CASO ASTANA. UNA STORIACCIA INFINITA, CHE FA MALE AL CICLISMO

APPROFONDIMENTI | 02/04/2015 | 11:27
È il giorno in cui si potrebbe capire qualcosa di più, ma non molto di più di quanto non si sappia adesso. Bisognerà attendere qualche giorno prima che la Commissione delle Licenze si esprima sul «caso Astana», che potrebbe portare a una retrocessione clamorosa, per non dire ad un tentativo di radiazione assoluta. Scriviamo tentativo perché i kazaki non staranno certamente con le mani in mano e sono pronti per mettere in atto tutte le contromosse possibili, ma la contesa non sarà assolutamente facile né tantomeno scontata.

Ieri pomeriggio abbiamo incontrato Fabio Aru, Diego Rosa, Paolo Tiralongo e Dario Cataldo al golf club di Noverasco, alle porte di Milano. I ragazzi Astana erano impegnati in un servizio fotografico con la madrina del Giro Cristina Chiabotto, i loro volti solo all’apparenza sereni, tradivano invece preoccupazione. Nessuno ha voluto parlare. Su questa vicenda solo i vertici del team kazako parleranno a momento debito.

A Ginevra oggi si gioca il primo tempo di una contesa molto delicata: si decide il futuro dell’Astana, che ha riposto, suo malgrado, il proprio destino nelle mani dei tre membri della Commissione Licenze dell’Uci, più il presidente Pierre Zappelli.
Da una parte c’è l’Uci del presidente Cookson, che ha voluto portare sul banco degli imputati la squadra di Vincenzo Nibali; dall’altra una formazione che si sente braccata e fatica a capirne le ragioni.
A supporto della linea accusatoria dell’Uci ci sono i documenti del report di Losanna, ma anche le carte di Padova e una lettera di Kessiakoff.

È bene ricordare che la licenza WorldTour è una sorta di patente che serve per correre le più grandi corse del mondo e il 10 dicembre scorso, dopo una serie di iniziali schermaglie, l’Astana ha ricevuto il via libera, nonostante fosse ancora sotto esame, in attesa di quel famoso «audit» dell’istituto di scienze sportive dell’università di Losanna che avrebbe dato una valutazione sul team  molto negativa. Il 27 febbraio la situazione si è complicata notevolmente. A sorpresa l’Uci rimanda l’Astana alla Commissione. Sul capo di Vinokourov e compagnia ci sono l’«Audit» negativo, le 550 pagine dell’inchiesta penale di Padova e la lettera che Fredrik Kessiakoff, all’Astana per quattro stagioni dal 2011 al 2014, che avrebbe raccontato quello che non funzionava all’interno di uno dei team più influenti e importanti del mondo. Oltre ai rapporti, notissimi e certificati, tra Vinokourov e Ferrari, all’Astana vengono contestati la gestione della squadra non propriamente all’altezza della situazione. Dicono che non sia in grado di contrastare la piaga del doping; che manchi un raccordo adeguato tra corridori e allenatori; si arriva anche a dare una valutazione di merito sulle reali capacità dei tecnici – secondo gli esperti di Losanna – incapaci di gestire un team di livello nella serie regina come è considerata quella del World Tour. Di contro e da parte sua, l’Astana avrebbe già annunciato una nuova «policy» antidoping e dallo scorso dicembre, come tuttoBICI e tuttobiciweb.it ha reso noto fin dal gennaio scorso con una intervista a Giuseppe Martinelli, al proprio interno è stata operata una profonda e sostanziale riorganizzazione della struttura allenatori-corridori, con due gruppi seguiti ciascuno da un tecnico responsabile e un assistente; riorganizzazione della struttura medica; miglioramento delle comunicazioni tra allenatori e tutto lo staff medico e scientifico grazie all’ausilio di nuove piattaforme informatiche.

