LUTTO | 23/04/2015 | 12:29 Martedì scorso, 21 aprile, è scomparso Riccardo Filippi, iridato dei dilettanti nel 1953 a Lugano. Era nato a Ivrea il 25 gennaio 1931. La maglia di campione del mondo dei “puri”, come si diceva allora, è stata conquistata dal piemontese la vigilia dell’impresa iridata di un suo ben più noto corregionale, Fausto Coppi. Filippi era cresciuto alla scuola di Biagio Cavanna, nella S.I.O.F. di Pozzolo Formigaro. Passista di vaglia, elegante e composto, sia in sella, sia giù di sella, fisico prestante, di bell’aspetto, nel professionismo non ha ottenuto i risultati sperati. Tre vittorie, in coppia con il suo amico e capitano, Fausto Coppi, al Trofeo Baracchi, un tris consecutivo negli anni 1953-1954 e 1955, ne hanno caratterizzato la carriera. Si è sempre dedicato alla cura del suo “capitano”, entrando di diritto nella schiera degli “angeli di Coppi”, come ha ricordato Marco Pastonesi nel suo affettuoso articolo su Gazzetta.it. Ha corso per Bianchi, Ignis, Carpano, Ghigi, Tricofilina-Coppi e Gazzola. Si era poi un pochino defilato dall’ambiente ciclistico dopo avere concluso, ancora giovane, la carriera professionistica nel 1960. “Pédaleur de charme” lo definirebbero i francesi, la forza amalgamata con l’eleganza dello stile.
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Consideriamola l’età del cambio di ritmo, una sorta di giro di boa ed è così che una volta compiuti i cinquanta anni dovremmo prendere in esame alcuni aspetti che prima non prendevamo affatto in considerazione. Cambiano i tempi di recupero,...
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