LETTERA APERTA | 09/12/2013 | 16:17 Riceviamo e pubblichiamo questa lettera scritta dal dottor Gaetano «Nino» Daniele, rivolta ad un blogger ma di interesse generale sulla questione "medici e Federciclismo"
Caro Brontoloinf,
veramente stupisce me il fatto che lei non si stupisca di queste decisioni della FCI. A meno che lei non intendeva dire che era assolutamente ipotizzabile che, dopo tutto quello che è successo quest’anno, relativamente alla vicenda dei 57 medici sociali sommariamente processati e condannati dagli organi di “giustizia” della FCI, era chiaro che si sarebbe giunti a queste conclusioni.
In questo caso sarei assolutamente d’accordo con lei. L’obiettivo era invero molto evidente fin dall’inizio della vicenda, addirittura da prima ancora che iniziasse il maxi - processo alla categoria del medici sociali: delegittimare una intera categoria di tesserati della FCI (i medici sociali) al fine ultimo di pre-costituire una giustificazione plausibile alla decisione di cancellare l’obbligo di un medico di riferimento per le società che tesserano atleti delle categorie “internazionali”.
Tutto ciò, purtroppo, solo per fini meramente “politici”, cioè per pagare una sorta di “cambiale” che era stata “firmata” nel corso della campagna elettorale in vista del rinnovo delle cariche federali. Ora c’è anche la conferma ufficiale, grazie ad una slide mostrata dal segretario della Commissione Tutela della Salute nel corso della sua relazione al recente convegno alla Castellina: opportunità di una progressiva rimodulazione dell’obbligatorietà del medico per le categorie dilettantistiche che andasse incontro alle esigenze delle società in termini di disponibilità economica garantendo in parallelo il mantenimento di un adeguato livello di attenzione per gli atleti del ranking federale. In altre parole è successo questo: i rappresentanti delle società dilettantistiche hanno più volte chiesto al Presidente della FCI di aiutarli a ridurre i costi vivi per la gestione delle loro società. Considerando evidentemente l’obbligo del medico sociale (che peraltro, euro più euro meno, costava, per un anno, come una coppia di ruote in carbonio di media qualità), come una spesa superflua, hanno chiesto di intervenire su questo argomento.
E il Presidente ha promesso, in diverse regioni importanti, che li avrebbe assecondati. Scelta lungimirante? Io non credo. Ma il tempo di solito è galantuomo. Vedremo... Quindi, per non rischiare di cadere all’indietro, ha cominciato a mettere le mani avanti e già in una delle primissime interviste post-elezioni, in risposta ad una domanda sulle ragioni per cui era stato abolito l’obbligo del medico sociale per la categoria juniores ha dichiarato testualmente: Si chieda piuttosto quali sono le colpe dei medici. E perché ne abbiamo ELIMINATI TRENTA dai ruoli sociali.
Il giornalista è rimasto esterrefatto e domanda: perché? E il Presidente risponde: Perché non gestivano le schede degli atleti. O davano le password del sistema a chi le gestiva per loro. (vedi Cycling Pro n. 90 - Gen-‐Feb 2013 - pag. 69). Ma guarda che strane coincidenze: non erano ancora partiti i telegrammi di convocazione per le prime audizioni alla Procura Federale, non erano ancora stati ascoltati i medici, non erano nemmeno ancora state evidenziate le loro eventuali mancanze, e il Presidente della FCI sapeva già che 30 medici erano stati eliminati dai ruoli sociali. Ed alla fine, guarda caso, sono stati sanzionati 36 medici, mentre altri 21 si sono dimessi subito dopo il loro “rinvio a giudizio” oppure non hanno rinnovato il tesseramento FCI e quindi sono diventati “non sanzionabili”. Nessun cenno è stato fatto, nel corso del processo, alla gravissima accusa di aver fornito la pw del sistema a persone non autorizzate.
Nessuno prima di Daniele era riuscito a descrivere così bene l'aspetto politico della vicenda dei medici. Ciascuno che non si allinea ai diktat ed agli affari del nostro vertice viene fatto fuori per via giudiziaria-sportiva. E' ormai una prassi consolidata per dirigenti, medici sportivi, atleti che sono fuori dal cerchio magico del baffo.
Mi chiedo cosa ci stiano a fare i consiglieri federali che approvano tutto senza controllare e senza dire "beh", esponendo così la Federazione a figuracce come questa, in cui sono dovuti intervenire con imbarazzo Malagò e Casasco per rimediare. Cari consiglieri che ci state a fare lì?! Comprendo che il baffone abbia i suoi disegni come pure altri a lui vicini, ma i consiglieri non possono astenersi dal controllare e verificare.
Sennò chiamatevi "alza-manina" non consiglieri.
Due giorni fa è stato diramato un comunicato Fci esilarante in cui si parlava di un piano triennale di risanamento per ripianare situazioni finanziarie pregresse alla attuale gestione, quindi di prima del 2005.
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=63883
Tutti hanno presa per buona questa affermazione. Ma nella relazione presentata a Levico c'era scritto invece:
"Alcuni negano l’evidenza dei grandi passi avanti che l’assemblea stessa ha riconosciuto nel confermarmi a stragrande maggioranza la fiducia nel 2009. Vale a dire:
- il risanamento economico in fase avanzata (poi completato quest’anno)."
http://www.renatodirocco.info/docs/2009-2012-%20RELAZIONE.pdf
Ma come? Il risanamento non era stato completato?
La colpa è sempre di qualcun altro. Poi se qualcuno fa notare che le cose non vanno ed i fatti non stanno così, cosa fa la Federazione? Lo deferisce e lo fa squalificare come i 36 medici sportivi costretti ad usare un software federale che era una chiavica ed un colabrodo, i cui costi enormi sono stati scaricati sui contribuenti con un finanziamento pubblico ad aziende amiche di chi sappiamo.
Questa politica non ha i giorni contati, ormai si contano le ore. Basta disastri e danni!
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