Presentato ufficialmente a Kigali, il Tour du Rwanda 2026 bussa alle porte, collocato tradizionalmente ad inizio stagione, dal 22 febbraio al 1° marzo. Eccola, dunque, una recita ciclistica resa speciale dall’eco generata dal mondiale di fine settembre, anche se per altri versi la manifestazione a tappe è la base fondamentale da cui il Paese delle Mille Colline è partito per poi approdare alla rassegna iridata.
Tour du Rwanda che diventa maggiorenne, diciottesima edizione, pronto a designare il successore del francese Fabien Doubey lungo 993 Km di paesaggi mozzafiato. Saranno 16.608 i metri totali di dislivello, mentre le compagini sono complessivamente 18. Si annuncia un mix di squadre Devo provenienti dal World Tour e quindi la schiera di Continental alle quali viene affidato il prezioso compito di consentire ai corridori africani e rwandesi di mettersi in mostra in quella che era e resta la principale gara a tappe del continente. Un trampolino di lancio. Completano il roster, non certo in maniera accessoria, quattro nazionali tra cui naturalmente quella di casa.
Andando per ordine, Devo del World Tour che propongono la partecipazione di UAE Team Emirates Gen Z, Movistar, NSN, PiCNIC PostNL, Intermarché, Soudal Quick Step, Tra le Continental spicca con rinnovate ambizioni il Team Amani, quindi le locali Benediction e May Stars, l’algerina Madar (miglior team africano), la tedesca Rembe Rat in luogo della Bike Aid, la brasiliana Swift Pro Cycling. Il quartetto di nazionali è composto da Rwanda, Eritrea, South Africa, Ethiopia.
Con la certezza di un concorso di pubblico fuori ordinanza (prima che subentri l’assuefazione ci vorrà del tempo), stesse scene d’entusiasmo proposte in occasione dei Mondiali, il Tour du Rwanda si concluderà esattamente al Kigali Convention Center, linea d’arrivo dove il fotogramma di riferimento non può che essere quello di Tadej Pogacar vincitore in solitaria. A proposito, l’ultima frazione (Kigali-Kigali, 99 km) comprende due giri del circuito di 15 km del Mondiale 2025.
Nel completo, le tappe sono un autentico omagggio ad ogni provincia del Paese: si inizia con i 174 della Rukomo-Rwamagama del 22 febbraio, quindi il 23 la Nyamata-Huye(135 km), il 24 la movimentata Huye-Rusizi(145 km ed arrivo sul Lago Kivu), il 25 la Karongi-Rubavu(127 di balconata sul grande specchio d’acqua). Alla quinta tappa del giorno 26 ci sarà un criterium di 82 km a Rubavu, mentre il 27 da Musanze, ai piedi dei Vulcani in cui vivono i Gorilla, ritorno nella Capitale al termine di 147 km. Quindi l’ultimo atto del 1° marzo, comprendente manco a dirlo il pavè che i corridori ed il mondo hanno imparato a conoscere, iconico e temuto.
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