sia uno splendido corridore da corse a tappe (specialmente per quelle con gli arrivi in quota) non ci piove, ma temo che per arrivare ai livelli di Nibali (che da dilettante è stato oltretutto gestito in maniera più “multidisciplinare”) il campioncino di Villacidro ne abbia ancora molta di strada da fare.

Bartoli64

queste sono le domande che ci piacciono
24 giugno 2015 11:13 canepari
e che ci fanno discutere all'infinito. Cominciamo col dire che i due hanno avuto una crescita graduale e una maturazione di esperienza progressiva, cosa che è altamente positiva. Più "pollo" Nibali da giovane. Più accorto Aru. Ma anche l'accortezza tattica la si raggiunge piano piano (fenomeni a parte...). Carattere (soprattutto valutato prima dei 25 anni a vantaggio di Aru. Crono per Nibali. Salita per Nibali. Cambio di ritmo per Aru. Recupero pari. Comando della squadra meglio Nibali. Disponibilità con i tifosi leggero vantaggio per il siciliano, così come per le classiche e le lunghe distanze. Col bagnato meglio Nibali, col sole meglio Fabio. A parità dei 25 anni Aru sembra nel complesso un gradino più forte e lo ha dimostrato nella tappa del Mortirolo, dove chiunque sarebbe andato alla deriva, per poi risorgere. Una cosa è certa dovranno dividere le loro strade.

TUTTO E' LECITO....E...
24 giugno 2015 15:08 jaguar
Proponibile.....ma con questa differenza di età paragoni non se ne possono fare altrimenti bisogna dire Nibali che è nella piena maturità atletica.
Certo che Aru infiamma è tosto e quest'anno al Giro era fisicamente sottoterra e nonostante ciò senza quella cronometro che è stata una vero regalo per Contador ed un neo difficile da cancellare e dimenticare e con una conduzione più accorta della squadra ( ma Martinelli c'era o si è rimbambito)già quest'anno Aru poteva vincere di sicuro il Giro ed infatti c'è mancato un pelo (ma chi era il capitano? ahi ahi se Landa avesse aspettato prima Aru)

Troppo presto.....
24 giugno 2015 20:52 Carmelino
Troppo presto per valutare,allo stato attuale abbiamo un corridore che hà già vinto tutti i tre grandi giri e altro (Nibali).
Abbiamo un'altro che hà vinto tappe ai giri di Italia e Spagna,promette molto bene e nei prossimi anni sarà certamente un grande protagonista.
Teniamoceli stretti tutti e due,senza agitarsi tanto.

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