A 32 anni Daniele Contrini scopre la popolarità

| 10/07/2006 | 00:00
“Non avrei mai immaginato che la vittoria al Giro di Svizzera mi avrebbe regalato così tanta celebrità. Quando sono tornato a Gardone Valtrompia, la gente mi ha accolto come un trionfatore. Anche quei cicloamatori che, prima, mi salutavano a stento, oggi mi rincorrono come matti solo per farmi i complimenti". Alla soglia dei 32 anni, Daniele Contrini scopre il gusto inebriante della celebrità: “Una sensazione - dice - che mi riporta indietro di qualche anno, quando al Giro d'Italia, ero diventato famoso per le mie fughe temerarie. Ma, lo ripeto, la vittoria al Tour de Suisse mi ha regalato sensazioni che non avevo mai provato prima". Ma l'impresa di Einsiedeln, per quanto prestigiosa, non può essere il capolinea della stagione: “Al contrario - spiega Contrini - questo successo ha dato fiducia a tutta la squadra. Vedrete che, nella seconda parte della stagione, le cose andranno molto meglio. Penso a Valoti che, nelle gare di agosto, potrebbe tornare ad essere protagonista; ma penso anche ad Aggiano che, dopo l'acuto in Malesia, è ora che ci regali un'altra soddisfazione. E poi vorrei tanto vedere un altro successo di De Paoli, il nostro uomo più importante nello spogliatoio. Lui è un corridore da corse a tappe, uno che al Giro d'Italia farebbe ancora grandi cose". Per Contrini, invece, il futuro è al Nord del Continente: “Spero di fare qualcosa di buono già al Brixia Tour - svela il passista bresciano - ma forse il mio obiettivo principale è il Giro di Danimarca, di cui ho un ricordo contrastante, perchè su quelle strade ho sempre disputato belle corse, ma qualche anno fa, ci ho lasciato pure qualche dente. Stavolta sono sicuro di fare bene. Penso sia alle vittorie di tappe, ma - perchè no? - anche alla classifica generale. Ad esempio, non tutti sanno che io adoro le cronometro, ma non quelle di un giorno, come ai campionati italiani. A me piace fare il cronoman nelle grandi corse a tappe, quelle che ti permettono di scalare le posizioni nella graduatoria generale. Ecco, in Danimarca, aspettatevi altre imprese". E sarebbe il modo migliore per rimpinguare il bilancio di una stagione che, specie se raffrontato con quello di un anno fa, sembra ancora un po' striminzito: “Sì, ma l'anno scorso c'era un certo Napolitano - conclude Contrini - uno che, da solo, ti garantiva sei-sette vittorie. Bisogna essere realisti, capire che, nell'assemblaggio della squadra, abbiamo dovuto fare i conti con qualche scommessa andata male. Conoscevamo i rischi di certe situazioni, ma io credo che, nonostante tutto, a fine stagione, quando sarà ora di tirare le somme, ancora una volta parleremo di bilancio soddisfacente". Parola di Contrini.
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