Vegni: «Scelte dolorose, ma ho cercato di accontentare tutti»

PROFESSIONISTI | 19/01/2015 | 16:46
È l’uomo delle tappe. È anche l’uomo del Giro d’Italia ma non solo, perché giustamente Mauro Vegni, direttore delle corse targate Gazzetta, da un vita nel mondo del ciclismo e sulle strade d’Italia, rivendica il valore non solo storico di gare come Sanremo Tirreno e Lombardia. «Certo, il Giro sarà il Giro, ma io ho il dovere di valorizzare la corsa rosa così come tutte le corse targate Gazzetta», spiega a tuttobiciweb.it.

È l’uomo delle tappe, e la sua prima tappa è stata consumata poco dopo l’ora di pranzo. Per qualcuno l’ufficializzazione delle “wild-card” è risultato il dolce più dolce che si potesse sperare. Per Claudio Corti un ammazza caffè che ha il potere di restarti sullo stomaco.
«Non mi nascondo dietro un dito e capisco la delusione di Claudio – spiega Vegni -. Però delle scelte vanno fatte e dopo due anni di Giro, ho ritenuto giusto dare una chances anche ad altri. Quando si sceglie si scontenta sempre qualcuno, però Claudio e la sua Colombia potranno correre Sanremo, Tirreno e Lombardia. Per qualcuno non è molto, per me non è così».

Cinque wild-card: quattro in difesa del ciclismo italiano. Corti che è affiliato in Italia e ha una storia che parla per lui, una bocciato per far posto ad un team polacco…
«È una squadra giovane, che sta crescendo molto bene, che ha dietro un mercato che ci interessa».

È una squadra che ha anche tra le proprie fila Schumacher e Rebellin…
«Ma non è assolutamente detto che vengano a correre il Giro d’Italia».

Nessun dubbio invece per il team di Angelo Citracca…
«No. È una squadra che si è aggiudicata la Coppa Italia ed è stata premiata a Roma dal presidente del Coni Giovanni Malagò. A Citracca avevo chiesto un segnale di discontinuità con il passato e sulla carta mi sembra che ci sia stato».

Per la Southeast niente Sanremo: e dire che hanno Alessandro Petacchi…
«Quando si fanno delle scelte, si sceglie per tutti cercando di trovare degli equilibri».

Bardiani Csf e Androni Giocattoli non avevano problemi, importante invece il via libera per un progetto nuovo e ambizioso come quello di Francesco Pelosi e la Vini Fantini di Cunego…
«Ci ho riflettuto molto, ma alla fine ho pensato che fosse giusto dare un segnale importante all’ambiente. Fate le cose per bene. Fatele con un progetto chiaro e serio: sarete premiati».

Niente da fare, invece, per la Unitedhealthcare di Roberto Damiani…
«Sono una bellissima realtà, e li sto osservando con grande attenzione e interesse. Intanto correranno Dubai e Lombardia».

È stato difficile operare queste scelte?
«Non eccessivamente, la vera difficoltà non è stata dal punto di vista tecnico, ma politico. Io ho cercato davvero di dare una mano al nostro movimento. Poi come ho già detto, nel momento delle scelte si scontenta sempre qualcuno. A me spiace molto non poter far fare il Giro a Claudio Corti, ma saltare per una volta un turno penso che non sia la morte per nessuno».

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COMMENTI
mah
19 gennaio 2015 16:58 bernacca
A me spiace molto non poter far fare il Giro a Claudio Corti, ma saltare per una volta un turno penso che non sia la morte per nessuno». ma come si permette di dire una cosa simile? ma si rende conto di cosa fanno per far sopravvivere le squadre? poi convoca la squadra polacca quando fino a 2 anni fa sbandierava il codice etico. infine la chicca: è un mercato che ci interessa! da uno che dice che la vuelta è una corsa di riparazione...

Il peso del denaro
19 gennaio 2015 17:03 Anthony
Il Team Colombia rappresenta una nazione che ha dato colore e movimento al giro, quindi saltare il turno rappresenta molto! Comunque la CCC si è aggiudicata la wild card perchè sponsor in manifestazioni RCS. E' ingiusto per quello che hanno fatto vedere i colombiani al giro d'Italia. Mi auguro che la CCC entusiasmi più di un film polacco :-(

vegni
19 gennaio 2015 17:24 alex90
poi quando dice non e'assolutamente detto che vengono a fare il giro i due corridori. se non li invitate voi per me sarebbe la cosa piu' giusta,se e' x loro volonta'ci credo poco anzi niente.secondo vegni non gli interessa il giro perche'concentrati piu sul giro di turchia per fare un esempio. vedremo !!!!

Vergogna con chi lotta onesto
19 gennaio 2015 17:56 venetacyclismo
Invitare un Team che in tutti gli anni trascorsi sono venuti alla ribalta per casi di doping.....ma dai per il ciclismo cosa........Vegniiiii su , raccontacela giusta.

