L'Air-bag, i ciclo-qualcosa, la sicurezza e il senso civico

APPROFONDIMENTI | 20/10/2014 | 15:46
La notizia non è di ciclismo, però "c'entra". Non è una notiziona, però circola. E circola parecchio, sennò non arriverebbe a gente anacronistica come lo scrivente, assai poco "tecnologica" e ideologicamente anti-tecnocratica. Nell'imminente Coppa del mondo di sci (leggasi sci alpino, ché lo sci è molto più che l'alpino, però qui a Sud delle Alpi dici sci e la gente pensa solo a Tomba et similia) verrà introdotto - o qualcuno cercherà d'introdurre - un air-bag per discesisti. C'è chi dice a Soelden, c'è chi dice in Val Gardena (questione di glamour e di vicinanza colla casa produttrice, che è italianissima). Dicono che pesa 800 grammi, che non ingombra - altri dicono di sì -, che si gonfia in un decimo di secondo, ma i tecnocrati preferiscono dire 100 millesimi, fa più scena. Dicono, dicono, dicono.

Diciamo qui che, prima o poi, l'air-bag toracico-dorsale arriva anche da noi. Noi ciclisti. Noi ciclo-qualcosa (ciascuno usi la terminologia che gradisce). Arriva, perché le aziende devono vendere, e la gente, appena può, vuole comprare. Arriva, perché anche dentro a molti ciclo-qualcosa si celano i tipici fashion-victims, spesso biechi automobilisti neandertaliani, oppure moto-ciclisti pentiti o "parallelisti", et cetera. Il motore resta un feticcio della nostra era, la sostenibilità è tuttora un mito e il fascino del tecnologicamente avanzato è una molla anche per molti ciclo-qualcosa, anche ciclo-puristi ahimè, sennò non si spiega che ogni spaccata ladresca in negozi, magazzini, officine ciclistiche fa danni da 6-7mila euro per bicicletta sottratta (son numeri da gioielleria, ma tant'è, non sarà che magari qualcuno gioca un po' a gonfiare il danno? Mah). Misteri e miracoli del "medinitali".

Un po' come l'air-bag da sciatori. Che se lo vendono, chapeau. E se riescono a farlo mettere ai campioni della CdM, il gioco è fatto. Il rischio è quello di "motorizzare" anche lo sci. Il brivido della "libera" è anche nel rischio di caduta rovinosa, perché negarlo, ma chiaro, se viene uno e magniloquentemente dice che non c'è spettacolo che giustifichi il rischio di una morte o lesione grave, chi ha il coraggio di dargli pubblicamente contro? E qui il ciclo-purista piccolo piccolo, minoritario e storicamente perdente, alza il dito e dice: giusto, ma.

Quando si andava in bici senza casco cos'era, preistoria? Sì, perché le statistiche han dimostrato che il casco serve, anzi è necessario, sempre. Non tanto perché uno debba voler sopravvivere a ogni costo (in un'arcadia sociale il diritto di autodeterminazione dovrebbe essere totale) ma perché il costo sociale di un cranioleso non è giusto spalmarlo sulla società a discapito della "maggioranza prudente". Ma la maggioranza è prudente?  In pro di sé stessa, sì. Di qui i veicoli a motore sempre più efficienti, sempre più sicuri, e sempre più pericolosi per noi ciclisti, perché pìù l'automobilista si sente "sicuro" - in termini dime potenziale danno fisico e "politico", leggi assicurazioni kasko et similia - emeno gli utenti deboli saranno al sicuro. In altre parole, il pericolo che corre il ciclista per strada è direttamente proporzionale alla sensazione di sicurezza (e di impunità) dell'automobilista-neanderthaliano moderno.

Ci sono tre incidenti alla settimana a quell'incrocio? "E' un incrocio pericoloso", dice subito il pirla di turno, e il pubblico amministratore stanzia fondi per lavori pubblici. Non uno che dica "vediamo un po' le cazzate che fanno i conducenti a quell'incrocio, e sanzionamo implacabilmente".
 
I motociclisti cadono e si spezzano sui ritti dei guard-rail? "Bisogna cambiare i guard rail" e mettere quelli da circuito, eh già, ma il problema a monte (ma perché tanti motociclisti cadono? Non sarà che se la giocano troppo perché vedono troppi MotoGP alla tv?) non lo sfiora quasi nessuno. E avanti così, nel nome del progresso.

Vendendo prodotti di (falsa) sicurezza anziché educazione, senso civico, valori diversi. Sempre più rari, sempre più necessari. Perché sotto questi chiari di luna chi paga quasi sempre è il più debole, e il ciclo-qualcosa è un soggetto debole, non dimentichiamolo mai, e non lo aiuteranno gli air-bag ma l'educazione civica (esiste?), il rigore nell'applicare le regole (è mai esistito?) e una specie di rivoluzione filosofica che sembra molto di là da venire. Ve lo dice uno che è stato compagno di scrivania di Pierluigi Todisco, giornalista della Gazzetta e ciclista triturato da un camion. Ogni volta che vedo un abuso per strada mi prudono le mani, e non da quando l'ex collega è passato a ingrossare la lista delle ciclo-vittime del "progresso".

E se andate a sciare, evitate le autostrade levigate da "gatti" con motori da 700 cavalli: passerà sicuramente uno che ha speso 80 euro di ski-pass (più assicurazione RC "a tutto rischio", di assai dubbia legittimità) per buttarsi a 80 all'ora e se vi centra - e prima o poi vi centra - il suo air-bag non vi salverà:  a salvarvi sarà la scelta di noleggiarvi un paio di sci da escursionismo e farvi un bel giro ecologico a fondovalle. Che poi, quando risali in bici a primavera, vedrai anche il bell'effetto che fa.

Sergio Ghisleni
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