Manuele Mori: «Mi manca solo la vittoria e una maglia azzurra...

| 28/08/2006 | 00:00
Ci sta girando intorno da parecchio tempo, ma la vittoria non vuole arrivare. L’occasione più propizia gli si presentò nella tappa di Sestri Levante al Giro d’Italia. Il finale rocambolesco di cui fu protagonista insieme ad Emanuele Sella, è ancora sotto gli occhi di tutti. Non si può dire che manchi la continuità a Manuele Mori. Ammortizzate le contusioni di quel finale di tappa, il corridore della Saunier Duval, è sempre stato protagonista nelle gare alle quali ha partecipato. Anche ieri pomeriggio nel G.P. di Plouay, in Bretagna, era nel gruppetto dei quattro fuggitivi, a giocarsi la vittoria. «Purtroppo, nelle fasi conclusive, mi è mancato quel pizzico di lucidità che poteva consentirmi di fare il colpaccio. Ai 500 finali, mi si proponeva una situazione particolarmente ideale. Sull’ultimo tratto in salita ce l’avevano fatta ad andar via Nibali e Flecha. Insieme a Popovych, ero appena rientrato su di loro ed appena raggiunti, Yaroslav ha tirato dritto. Ce l’ho fatta subito a mettermi alla sua ruota, mentre Nibali e Flecha stavano invece esitando. Purtroppo in quel momento, ero veramente a tutta e non ce l’ho fatta a fare la differenza. Gli altri due sono rientrati a doppia velocità ed a quel punto, causa anche i crampi, non sono riuscito a chiudere. Alla fine, ho raccolto l’ennesimo piazzamento. Un 3° posto che sicuramente non è da buttare, ma che rimanda ancora il mio appuntamento con la prima vittoria tra i pro». In effetti, al terzo anno tra i pro, la vittoria ti è sempre sfuggita per un soffio. «Non sono un tipo che molla facilmente. Credo tuttavia che il primo successo riuscirebbe a sbloccarmi ed a correre più serenamente i finali di gara. Sono contento di me stesso. I piazzamenti che sino ad oggi ho ottenuto, sono riuscito a conseguirli in gare importanti, su distanze che superano sempre i 200 chilometri». Tra l’altro, bisogna riconoscerti anche una continuità di rendimento. «Una volta smaltite le botte di Sestri, al Giro d’Italia sono andato in crescendo. Mi sono ripresentato al campionato italiano di Gorizia che stavo bene. Nel finale con Bettini, c’ero anch’io. Nelle gare di Pro-Tour che si sono susseguite, ho sempre lasciato il segno. Ad Amburgo ho ottenuto un 10° posto, piazzamenti anche al Giro di Germania e nella Classica di San Sebastian. All’Eneco Tour in una tappa, mi sono piazzato al 2° posto. Per concludere, la prestazione di Plouay. In effetti nell’ultimo mese, è come se stessi disputando una grande gara a tappe». Sicuramente anche il C.T. Ballerini si sarà accorto delle tue buone prestazioni. «La porta per la Nazionale è molto stretta, ma io sinceramente, spero nella convocazione. Credo che non ci siano dubbi sulla mia tenuta. È soprattutto dopo i 200 chilometri che riesco a venir fuori. Darei l’anima per aiutare Bettini nella conquista della maglia iridata. Per raggiungere questo obiettivo, bisognerà inevitabilmente insistere su questa strada e rendersi protagonista nelle prossime prove, con la speranza che possa arrivare anche il primo successo. Nell’immediato, ci sono tre corse importanti, Melinda, Placci e Romagna. Speriamo che la fortuna possa finalmente sorridermi. La maglia azzurra è un obiettivo primario al quale tengo tantissimo. Entrare nel gruppo, anche come riserva, sarebbe per me, una cosa bellissima». Roberto Sardelli
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