BANI. «Pronto a dare il massimo tra i prof»

CONTINENTAL | 28/01/2015 | 07:22
Eugenio Bani ha appena compiuto 24 anni il 13 gennaio scorso e la data di nascita sembra proprio quella di un predestinato a praticare lo sport ciclistico: nello stesso giorno sono infatti nati  l'indimenticabile “Pirata” Marco Pantani, il vincitore di un  Giro d'Italia Fausto Bertoglio, un asso degli anni'50 come Adolfo Leoni, il tre volte campione italiano Giovanni Visconti e il campione mondiale della cronosquadre 2014 Daniel Oss. Una qualificata compagnia per un ragazzo estroverso che debutta quest'anno tra i professionisti con la maglia del Team Amore & Vita-Selle SMP di patron Ivano Fanini e che ha Cristian Fanini nella veste di team manager. Queste sono le sue considerazioni, dopo gli anni tribolati che lo hanno visto al centro di clamorose inchieste riguardanti il doping.

Ci puoi ricordare le traversie che hai vissuto?
«Sono stati anni difficili, pieni di sofferenze di fatica. A un certo punto il progetto di approdare tra i Pro sembrava ormai sfumato ma alla fine, grazie a Fanini, ho potuto tagliare questo ambito traguardo personale che per me costituisce un punto di partenza per la nuova era della mia carriera ciclistica».

Hai molte cose da dimostrare, dopo il caso di doping che ti ha coinvolto?
«Certamente, quello che desidero maggiormente, dopo fin troppe polemiche e cattiverie, è di far vedere a tutti il mio valore come uomo e come atleta. Sono un passista veloce che si difende anche sui percorsi misti, senza salite lunghe e ritengo di poter centrare nel 2015 qualche traguardo alla mia portata, in Italia o all'estero. Vincere almeno una gara è l'obiettivo di minima».

Ci puoi ricordare la tua carta d'identità?
«Sono nato a Pisa il 13 gennaio 1991 e ho debuttato nel ciclismo 15 anni fa nell'AC Monte Pisano, società per la quale ho gareggiato fino alla categoria Juniores dove sono purtroppo rimasto coinvolto in quella vicenda di doping che ha danneggiato non poco la mia carriera».

Un periodo molto buio, vuoi commentarlo?
«Tutti erano contro di me, sembravo il solo colpevole. Poi – caso forse unico nel ciclismo – le responsabilità sono state infine addossate alla mia ex-società che ha pagato duramente. Per l'esito di questa vicenda a me favorevole, ringrazierò sempre la famiglia Fanini che mi è stata vicino in questa dura lotta fino all'attuale approdo al professionismo».

In questi ultimi anni trascorsi tra i dilettanti come eri visto in gruppo?
«In tanti mi sono stati ostili, mi rinfacciavano il comportamento che ho tenuto, ma erano soprattutto coloro che avevano la coscienza sporca in materia di doping. Ci sono stati molti colleghi che invece hanno apprezzato quello che ho fatto. Del resto ho imparato che la vita è così: se fai un atto buono spesso nessuno lo nota, se invece ti comporti male ti prendono subito di mira».

In questi ultimi anni sono caduti nella rete dell'antidoping molti idoli del ciclismo, cosa ne dici?
«Il ciclismo resta nell'occhio del ciclone e credo che siamo ancora lontani dall'aver concluso il processo di pulizia in corso. L'importante è però non avere riguardi per nessuno, come ha dimostrato il caso-Armstrong».

Cosa ti aspetti dal 2015?
«Sono in una tra le migliori squadre Continental mondiali ma il calendario ci penalizza e non ci sarà possibile partecipare ai grandi Giri. Comunque sono maturato molto, sto bene fisicamente ed ho trascorso un buon inverno, pieno di allenamenti. Insomma, sono pronto e voglio ben figurare».

Da atleta scomodo passi in una squadra scomoda come il Team Amore & Vita..
«A Ivano Fanini devo tutto ed effettivamente questa squadra può essere scomoda, ma soltanto per chi ha qualcosa da nascondere».

Hai un ciclista di riferimento, diciamo un tuo idolo?
«Peter Sagan. E' unico, ho anche gareggiato insieme a lui ed è un tipo molto simpatico. Un vero showman ma anche un campione assoluto, fortissimo. Spero di assomigliargli almeno un poco».

Il tuo consiglio per un giovane che si dedica al ciclismo?
«Lasciare perdere il doping, tanto allenamento, dieta, tenacia, vita sana, gambe e testa registrati. Dimenticavo: servirebbe anche un ottimo tecnico che lo possa seguire».

Stefano Fiori
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COMMENTI
Forza Bani
28 gennaio 2015 15:07 pietrogiuliani
Seguo Eguenio da molti anni, fin da quando era bambino. E' sempre stato un talento eccezionale. Ancora i suoi limiti sono da scoprire e sicuramente si troverà più a suo agio nel correre nei professionisti. In bocca al lupo!

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