Spesso
il grande indimenticabile Alfredo Martini definiva persone perbene quelle che
operano nel ciclismo. Ebbene il ciclismo fiorentino ha sicuramente in Alvaro
Belli una di queste persone, che costituisce al tempo stesso un bel primato di
longevità non solo in ambito regionale quanto nazionale. Alvaro Belli è il presidente
della Associazione Ciclistica Fosco Bessi di Calenzano. Fu eletto dalla società
che ha avuto tra suoi fondatori nel 1948 anche Don Lorenzo Milani, nell’inverno
del 1972 e tra i primi a festeggiare la sua nomina a presidente anche lo stesso
Alfredo Martini che non mancava mai alle feste sociali della Fosco Bessi, in
fondo Alfredo era nato proprio a Calenzano, ed amava questa società. Da allora
e ormai sono trascorsi 43 anni, Alvaro Belli è ancora sulla poltrona di
presidente, nonostante che qualche volta abbia chiesto di essere sostituito, si
sentiva stanco, ma alla fine non cambiava nulla, restava sempre lui ed in fondo
non gli dispiaceva. Portò la Fosco Bessi Calenzano al traguardo dei 50 anni
ricevendo a fine 1998 per questo importante traguardo la medaglia d’oro da
parte della Federazione Ciclistica Italiana, poi le nozze di diamante, oggi lo
troviamo ancora in sella. Quanto impegno per tirare avanti la società, trovare
gli sponsor, gli amici, i collaboratori. Persona di poche parole, vecchio
stile, abituato a fare un passo alla volta si è trovato sicuramente un po’ a
“disagio” negli ultimi anni quanto sono arrivati in società a Calenzano,
giovani che hanno cambiato certe abitudini, il modo di gestire la società, di
proporsi per essere al passo con i tempi. Alvaro Belli si è adeguato, “un tempo
ha detto qualche settimana fa alla presentazione del programma 2015 – leggevo
ogni anno un paio di fogli scritti a macchina per illustrare quello che avevamo
fatto ed il programma futuro, ora tutto è cambiato, mi sono dovuto adeguare”.
Il presidente della società calenzanese è da sempre anche il direttore di gara delle
varie competizioni che vengono allestite dalla Fosco Bessi a livello giovanile.
Tutti lo riconoscono con il busto fuori dal tettino dell’auto a movimentare i
mezzi durante la gara, ma non su di un auto di lusso, semplicemente una “
Antonio Mannori