TINKOFF SAXO. Feltrin: ricerca, qualità e tecnologia

PROFESSIONISTI | 21/01/2014 | 09:12
Oleg Tinkov non solo ha acquistato la società di gestione della Tinkoff - Saxo ma ha già portato nel team una ventata di novità, con l’ambizione di arrivare a dar vita alla squadra più forte del momdo.
Ad affiancarlo in questo progetto è il nuovo CEO Stefano Feltrin che abbiamo incontrato per scoprire qualcosa di più.

Il successo della Tinkoff Credit Systems ha reso Oleg Tinkov un uomo molto ricco. Significa che ci saranno maggiori fondi per la squadra?
«Oleg è molto concentrato e farà di tutto per raggiungere gli obiettivi della squadra, ma questo non significa che si faranno spese folli o che sarà sperperato il denaro. Io dico sempre “per raggiungere i risultati che si desiderano, servono dei soldi. Ma se hai tanti soldi e non  li usi nel modo giusto, non arriverai mai a quei risultati”. Il ruolo di amministratore delegato è quello di investire risorse nel miglior modo possibile».

Cos’è cambiato all’interno della squadra?
«Che Bjarne Riis può concentrarsi al 100 per cento sull’aspetto sportivo, mentre tutto che ha a che fare con la gestione e il business è di mia responsabilità. È una scelta che hanno già adottato altri team, come Trek e Cannondale, quella di essere proprietari della società di gestione. In questo modo, noi cerchiamo sponsor che contribuiscano alla nostra crescita, ma se son li troviamo il futuro del team è comunque garantito».

Come cambierà il vostro approccio all'attività sportiva?
«Abbiamo iniziato a collaborare con partner che ci forniranno una gran quantità di dati scientifici, potremo capire cosa funziona realmente e cosa invece non va. Analizzeremo tutto: biciclette, abbigliamento, metodi di allenamento, alimentazione, recupero, stretching e fitness. Abbiamo una base molto solida, ma in un mondo tanto competitivo è necessario essere veloci nel migliorare se stessi. Prendete per esempio l'abbigliamento: abbiamo un grande partner come Sportful che sta lavorando su aspetti quali il peso, la qualità del tessuto in termini di comfort per combattere il freddo e il caldo, si stanno impegnando duramente per migliorare tutti questi elementi. Crediamo che questo sport non sia ancora stato studiato come altri: le mie esperienze precedenti in Coppa America e Formula 1 mi spingono a dire che nel ciclismo si può fare ancora molto in termini di ricerca e che questa è la direzione da seguire».

Come intendete lavorare?
«Esistono diversi modi: intanto abbiamo deciso di lavorare più da vicino con gli sponsor che abbiamo, vale a dire Tinkoff Credit Systems e Saxo Bank, e di cercare ulteriori partnership, di lavorare molto di più con le università e di confrontarci direttamente con le squadre di elite di altri sport come vela, Formula 1 e MotoGP. Questo ultimo per noi è molto interessante perché ci permette di capire che un set up ritenuto perfetto per un pilota non lo è altrettanto per un altro. Come dire che uomo e tencica devono adattarsi reciprocamente l’un l’altro, non esiste la formula matematica della perfezione. In pratica, noi vogliamo dare più spazio alla scienza nel ciclismo, vogliamo avere quanti più elementi oggettivi possibile prima di prendere una decisione».

Come può fare l'UCI, a suo parere, per garantire che non scompaiano top team come è accaduto per Vacansoleil ed Euskaltel?
«L’UCI ha appena avviato un nuovo corso: noi di Tinkoff - Saxo abbiamo una persona nel gruppo di lavoro UCI e siamo molto impegnati a lavorare per un processo di cambiamento. Non è un segreto che la gestione di un team richieda grandi risorse e che le fonti di nuove risorse siano molto limitate perché, per esempio, per noi non c’è ricavo dalla vendita dei biglietti o dalle trattative con i corridori. Ci vuole tempo per cambiare, così come ci vuole tempo per realizzare il sogno di diventare il team numero uno al mondo. Se ci riuscissimo in un anno, sarebbe fantastico, ma siamo pronti ad impegnarci per tutto il tempo che serve. Perché la cosa principale per noi è non sbagliare, continuare a lavorare duro, a lavorare insieme con i nostri sponsor attuali e a costruire nuove relazioni con partner accuratamente selezionati».

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COMMENTI
Sempre le solite storie
21 gennaio 2014 11:01 maicol
ma perché tutte le squadre dicono le stesse cose... io penso che il ciclismo lo fa chi ha doti.. puoi mettere a disposizione qualsiasi cosa ( galleria del vento, abbigliamento , alimentazione , ecc ) ma se non hai la base di qualità dell atleta non potrai avere chissa che risultati.. In più quando arrivata 5 anni fa la Sky con queste idee tutti a criticare ora visto che loro hanno avuto risultati tutti a copiare..solo che si parte con un gap di 5 anni dagli inglesi..

bravo
21 gennaio 2014 14:50 kabuby
Bravo Stefano! e in bocca al lupo

coraggio
21 gennaio 2014 20:46 lapalisse
Certo che bisogna sforzarsi molto per credere alle parole di uno combinato in quel modo...

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