CASO GALLETTI. Massimiliano Mori: «Chiedo giustizia»

PROFESSIONISTI | 26/08/2013 | 10:13
Riceviamo da Massimiliano Mori, ex corridore professionista e grande amico di Alessio Galletti, una breve lettera che speriamo possa servire a non dimenticare. Alessio è morto otto anni fa e la moglie Consuelo, ad oggi, non ha ancora avuto giustizia. Nessun risarcimento, per un'assicurazione che sembra non esserci mai stata. Massimiliano Mori, nato a San Miniato l' 8 gennaio del 1974, è stato corridore professionista dal 1995 al 2009, e conta un'unca vittoria in carriera: una tappa al Giro di Sardegna.

Caro direttore,
sono Massimiliano Mori amico e compagno di squadra di Alessio Galletti. Dopo l'ultimo appello di Consuelo in tanti mi hanno contattato per sapere la mia opinione e avere qualche informazione in piu' sulla vicenda. Io ero compagno di squadra di Alessio all'epoca come lo ero stato in altre squadre e stagioni precedenti, ma noi non eravamo semplici colleghi in bicicletta.
La prima telefonata ogni mattina era del GALLO e quella telefonata mi manca molto ancora oggi. Solo per questo piccolissimo dettaglio non posso immaginare quanto Alessio possa mancare alla sua famiglia.
Quel maledetto 15 giugno io ero li accanto a lui come lo ero stato in tante altre gare e allenamenti dove ci aiutavamo a vicenda, ma quella volta non sono stato in grado di aiutarlo, non ho potuto fare niente. Io su quella strada rovente ho perso un amico e una parte del mio ciclismo. Ma la famiglia cosa ha perso? Non si puo' descrivere a parole. Alessio viveva di ciclismo e viveva PER il ciclismo, viveva in simbiosi con la sua bici e sono sicuro che anche lassù non ha mai smesso di pedalare perche' non poteva stare senza la bicicletta.

Quando penso al GALLO e lo faccio molto spesso, mi viene sempre da ridere perché noi insieme alle nostre bici ci siamo divertiti davvero tanto, ma quando penso a quei due bambini che hanno scelto di seguire le orme del padre e non potranno godere della sua compagnia..e' li' mi si bagnano un po' gli occhi. Allora io dico: non è giusto che la famiglia subisca ancora una simile ingiustizzia da parte di quel ciclismo a cui IL GALLO ha dato anima e corpo.

Massimiliano Mori

COMMENTI

SORDO O ASSENTE

26 agosto 2013 10:31 Capitano

DI ROCCO, SE CI SEI BATTI UN COLPO......O QUESTI PROBLEMI NON PORTANDO VANTAGGI PERSONALI NON SONO DI SUA COMPETENZA..!!!!!! W IL CICLISMO, ABASSO IL DOPING E I POLITICI DEL CICLISMO....BERLESE ROBERTO

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