LA POLEMICA. E adesso ricominciamo con la Pompeiana
PROFESSIONISTI | 23/03/2014 | 19:26 Ancora non sono finiti i festeggiamenti e già i nuovi barbari sono entrati in azione: basta, la Sanremo non premia più i campioni, bisogna fare qualcosa, bisogna cambiare il percorso. Me lo gioco facile facile: l’anno prossimo ci ritroveremo la Pompeiana. Una pseudo-salita che già ci saremmo sorbiti quest’anno, salvo ringraziare (per modo di dire) i danni del maltempo invernale che hanno imposto la cancellazione. Non c’è scampo: l’anno prossimo la Pompeiana torna. Al suo seguito, il codazzo di questi teorici della corsa dura. Come se il calendario non ne offrisse già abbastanza. Inutile spiegare che la Sanremo è diventata la Sanremo, giunta all’edizione 105, proprio perché è la Sanremo. Con la sua noia, certo. Ma anche con la sua follia, la sua imprevedibilità, con il suo inimitabile finale thrilling, che fino all’ultimo metro non lascia niente di scontato.
Che vinca Ciolek o che vinca Kristoff non significa proprio nulla. Vince comunque un fondista veloce. Chiedo scusa se azzardo questa orrenda definizione, ma mi sono rotto le scatole di sentire la storiella della Sanremo per soli sprinter. Ma quali sprinter: guarda caso Cancellara negli ultimi anni è andato cinque volte sul podio. Guarda caso i Sagan e i Cavendish sono colati a picco. E questo cosa significa? Significa che la Sanremo non è feudo per velocisti, ma corsa per uomini dotati di grande fondo e di grande resistenza.
Se poi però vogliamo dire che è ora di normalizzare e banalizzare la Sanremo siringando qualche presunta difficoltà, allora diciamo anche apertamente che non abbiamo più gusto estetico, che non sappiamo più apprezzare le gemme della nostra tradizione, che non sappiamo più distinguere una griffe da un marchio contraffatto. E allora avanti con la Pompeiana, avanti con la Sanremo dura e selettiva. Prossimi passi, Torre di Pisa diritta, luna park a Pompei e bowling dentro il Colosseo.
... e inserita la Pompeiana. Per dare qualche chance anche ad azioni come quella di Nibali. Sono quei 9 km di Aurelia tra Cipressa e Poggio che tolgono possibilità anche ad altre tipologie di corridori che meriterebbero una possibilità in più.
Poi il ciclismo è bello perché i pensieri di ognuno sono vari.
mdesanctis
W Vercingetorige
23 marzo 2014 20:28ruotone
Cambiare una noia mortale è da barbari?
Anche la Torre Eiffel era una cosa da barbari.
La Pompeiana non renderebbe la Sanremo dura e selettiva, ma solo più difficile.
Il problema non è la vittoria dei velocisti, ma il fatto che questa gara è NOIOSA, scontata, TELEFONATA, piatta nello svolgimento.
Bisogna sperimentare le innovazioni e non chiudersi come fece la vecchia Roma all'arrivo dei Barbari. Se poi vogliamo proprio fare le oche del Campidoglio, io dico W Vercingetorige.
Presto o tardi arriverà l'Attila che desertificherà le strade del ciclismo: IL TOTALE DISINTERESSE
delirio
23 marzo 2014 23:59filos71
Già che ci siamo togliamo il poggio, costa rainera e rimettiamo la ghiaia sull'aurelia... La sanremo l hanno vinta campioni e fuoriclasse...da troppo si vedono dei signor nessuno vincere...la ricetta? Ritorno in corso cavallotti e se serve ben venga la pompeiana. Ma dei ciolek o kristoff sinceramente...nooooo
brutta
24 marzo 2014 09:10geo
Fare 250 km pedalati senza che succeda nulla: la pioggia ha garantito un po' di selezione, ma una gara così è un lungo purgatorio per tutti: atleti e spettatori logorati. Necessita un cambiamento, importante.
La triste verità
24 marzo 2014 14:17pickett
La Sanremo é sempre stata,e di gran lunga,la meno bella e la meno interessante di tutte le classiche.la sua fama,il suo prestigio,sono immeritati.Le corse valloni e fiamminghe,anche negli anni 70 e 80,sono sempre state 100 volte + belle.Ben venga la Pompeiana.
dissentire da Gatti...è possibile
25 marzo 2014 10:12canepari
Mi piace sempre confrontarmi con Cristiano Gatti, soprattutto quando i nostri (pochi) neuroni lavorano in maniera difforme o desincronizzata. Le opinioni e le convinzioni sono tutte legittime se sostenute da motivazioni e se portate aventi in maniera civile e corretta.
Nessuno può dire che domenica non abbia vinto il più forte, il più sagace, il più protetto e guidato (bravissimo Paolini), il più stoico alle intemperie. Ci mancherebbe altro: onore al norvegese che è anche personaggio modesto e simpatico…il che non guasta. Però, caro Gatti, credo che Vegni non abbia visto male volendo inserire la tanto da te “vituperata” Pompeiana, proprio perché si darebbe anche a chi non ha i 60 all’ora nelle gambe o a chi non ha uno squadrone ai propri ordini, la remota possibilità di vincere. E poi nessuno di noi può essere sicuro che, nonostante l’ascesa ulteriore, non vinca ancora un “velocista di tenuta” o un “potente uomo di fondo" o un "cronoman veloce”. Una cosa è certa si darebbe più incertezza agli ultimi 30 chilometri, allettando anche qualche corridore un po’ più completo o addirittura scalatore a venire ad assaggiare “l’inferno della Riviera”. E in effetti è il secondo anno che la Riviera mostra il lato duro di se…
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