PROFESSIONISTI | 05/12/2014 | 07:30 Raggiungiamo Elia Viviani telefonicamente: è a Gran Canaria ad allenarsi con la fidanzata Elena Cecchini, una settimana per pedalare al caldo prima di partire per Palma di Maiorca, dove si svolgerà il primo ritiro con del Team Sky dal 6 al 16 dicembre.
Come stai, Elia? «Molto bene. Dopo 20 giorni lontano dalla bici, ad eccezione di qualche giro in mtb, ho ripreso ad allenarmi come si deve. Dopo l’ultima prova di Coppa del Mondo su pista, Elena ed io siamo andati in vacanza in Messico, eravamo già stati in passato a Cancun, questa volta siamo stati sul Pacifico a Puerto Vallarta, località meno turistica, ma che merita davvero. Con il 1° di dicembre ho ripreso a pedalare a pieno ritmo, accumulando chilometri per fare fondo e andando in palestra. Tra una decina di giorni inizierò dei lavori specifici e alla fine dell’anno andrò in pista con la squadra».
Che impressione ti ha fatto il Team Sky? «Buona, ha rispettato le mie attese. Ho trascorso 3 giorni a Londra all’Accademia del Sailing, una giornata in barca per fare gruppo e due a Manchester per sottopormi alle visite mediche e a test vari. La squadra è super organizzata e mette le priorità dell’atleta davanti a tutto. Ci siamo posti obiettivi comuni e nel prossimo ritiro stileremo il programma definitivo. Mi piacerebbe fare e dovrei correre le Classiche: la Sanremo, che resta sempre dura e per me è arrivato il momento di metterla nel mirino, la Gand e il Fiandre. Poi parteciperò al Campionato del Mondo su pista che è una priorità sia per me che per il team, che mi ha voluto in ottica Rio 2016. Per la prima volta è la squadra a integrare il mio calendario di strada con quello di pista: questo mi rende tranquillo, non è più come in passato che per svolgere la doppia attività dovevo rendere a tutti i costi in ogni gara. A seguire dovrei disputare il Giro d’Italia».
A caccia di una tappa… «Esatto. La inseguo da due anni, è il mio sogno. La squadra va al Tour per vincerlo con Froome ed è giusto che io lasci spazio ad altri atleti e punti alla corsa rosa che interessa anche ai nostri sponsor in chiave italiana, soprattutto Pinarello e Sky Italia. Dopo 5 anni nella famiglia della Liquigas - Cannondale credo che questo sia il momento giusto per questo cambio di squadra, che sono convinto mi farà fare un salto di qualità. Non ho paura dei rigidi “metodi Sky”, questa squadra ha svolto studi avanzati sull’alimentazione in questi anni e gli specialisti hanno capito che estremizzare sia l’allenamento che la dieta è un problema. Negli scambi di mail avuti finora con i tecnici, parlando di programmazione ho apprezzato la loro attenzione ai dettagli, alla pista, ai lavori per migliorare in salita e per aumentare la potenza in volata. Questa cura dei minimi particolari mi auguro mi permetta di continuare a crescere, mettendo a frutto la preparazione svolta negli anni scorsi con Slongo e gli altri tecnici con cui ho avuto la fortuna di lavorare».
Ti mancano i tuoi compagni della Cannondale? «Sono rimasto in contatto con tutti e so che dopo il primo ritiro con la nuova squadra i dubbi sulla fusione con Garmin sono svaniti e sono felici del gruppo che si sta creando. Sono contento per loro, soprattutto per i giovani che hanno bisogno di crescere in un ambiente stimolante. Anche se un affiatamento come quello che avevamo alla Liquigas prima e alla Cannondale dopo sarà impossibile da ritrovare in una nuova squadra. Penso soprattutto al gruppo del 2010, il mio primo anno da professionista è stato fantastico e quando in gruppo incrocio Oss, Guarnieri, Bennati, Chicchi, Kreuziger, Nibali mi sembra di ritrovare dei fratelli. Vale lo stesso discorso in tempi più recenti con Caruso, Marangoni, Peter (Sagan, ndr), ma anche per tutto lo staff con cui resterà un rapporto che va aldilà dell’aspetto lavorativo».
I nuovi compagni come sono? «Conoscevo già tanti ragazzi tra i pistard e quelli che in questi anni ho incontrato in gruppo. Froome parla italiano e in passato aveva avuto come ds Volpi, mio tecnico alla Cannondale, Kennaugh ha la mia età e da dilettante ha corso nel nostro paese, Thomas lo conoscevo come altri e ovviamente c'è Puccio, l’altro italiano in squadra. Il ds Dario David Cioni sarà un punto di riferimento importante per me. Insomma penso sia un bel gruppo e spero di trovarmi bene con loro, visto che passeremo tanto tempo in giro per il mondo insieme. Tra una trasferta e l’altra tornerò a casa da Elena, con cui convivo da pochi giorni a Verona».
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