SOCCORSO ALPINO. Gli angeli rossi del Giro d'Italia

STORIA | 15/06/2014 | 08:00
Dall’edizione del 2010 la complessa carovana del Giro d’Italia può contare sulla preziosa presenza degli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS è la sigla identificativa.
Il loro compito è di garantire il più alto livello di sicurezza nelle tappe di montagne operando in stretta coordinazione con il Servizio Sanitario del Giro d’Italia diretto dal prof. Giovanni Tredici, storica presenza della corsa rosa, così come il dott. Massimo Branca, sempre presente nel seguito e i numerosi collaboratori, medici e para-medici, con i mezzi della Croce Rossa Italiana di Lipomo, in provincia di Como.
Gli specialisti del CNSAS, nell’edizione più recente della corsa rosa, hanno operato con due mezzi attrezzati che ospitavano a bordo otto tecnici specialistici i quali, lungo il percorso, nelle tappe di montagna soprattutto, erano integrati da decine di operatori locali dislocati nei punti maggiormente impegnativi del percorso, in salita ma soprattutto, intuibilmente, in discesa. E’ una presenza discreta ma importante quella degli specialisti in divisa rossa con uomini in grado di garantire un intervento immediato con l’utilizzo di tecniche specialistiche di accesso e soccorso su fune. Per fortuna in questo Giro non c’è stato bisogno di loro interventi. Si sa però che è meglio prevenire che curare e, in tema di sicurezza, nulla va trascurato in via preventiva.
Il coordinamento logistico di questo importante servizio CNSAS è affidato alla XIX Delegazione Lariana che fa parte del Servizio Regionale Lombardo del CNSAS.
E’ dal 2010 che questo servizio è operativo organicamente all’interno della corsa rosa dopo che nel Giro del 2009, nell’ottava tappa da Morbegno a Bergamo del 16 maggio, nella discesa di Culmine San Pietro, fra le province dii Lecco e Bergamo, lo spagnolo Pedro Horrillo finì in una scarpata impervia e fu recuperato dagli uomini del CNSAS fortunatamente presenti e in servizio in prossimità del luogo dell’incidente. Un intervento veloce e rapido, in tutte le fasi del difficile recupero del corridore caduto, che consentì un celere ricovero in una struttura ospedaliera di Bergamo in tempo utile per consentire i più appropriati interventi e ridurre così al minimo le conseguenze della grave caduta.
Horrillo ha fruito delle competenze specialistiche, della vicinanza, dell’affetto degli appassionati bergamaschi guidati da Giovanni Bettineschi che l’hanno validamente aiutato, con la famiglia durante la degenza e nel lungo recupero, come sempre testimonia lo spagnolo che continua a mantenere frequenti, riconoscenti e amichevoli rapporti con la città orobica.
E’ un servizio di primaria importanza ai fini della sicurezza di corridori e seguito quello che assolvono, con discrezione, gli specialisti del CNSAS (www.cnsas.it).

g.f.
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