CASO GALLETTI. Mario Cipollini: «Aiutiamo Consuelo, io ci sono»

INIZIATIVE | 14/08/2013 | 15:43
Riceviamo da Mario Cipollini una sua mail in seguito alla lettera aperta scritta da Consuelo Galletti, la moglie di Alessio, morto otto anni fa. In quelle poche righe Consuelo ha condensato la propria amarezza, il proprio dolore, la propria delusione per una vicenda, quella legata all’assicurazione di Alessio, che fino ad oggi non ha prodotto nulla. Consuelo, con la sua lettera-appello, non ha accusato nessuno. Si è limitata, da donna ferita e da madre di due bimbi, a gridare con assoluto garbo la propria preoccupazione: la situazione non è facile, lei oggi manda avanti da sola una gelateria, ma le difficoltà sono tantissime e con grande dignità chiede al mondo del ciclismo, che è il mondo che Alessio ha amato fino alla fine, un aiuto.

Non è il caso di fare processi, di buttare tutto il politica. Non è il caso di strumentalizzare niente e nessuno, ma semplicemente non dimenticare la storia di Alessio e quella di una madre che ha perso il proprio uomo e il padre dei suoi bimbi. Ognuno di noi può fare qualcosa per aiutare questa famiglia. Mario Cipollini, grande amico di Alessio e suo capitano per anni, con queste sue righe si è rimesso in gioco. Come qualche anno fa qualcosa ha fatto l’Accpi e anche Francesco Moser, che in prima persona aiutò Consuelo. tuttoBICI e tuttobiciweb.it lancia questo appello a tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Non vuole che la memoria di Alessio sia sporcata da giochetti stupidi, ma semplicemente riportata a galla, con iniziative che possano servire a Consuelo e ai suoi ragazzi.


Ecco l’appello di Mario Cipollini:

«Ho letto con grande emozione la lettera di Consuelo. Alessio, da tutti noi chiamato il “Gallo” era un ragazzo buono, sensibile, spiritoso e appassionato come pochi. Era l’amico di tutti, disponibile e gentile. Impossibile non pensarlo lungo quei tratti di strada che ancora oggi percorro in bicicletta, e che per tanti anni abbiamo percorso assieme. Il ciclismo è davvero una storia fatta di strada e d’incontri.

Spero che l’appello di Consuelo, pacato e gentile come solo lei sa essere, possa prendere sempre più forza e ringrazio a nome di tutti tuttoBICI e tuttobiciweb.it che hanno saputo darle questo spazio. Spero che questo appello giunga nei cuori di tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscere Alessio e che oggi conoscono Consuelo. Spero che le coscienze di ognuno abbiano un sussulto per fare qualcosa di concreto e bello.

Io mi unisco. Io ci sono. Io mi adopererò per fare in modo che Consuelo e i suoi due bimbi possano ritrovare un po’ di pace e serenità, in modo da guardare il mondo con una rinnovata fiducia. Gran Fondo, organizzatori, società, corridori, dirigenti, ognuno dia il suo piccolo contributo, se saremo in tanti potremmo davvero fare una grande cosa: tutti assieme. Questa è una “corsa” che possiamo e dobbiamo assolutamente vincere.

Mario Cipollini
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COMMENTI
I recapiti?
14 agosto 2013 15:55 Farnese
Se aprite una sottoscrizionee ci date i recapiti, noi partecipiamo volentieri.

Quoto in pieno per la sottoscrizione...
14 agosto 2013 16:18 Bartoli64
... anche se sono altri che dovrebbero rispondere della cosa, sono certo che il mondo del ciclismo, quello toscano in particolare, saprà fare la sua parte.

Una menzione di merito la voglio fare per Mario Cipollini, personaggio discusso e spesso controverso, di cui, però, non si può dire nulla a riguardo della sua schiettezza di sentimenti e della sua innata generosità... un "toscanaccio" autentico!

Bartoli64

14 agosto 2013 17:46 angelofrancini
Condivido in pieno l’iniziativa, di pensare ad un aiuto alla famiglia di Alessio Galletti, esposta da Mario Cipollini nella sua lettera.

