PROFESSIONISTI | 21/01/2014 | 08:59 Aveva provato a convincere tutti, aveva lanciato proclami ai quattro venti, ma è stato respinto dalla strada. Josè Rujano aveva fatto il diavolo a quattro per poter essere al via della Vuelta al Tachira, chiarendo da subito il suo obiettivo: «Voglio essere il primo corridre della storia a vincere questa grande corsa per la quarta volta in carriera». Il tutto dopo aver annunciato il ritiro dalle corse per puntare alla carica di presidente della federazione. Poi, quando la sua candidatura è stata respinta, ha di nuovo richiesto la licenza, ha mosso mari e monti per averla e ci è riuscito grazie all’intervento del presidente federale vero, Artemio Leonett. Ma la strada ha emesso un verdetto pesante: Rujano - che in Italia è ancora alle prese con problemi giudiziari -, infatti, non è mai stato protagonista della corsa e ha chiuso al 12° posto della generale con un distacco di 11'36" dal vincitore Briceño. La carriera di un ragazzo dal grande talento sprecato, sembra inesorabilmente volgere verso un triste epilogo.
....... come per per tutti, ma soprattutto per chi svolge una specifica attività sportiva agonistica e tra le prime il ciclismo valga sempre la locuzione "mens sana in corpore sano".
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