CONTINENTAL. Cazzaniga: il mondo cambia, adeguiamoci

FCI | 31/03/2014 | 15:26
Ruggero Cazzaniga, presidente della Struttura Tecnica Federale, difende il prodotto Continental rispondendo alle critiche mosse alla FCI dal nostro direttore Pier Augusto Stagi nel suo editoriale di marzo dal titolo “FCI a fondo tra Granfondo e Continental”.

Con che scopo avete adottato la categoria Continental?
«L’obiettivo principale era dare ai nostri ragazzi la possibilità di confrontarsi con il mondo professionistico programmando un’attività durante l’arco della stagione diversa da quella che propone oggi il dilettantismo italiano. Siamo alla quinta giornata di gare in Italia e ancora i nostri Under 23 ed Elite non hanno affrontato gare in circuiti superiori ai 10 km. La media delle nostre corse è di 4.800 mt, percorsi che vanno bene per un esordiente ma non per un giovane nella categoria che precede il professionismo. Considerato questo, abbiamo cercato una soluzione - oltre a quella degli stage, che restano limitati a un numero ridotto di gare - per far sì il salto nella massima categoria diventasse più graduale. In secondo luogo, assumendo questa posizione, abbiamo potuto aumentare il numero di corridori italiani al via delle corse professionistiche che, in un calendario così fitto e internazionale, faticavano ad avere una partecipazione adeguata. Il mondo sta cambiando, dobbiamo adeguarci se vogliamo rimanere al passo con le altre nazioni».

Il dilettantismo vecchia maniera è morto?
«No, assolutamente ma dobbiamo lavorare per una riqualificazione delle corse. Al mondo ci sono all’incirca 170 squadre Continental, se le italiane sono solo 6 è perché il nostro mondo dilettantistico è ancora florido, è un bel vivaio, un’eccezione a livello internazionale ma è indubbio che siamo rimasti indietro rispetto ad altri paesi. I nostri atleti devono fare un salto di livello per poter arrivare alle medaglie che contano e ai grandi traguardi. Stagi, nel suo editoriale, ha definito il progetto molto “italiota”, immagino non volesse essere un complimento ma lo prendo come tale. Per me è un vanto difendere il ciclismo italiano e aver dimostrato che anche con budget minori si può allestire un team di tutto rispetto per far maturare i giovani attraverso un’attività nazionale e internazionale di livello. Un ragazzo di talento come fa a sognare di vincere un domani la Sanremo se disputa solo corse di paese? Ne può vincere decine all’anno, ma quando si confronterà con i suoi coetanei stranieri scoprirà di avere ancora tanta strada da percorrere davanti a sé. Solo gareggiando qualche volta con i pro’ su distanze maggiori e tracciati più impegnativi, può fare un vero salto di livello. Un’altra considerazione è d’obbligo: la riforma del ciclismo professionistico prevede che nei prossimi anni ogni team World Tour dovrà allestire un team Continental, in Italia quanti team WT abbiamo?».

È vero però che gli atleti delle Continental passano per essere professionisti ma in realtà non lo sono.
«Chiariamo una volta per tutte questo punto: gli atleti delle Continental non sono professionisti. Possono svolgere sia attività professionistica che dilettantistica, nel loro roster i team devono avere 50% più 1 di ragazzi Under 23 e garantire ai loro atleti tutele che un dilettante non ha (un contratto depositato e un’assicurazione personale aggiuntiva, oltre alla fideiussione di 30.000 euro e una valutazione tecnica di almeno 100 punti). Questo progetto, di cui non mi assumo la paternità visto che sono in carica solo da un anno, è nato tre anni fa e se è partito a tutti gli effetti solo ora è perché finalmente sono stati curati i dettagli di tutti gli aspetti, in primis la tutela dei ragazzi. Nel 2012 nessun team vi ha aderito, nel 2013 solo la Flaminia Fondriest mentre quest’anno siamo a quota 6 team, con la Nankang che non ha ancora corso perché, fino a quando non ha adempiuto a tutti gli obblighi previsti, gliel’abbiamo impedito».

La vostra idea per il futuro è di allargare il progetto a più team possibili?
«Sì, anche se per assurdo potremmo avere il problema di garantire la partecipazione alle corse professionistiche a tutti. Dobbiamo ringraziare in questo senso il CT Cassani che ci ha aiutato a far capire agli organizzatori delle corse professionistiche l’importanza di dare spazio a questi team e Marino Amadori, che invece sta facendo passare il messaggio che abbiamo in mente ai team manager più scettici. Se ci fosse stata fin dall’inizio un’adesione dei team con il tasso tecnico maggiore, avremmo avuto meno problemi di comunicazione, ma ora hanno presentato praticamente tutte un progetto di crescita perché hanno capito le potenzialità dell’iniziativa. Abbiamo tante idee per alzare l’asticella del movimento. Tirando le somme di quanto fatto finora, possiamo essere soddisfatti per il numero di squadre Continental che abbiamo quest’anno e per l’attività che stanno svolgendo. I giovani sono il nostro futuro, per questo vorrei che gli atleti fossero i primi ad informarsi e a partecipare attivamente a questo progetto. Da Mercatale in poi aspettiamo che le società ci portino le loro considerazioni e proposte, abbiamo previsto una seconda riunione al Giro delle Pesche Nettarine, con cui chiuderemo il primo anno effettivo di vita delle Continental. Confrontandoci con gli atleti e le squadre faremo di conseguenza le valutazioni del caso in Consiglio Federale per farci trovare pronti per la stagione 2015».