Come finirà questa sgradevole e stucchevole storia, che poteva e doveva essere affrontata a dicembre in maniera forte e profonda, non nel pieno dell’attività agonistica? Ah, saperlo… La Commissione delle Licenze secondo noi darà parere negativo. Tutto lascia pensare che questo sia l’approdo più naturale. Così come è scontato che la contesa si sposti nelle aule del Tas, tribunale arbitrale sportivo di Losanna. Contrariamente a quanto è stato detto da Cookson i tempi non saranno rapidissimi, e si arriverà tranquillamente a metà giugno, quindi a pochi giorni dal via del Tour, in un gioco snervante e grottesco che nuocerebbe solo e soltanto a chi, come Vincenzo Nibali, dovrebbe preparare in assoluta serenità il nuovo assalto al Tour de France.

Molti nostri lettori ci hanno sottoposto in questi giorni la seguente domanda: ma se la Commissione decidesse di togliere all’Astana la licenza, i kazaki potrebbero correre? Da fonti vicine alla formazione diretta da Alexander Vinokourov, il team chiederebbe subito la sospensiva e in presenza di un ricorso, il Tas gliela concederebbe. Quindi Aru & C. potrebbero correre. In ogni caso sono in molti a ritenere un colpo ad affetto che appianerebbe magicamente tutto: qualora Vinokourov decidesse di fare un passo indietro, tutto si risolverebbe magicamente. Ma credete davvero che basti solo la testa di Vinokourov?
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COMMENTI
le ragioni. ...
2 aprile 2015 14:03 maicol
Penso che le ragioni l astana le conosca non bene anzi benissimo...

Astana
2 aprile 2015 14:31 cimo
Anche quando sono stati firmati i lauti contratti con Astana tutti conoscevano bene il signor Vino........

La politica uccide tutto, .....anche lo sport!
2 aprile 2015 16:55 Bastiano
C'è poco da fare, la battaglia è un altra e nessuno di noi la conosce.
Se due Kazaki del team (tra l'altro fratelli), escono positivi, puoi ritenere che il team faccia normale uso di pratiche dopanti? Se nel team Continental escono positivi altri due kazaki, cosa penseresti, che è un problema del Team oppure che, è un problema di cultura-Paese?
Io credo che occorra scindere tra Team e Federazione, forse alla federazione dovrebbero imporre grossi investimenti per educare ad uno sport più etico ed il Team, se gli hai dato la licenza a Dicembre, lo fai corrrere fino a fine anno e poi, se ne parla!
Se invece è un problema di politica inseno all'UCI, allora fanno prima a dirci che, chi è non allineato al sistema, viene cancellato e così sarà chiaro a tutti come funziona.
In pratica, se ne è andato un RE e ne è arrivato un altro!!!

Ce ne fossero di Vinokourov che decidono di cambiare vita.
2 aprile 2015 19:48 pietrogiuliani
L’unica intervista con giustificazioni corrette sul caso Astana secondo me sono state date da Ivano Fanini, uomo di grande esperienze e paladino contro il doping. Credo che sia giusto fare qualcosa di memorabile per dare una svolta definitiva e cambiare ma è anche giusto chiudere con il passato e ricominciare da zero. Però il ciclismo ha bisogno di persone come Vinokourov e di team come l’Astana, quindi spero che l’UCI ed il nuovo presidente che tanto meglio dei suoi predecessori ha già fatto, decida di non guardare al passato, e soprassieda come accaduto con altri teams (Lampre, squadre di Rijs ecc.). E dal 2015 in poi, per il bene del ciclismo, vada avanti pensando che da questo nuovo inizio chi sbaglia deve pagare, facendo tutto il necessario senza più guardare in faccia nessuno.
Pietro Giuliani

2 aprile 2015 23:51 froome
Una delle contestazioni fatta all'Astana è una lettera di kessiakoff, corridore che nonostante sia stato pagato sino all'ultimo centesimo, negli ultimi due anni ha portato in giro la bicicletta. Visto che per lui le cose non andavano bene, mi chiedo perchè è stato 4 anni in quella squadra.

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