CIAO MARCO. Costa: Avrebbe bisogno di un rispettoso silenzio

APPROFONDIMENTI | 14/02/2014 | 08:29
Fosse ancora qui, Marco Pantani ci guarderebbe con quel mezzo sorrisino che riservava agli intimi quando voleva confidarsi. ‘Hai visto? Dieci anni dopo si parla ancora delle mie imprese…’, direbbe. Inevitabile: non sarà stato il più forte di sempre, ma rimarrà unico. Non per quel che ha vinto, ma per come ha vinto: quando infortuni e guai non lo hanno tenuto lontano dalle corse, lo scatto di Pantani era l’appuntamento fisso dei pomeriggi di fine anni Novanta. Un vero e proprio rito: vedendo il romagnolo che si toglieva bandana e occhiali, anche la massaia capiva che stava per accadere qualcosa di speciale.

Fosse ancora qui, Pantani capirebbe che la sua breve esistenza, chiusa a 34 anni nella stanza di un residence di Rimini la sera di San Valentino, ha avuto l’altimetria di quelle tappe che lo hanno reso grande nel ciclismo e soprattutto popolare: un’emozionante salita e una velocissima discesa. Oltre ai brividi che ha regalato, del campione restano le imprese: un Giro e un Tour che all’Italia mancava da oltre trent’anni, conquistati nella stessa stagione come nessuno è più riuscito a fare. Dell’uomo, rimane la triste fine, iniziata a Campiglio quando precipitò dall’Olimpo sul quale si era issato con i suoi successi memorabili e finita nell’abisso della cocaina. Un percorso asfaltato dal suo smisurato orgoglio, una dote che poi si è rivelata un limite: prima gli ha permesso di scalare le montagne in bici, poi gli ha impedito di sopportare sconfitte e umiliazioni. Era fatto così e lo diceva: ‘Voglio ragionare con la mia testa, senza ascoltare consigli interessati. Non cambierò mai: la mia vita la voglio vivere come pare a me’.

Fosse ancora qui, il Panta sorriderebbe a chi pensava (e magari ancora pensa) che un atleta formidabile come lui fosse figlio della chimica. ‘Perché hanno voluto colpire me?’, ripeteva ossessivamente Marco, sapendo che in quell’Epo-ca erano tutti nelle stesse condizioni: rivelando che anche i battuti si aiutavano col doping, gli anni successivi avrebbero detto che non c’è bisogno di riscrivere gli albi d’oro. A parità di trucco, a vincere era il più forte.

Fosse ancora qui, Marco si accorgerebbe che il tempo gli ha reso giustizia anche se Armstrong: quell’americano diventato superuomo dopo aver sconfitto il cancro non lo convinceva. ‘E’ uno che ha combattuto la malattia, ma rispetto a tanti altri nel mondo ha avuto la possibilità di entrare nei centri migliori, di avere un’assistenza perfetta. E’ un esempio? Sì, per gli americani, per le case farmaceutiche: è il prototipo del personaggio del potere’, diceva Marco un anno prima di andarsene: sembrava il risentimento verso chi, agli occhi del mondo, passava per l’ambasciatore ‘buono’ del ciclismo, si è rivelata una premonizione.

Fosse ancora qui, Marco Pantani guarderebbe col suo mezzo sorrisino persino chi, nei dieci anni già trascorsi dalla sua tragica scomparsa, si è aggrappato a ogni piccolo retroscena e alle ipotesi più estreme per raccontare la sua fine. Ognuno con la sua brava verità in tasca, con libri e inchieste in tanti hanno provato a scavare gli aspetti più nascosti di un dramma che è stato soltanto umano, negando al campione e al ragazzo perduto l’unica cosa di cui avrebbe bisogno dopo una sofferenza pagata con la vita: un rispettoso silenzio.

Angelo Costa
Copyright © TBW
COMMENTI
14 febbraio 2014 14:02 Melampo
Meno male c'è qualcuno che la pensa come me ...

Bravo Angelo Costa
14 febbraio 2014 14:31 The rider
Complimenti, bell'articolo e sacrosanta verità.
A parità di aiutino (con o senza) era comunque il più forte, a parte le vittorie, di Pantani entusiasmavano gli scatti ripetuti in salita, quando c'era una salita sapevi che lui sarebbe scattato e puntualmente lo faceva.
Alla gente piaceva proprio per questo.

Pontimau.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Mentre il Giro d'Italia sbarca in Italia e si prepara a riprendere la sua corsa, in Piemonte si continua a lavorare per mettere in sicurezza le strade che saranno teatro della ventesima e penultima tappa della corsa. In particolare, nelle...


Settant’anni fa – era il 1955 - il suo primo Giro d’Italia. Come una favola. Un allenamento in Brianza con Fiorenzo Magni, Magni che si lamenta per un dolore alla gamba, lui che ne osserva la pedalata, la pedalata che...


L’Albania nel fine settimana è andata al voto e il Primo Ministro Edi Rama si sta avvicinando alla riconferma. L’Italia aveva conosciuto il primo ministro albanese Rama lo scorso gennaio, in occasione della presentazione del Giro d’Italia a Roma e...


Ci sono cose, ci sono momenti,  ci sono nomi che non si dimenticano. Come una vittoria di tappa al Giro d’Italia, come l’odore di grasso e magnesio in una piccola officina italiana, come la prima volta che senti una bici rispondere...


Ad Agrigento la 13a edizione del Cross Country dei Templi è stata celebrata con la presenza di oltre 250 bikers, segno della solida sinergia tra l’organizzatore e il Dipartimento dello sviluppo Rurale del parco archeologico valle dei Templi con a...


Tra i tanti campioni, dello sport e non solo, che Fabrizio Borra ha trattato come fisioterapista e "aggiustatore di uomini" c'è Paolo Bettini, che ha affidato al microfono della nostra Giulia De Maio (dopo il notiziario di Paolo Broggi) un...


Vittima di una brutta caduta venerdì scorso nella tappa di apertura del Giro d'Italia, Mikel Landa ha potuto tornare a casa, dove potrà iniziare la convalescenza. Dopo l'incidente, Mikel è stato trasferito all'ospedale di Tirana: la TAC cui è...


In senso figurato, il ciclismo... è andato forte come il più forte del velocisti. E di fatto ci regala un piccolo miracolo italiano: non capita certo tutti i giorni - diciamo... mai - che arrivi la circolare esplicativa prima ancora...


Ve ne avevamo parlato già nello scorso mese di marzo in un articolo firmato da Guido La Marca, oggi torniamo a parlarne dopo le rivelazioni del quotidiano inglese The Times. E la notizia è molto semplice: questo mese di maggio...


Mads PEDERSEN. 10 e lode. Nella terra degli schipetari un danese è re. È lui a vincere il Giro di Albania, con due frecce finite a bersaglio e due maglie rosa che sono una primizia per il ciclismo danese: mai...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024