Non posso condividere l’invito, che viene rivolto nella presentazione della lettera di Mario, di non fare processi o buttare tutto in politica: non lo capisco proprio per molti motivi.
La richiesta che ha fatto la signora Consuelo nella sua lettera di ieri al mondo del ciclismo era rivolta ad un aiuto per risolvere la vicenda burocratica legata alla liquidazione della polizza assicurativa di suo marito (statuita dalla Legge 91) e non mi pare contenesse una richiesta di altro aiuto!
Quando le faccende riguardano il doping di venti anni fa si cade nel pruriginoso, quando vi è di mezzo la qualità della vita di altre persone bisogna evitare le polemiche e non farne un fatto politico-sportivo.
Ma, se non mi sbaglio, stiamo parlando della famiglia di un corridore professionista che è morto in corsa!

Certamente non dobbiamo mischiare le due cose.
Da una parte la libera solidarietà del mondo ciclistico, con la signora Consuelo ed i suoi figli, proposta da Mario.
Dall’altra tale solidarietà non deve farci dimenticare di essere intransigenti verso coloro che hanno la responsabili che fatti del genere accadano e che vanno fermamente evidenziati affinché non si ripetano: tanto più che sono trascorsi in silenzi ed omissioni più di otto anni da quel giorno del giugno 2005.
Vi sono responsabilità, in questa vicenda di Alessio Galletti, grosse come una casa.
Responsabilità che coinvolgono l’U.C.I., la F.C.I., la L.C.P. e l’A.C.C.P.I.
I dirigenti di questi enti devono, alla signora Consuelo, una risposta precisa: dove era assicurato suo marito Alessio.
E se risultasse che non era assicurato, essendo tali dirigenti responsabili del controllo statuito dalla Legge 91 sulla realizzazione di tale fatto, debbono assumersi le loro responsabilità e trarne le dovute conclusioni.
Non è in gioco solo la singola vicenda di Alessio Galletti.
Qui è in gioco la situazione di tutti quegli atleti che oggi corrono, nel mondo professionistico (e peggio ancora in quello para-professionistico delle continental, in una terra di nessuno), senza avere nessuna copertura assicurativa: quanti sono i Paesi che pongono come clausola obbligatoria per il tesseramento degli atleti la stipula di una polizza assicurativa infortuni? Pochissimi.
Quanti atleti con tessera straniera corrono nelle gare internazionali, non solo in Italia, senza alcuna copertura assicurativa? Molti.
Chiedete all’organizzatore di una sei giorni in che guaio si trovò coinvolto in seguito ad un incidente capitato ad un corridore straniero che risultò privo di copertura assicurativa.

Per la cronaca Alessio Galletti correva per la NATURINO-SAPORE DI MARE, gruppo sportivo Continental Professional affiliato alla Federazione Svizzera, con tessera rilasciata dalla F.C.I. tramite il C.C.P. (ora Lega Ciclismo Professionistico).


Questione di immagine
14 agosto 2013 18:52 Per89
Leggendo la lettera della signora Consuelo non mi pare abbia chiesto un aiuto economico, mi sembra che abbia chiesto aiuto per accelerare le pratiche burocratiche... L'iniziativa di Cipollini seppur ammirevole e generosa, mi sembra un modo come un altro di riscattare la sua immagine, dopo con lo scoop della Gazzetta su un suo coinvolgimento nell'OP mai smentito e poi con l'inchiesta del senato francese.... In Italia invece c'è ancora un muro di gomma che non verrà mai abbattuto e tra qualche mese ci si dimenticherà di queste due vicende....

pronti
14 agosto 2013 21:37 fido113
Coordinate e noi partiamo con l'aiuto.

CASO GALLETTI. Mario Cipollini: «Aiutiamo Consuelo, io ci sono»
20 settembre 2013 02:41 aldous
Ci risiamo: tutto sbagliato, tutto da rifare, diceva il grande Gino. Questa notizia mi fa ricordare la triste vicenda di Fabio Casartelli, morto nel Tour del 1995, e della sua famiglia maltrattata per anni dalla burocrazia attuata delle assicurazioni. Che schifo.

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