UCI | 21/08/2013 | 11:13 Due righe secche di comunicato: Il Comitato Direttivo di Swiss Cycling è ritornato sulla decisione assunta il 13 maggio 2013 riguardante la nomination di Pat McQuaid e ha deciso ieri di togliere il proprio sostegno a Pat McQuaid per la sua rielezione alla presidenza dell’UCI.
Ora è chiaro a tutti perché McQuaid, con una manovra poco chiara, nel mese scorso - ben oltre il termine fissato del 30 giugno - ha trovato il modo di farsi sostenere dalle federazioni di Marocco e Thailandia...
Alla luce di questa notizia, che fa il paio con quella ormai datata della Federazione irlandese (che era l'unica titolata a candidare Pat McQuaid alla Presidenza dell'UCI) direi che si possa affermare che è definitivamente finita la telenovela “BeautifulMcQuaidUci".
Il goffo tentativo di McQuaid di sostenere la validità della sua candidatura, attraverso la proposta di modifica delle norme elettorali stabilite dallo Statuto UCI fatta da Marocco e Thailandia, è priva di qualsiasi supporto derivante appunto dalle norme stabilite dallo Statuto UCI.
Proposta che anche fosse approvata, dal Congresso del 27 settembre di Firenze, non può avere potere retroattivo e modificare le condizioni di candidatura in essere al 30 giugno 2013 (data di scadenza per la presentazione delle candidature stesse). Neppure con l’immediata applicabilità sancita dall’art. 44 dello Statuto UCI: infatti “immediata applicabilità” vuole significare dal “momento successivo” all’approvazione del Congresso.
Oggi è chiaro che Pat McQuaid non sia un candidato alla presidenza UCI presentato dalla Federazione Irlandese o dalla Federazione Svizzera, ma basa la sua candidatura sulla proposta di modifica presentata da Marocco e Thailandia: procedura non prevista dallo Statuto UCI al 30 giugno, data di scadenza per la presentazione delle candidature.
Sulla Gazzetta dello Sport di oggi si legge, un articolo di Scognamiglio, in cui McQuaid dichiara di essere sicuro dell'appoggio di Renato Di Rocco nella corsa alla presidenza UCI!
Credo che qualcuno in Italia debba trarre alcune conclusioni e come diceva Enzo Tortora all’inizio di ogni puntata di Portobello: “dunque dove eravamo rimasti …..”.
La strada perché si ripeta quanto accaduto nelle recenti elezioni al CONI è tracciata ……
Un po di orgoglio per favore.
21 agosto 2013 19:00Bastiano
Non si chiede troppo ai nostri dirigenti federali, solo un po di orgoglio per poter mettere fine a questa imbarazzante farsa.
A tutti gli elettori di Di Rocco chiedo: siete davvero sicuri di aver fatto la cosa giusta nel votare un personaggio che appoggia questo grande burattinaio?
Per il bene del ciclismo tutto, togliete il vostro appoggio a Di Rocco ed ai suoi schiavi!
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