| 17/08/2004 | 00:00 «Ho una grinta che non potete neanche immaginare, non vedo l'ora di tornare a correre. Voglio buttarmi nella mischia, per recuperare il tempo perso, per verificare le mie reali condizioni di forma, ho l'entusiasmo di un ragazzino e come i ragazzini non vedo l'ora di rimettermi il numero sulla schiena».
Guido Trenti, serio e abile apripista di Alessandro Petacchi alla Fassa Bortolo, costretto ad una lunga inattività a causa di un bruttissimo incidente avvenuto il 6 aprile scorso (un frontale con una macchina, che gli è costato due fratture della mandibola, di una vertebra, del gomito, della tibia e due fratture del bacino, ndr) e per il quale fu anche multato (la bicicletta non aveva il campanello, ndr), adesso è pronto a rientrare alle competizioni.
«Ho lavorato come un matto, sono arrivato a fare anche sei ore di fisioterapia per recuperare - spiega Trenti, che è in scadenza di contratto, ma spera di poter prolungare con la Fassa Bortolo -. Mi sono testato recentemente con Filippo Pozzato e Matteo Tosatto, reduci dal Tour de France, e ho visto che sono a buon punto. Adesso spero solo di tornare alle competizioni il 24 agosto al Giro d'Olanda, con Alessandro Petacchi. Nelle
mie intenzioni c'è quello di far bene, per dimostrare alla squadra di essere in palla e poter quindi strappare un posto per il Giro di Spagna. Il mio sogno? L'ho detto: fare la Vuelta per poter poi ambire ad un posto in maglia azzurra. Correre il Mondiale di Verona sarebbe per me il giusto risarcimento per una stagione a dir poco sfortunata».
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