Dott. Vegni, eccomi di nuovo qui...
19 gennaio 2015 19:38 Fra74
COPIO INTEGRALMENTE:"Nessun dubbio invece per il team di Angelo Citracca…
«No. È una squadra che si è aggiudicata la Coppa Italia ed è stata premiata a Roma dal presidente del Coni Giovanni Malagò. A Citracca avevo chiesto un segnale di discontinuità con il passato e sulla carta mi sembra che ci sia stato»."

Mi scusi Dott. Vegni, mi spiega quale SEGNALE avrebbe chiesto al Sig. Angelo Citracca e cosa sarebbe avvenuto sulla carta?!?

Vede, dal Suo punto di vista, è BENE ed OPPORTUNO chiarire a TUTTI, al sottoscritto ma pure al Sig. CLAUDIO CORTI le MOTIVAZIONI di CERTE SCELTE.

Inoltre, e se i ciclisti SCHUMACHER e REBELLIN dovessero CORRERE il Giro di Italia perchè opzionati dalla propria squadra, cambierebbe qualcosa secondo Lei, visto il passato (IN TEMA DI DOPING) dei due, dato che, COPIO INTEGRALMENTE, LEI SOSTIENE:"È una squadra che ha anche tra le proprie fila Schumacher e Rebellin…
«Ma non è assolutamente detto che vengano a correre il Giro d’Italia».?!?"

Oppure, ha posto come condizione alla suddetta squadra di NON PORTARE questi due ciclisti?!?
Sono semplici domande le mie, attendo Sue gradite risposte a chiarimento.

Francesco Conti-Jesi (AN).

il ciclismo merita più rispetto.
19 gennaio 2015 21:31 Bastiano
Invitare i polacchi e Citracca è come prendere a calci tutto il movimento ma, se sta bene ai vertici RCS, sta bene a tutti .
Sono ansioso di vedere cosa darà indietro il team oppure quel mercato.

Giustizia per Rebellin.
19 gennaio 2015 22:41 warrior
Dopo anni di ingiusta discriminazione si profila qualche spiraglio di giustizia per Rebellin. Nessuno si scandalizza quando partecipano Basso, Scarponi e Pellizotti.

Per fra74
20 gennaio 2015 00:00 Berto65
Mi potrebbe spiegare il motivo per il quale secondo la SUA teoria il sig. Rebellin non potrebbe partecipare al giro d'Italia e invece il SUO Scarponi si....?

Rebellin
20 gennaio 2015 08:30 fulvio54
Cominciamo! I polacchi al Giro, Rebellin, Schumacher orrore!! Pero' facciamo correre Basso, Sella e altri con un passato che tutti conosciamo. Gli spagnoli si guardano bene dal tenere lontano dalle corse Contador e Valverde! Cosa dobbiamo fare crocifiggere Rebellin? Oltretutto al Giro darebbe spettacolo come pochi sono in grado di fare. Due pesi e due misure come sempre. Poi magari permettiamo al marciatore Schwazer di disputare le Olimpiadi di Rio... ma andiamo!....

La legge NON è mai uguale per tutti in Italia
20 gennaio 2015 09:04 runner
L'assurdo e l'ingiustizia non ha limiti.
Ma come: Vegni afferma che "Schumacher e rebellin non è assolutamente detto che vengano a correre il Giro" e poi facciamo correre tranquillamente gente come Basso, Scarponi, Petacchi, Sella, Pellizotti ecc.?
Ma la finiamo con questa ipocrisia? La finiamo di usare due pesi e due misure??
Se Vegni impedirà a Rebellin di correre il Giro, verrà fuori un polverone che lo ricoprirà!!!

Rispondo e chiarisco, Sig. BERTO65
20 gennaio 2015 10:33 Fra74
la mia POSIZIONE non è contro il Sig. DAVIDE REBELLIN e nemmeno contro altri soggetti: la mia IDEA, non realizzabile, è quella di NON FAR PARTECIPARE i soggetti COINVOLTI in passato in vari procedimenti comminati in squalifiche, vedi ad esempio i vari REBELLIN, SCARPONI, BASSO, ULISSI, POZZATO, VISCONTI, SELLA, etc...etc...solo per fare alcuni nomi. Tutto qui. Non vi è altra spiegazione a mio avviso.
Ah, l'elenco dovrebbe pure comprendere D.S., TEAM-MANAGER, DIRIGENTI, MASSAGGIATORi, MECCANICI, che in passato hanno subito dette squalifiche in qualità di ciclisti o tesserati a qualsiasi titolo.
UTOPISTICO, ma lo penso davvero.
Spero di essere stato chiaro.
Francesco Conti-Jesi (AN).

x Fra74
20 gennaio 2015 12:08 siluro1946
Di progetti utopistici è pieno il mondo, da T. Moro nel 1516 ai giorni nostri.
Molto più pragmaticamente, se un ciclista ha scontato la pena inflittagli dai Talebani, perché non dovrebbe tornare a correre, e svolgere il proprio lavoro?
Vogliamo derogare anche sulle regole imposte dalla Santa Inquisizione?

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