Giulia De Maio


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COMMENTI
Continental perchè?
31 marzo 2014 19:31 pergaffuri
Leggendo questo articolo mi sento il dovere di intervenire, visto che viene toccato il mondo Continental.
Premesso che stimo personalmente il Sig. Cazzaniga e lo ammiro per l’impegno e la serietà che ci ha messo nella creazione di questo progetto, progetto che è stato da noi pienamente condiviso.
Mi sento il dovere di fare alcune precisazione, di sicuro non con l’intento di creare polemica, ma semplicemente per essere propositivo e far riflettere.
La prima considerazione che faccio è che nel 2012 il Team Idea era presente, ha svolto l’attività Continental, seppur con regolamento e costi da team Professional adoperandosi per far cambiare le regole e far si che anche in Italia ci fossero Team Continental come nel resto del mondo.
Nel 2013 abbiamo ricevuto il regolamento attuativo a fine marzo, regolamento da noi richiesto nel luglio 2012, e deliberato dall’ente preposto in data 20 dicembre 2012, preciso che la scadenza dei termini di affiliazione all’UCI era il giorno stesso , impossibile quindi riuscire a redigere tutte le pratiche in poche ore, qualche altro ci è riuscito e ne siamo felici.
Per il 2014 grazie anche al grande lavoro del Sig. Cazzaniga si è potuto fare tutto per tempo, e siamo stati i primi ad aderire credendo in questo progetto , tuttavia a distanza di mesi ritengo che sia giusto, che tutti sappiano che le Continental in Italia sono servite, allo stato attuale di fatto, principalmente per salvare parecchie manifestazioni.
Nel 2012 non eravamo considerati, tuttavia quando correvi non dovevi pagarti gli alberghi, perlomeno eri trattato come gli altri team e qualche rimborso lo ottenevi pure, quest’anno no, devi supplicare per correre, devi pagarti gli alberghi non hai rimborsi e spesso devi subire anche l’onta di sottostare a richieste non sempre ortodosse.
Dico questo a titolo personale, perché so che altri Team Continental hanno avuto trattamenti diversi e piu’ umani sin dalla prima gara stagionale.
Questo è lo stato di fatto, ma ritengo sia giusto che si sappia che con le nuove disposizioni UCI che andranno in vigore nei prossimi anni, i team W.T. avranno tutti la loro Continental e quindi la prima domanda che mi pongo è questa, gli organizzatori a che titolo dovranno invitare il Team Idea alle corse invece della Belkin Continental di turno? E non mi dite che è un problema di risultati, o di simpatie perché è una emerita fessereria.
La passione dovrà lasciare spazio al Business, ma allora occorre che si dicano le cose e soprattutto se si vuole salvare il ciclismo agonistico in Italia occorre che ognuno faccia la propria parte a discapito dell’apparire ma a vantaggio del fare finalizzato non all’immagine ma alla salvaguardia e crescita del movimento.
Occorre che ci siano regole chiare condivise e sottoscritte da Federazione- Organizzatori e Team, ma soprattutto mirate a salvaguardare il patrimonio sportivo del Paese e lo ripeto del Paese altrimenti come abbiamo perso Team Italiani del circuito W.T. li perderemo anche nel circuito delle Continental anche se il prossimo anno magari altri team dilettantistici passeranno nel mondo delle Continental
Siamo certi che i nostri giovani troveranno un ingaggio nelle Continental Estere? O smetteranno di correre?
Scusate se sono stato prolisso non vorrei vedere morire lo sport che amo e mi auguro che questa mia non sia valutata con spirito distruttivo.
P.Gaffuri - Presidente Team Idea 2010

risposta
31 marzo 2014 20:22 borgo53
Anch'io stimo molto il sig. Cazzaniga ed e' lodevole cio' che dice circa il movimento giovanile sulla crescita dei ragazzi giovani, ma purtroppo sono i dirigenti delle societa' che non mettono in pratica cio' che la federazione suggerice. La logica e' che nelle squadre continental dovrebbero andare giovani talentuosi che nelle categorie giovanili hanno ottenuto un certo punteggio e non ragazzi che incredibilmente non hanno fatto punti da juniores o se ne hanno fatti non superano i dieci e il presidente del team idea ne sa qualcosa.....come mai succedono queste cose ???? E poi come mai non si tutelano i ragazzi in maniera che possano finire tranquillamente la scuola per prendersi un diploma facendoli correre per tre anni come juniores????? CORDIALMENTE gianpiero

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