Maglia nera a Mattia Cattaneo. Nerissima: come la jella che chiude il suo Giro. Cinque chilometri sul lungomare e il valoroso giovane della Lampre finisce in ambulanza: non è record, ma ci va vicino. Meglio di lui in questo Giro solo Cobo, ex vincitore della Vuelta e uno dei corridori più esperti in gruppo: a Ischia è riuscito a grattugiarsi il sedere sull’asfalto mentre provava la cronosquadre. Premio Rotelline 2013.
È il destino dei ciclisti, che meriterebbero rispetto anche per questo: dietro l’angolo c’è sempre un gatto nero che li aspetta. Pantani, buonanima, lo trovò davvero: riuscì a tornare all’ospedale pochi mesi dopo esserne uscito. Ciascuno ha la sua: chi per una buca, chi per un tombino, chi per un cane che attraversa all’improvviso o per un collega cane che non sa guidar la bici, di modi per saltar per aria come il Vil Coyote esiste una vera e propria antologia. C’è anche chi si è fatto male in modi originali, per non dire unici: famoso Bortolami che negli anni Novanta fu centrato con una carabina da due bambini appostati su un balcone. Da lì in poi gli riuscì più facile andare in fuga come una fucilata.
Cadere fa parte del bagaglio tecnico del ciclista: come la borraccia, gli occhiali e l’incoraggiante pacca sulle spalle di Sgarbozza al raduno di partenza. Si vola per tante cause e in tutte le maniere: c’è chi si stende come un tappeto, chi va ad abbracciare un albero e chi sparisce nei burroni, cercando di usare la bici come un deltaplano. C’è pure chi lascia la fotografia della sua faccia sui cartelloni pubblicitari: se riesce a restare integro, guadagna un contratto da testimonial.
Stavolta la maledizione è toccata a Cattaneo: è andato a casa sotto gli occhi della fidanzata Giulia, venuta a salutarlo alla partenza. Sapevano entrambi che questo era un giorno speciale: pensavano al loro appuntamento, purtroppo non immaginavano il resto. Qualche timido abbraccio al villaggio alla partenza, due chiacchiere discrete alle transenne del viale di partenza: così i due hanno consumato in fretta il loro incontro. Cinque minuti dopo, è svanito tutto: Mattia è scivolato in curva, picchiando il femore, che fortunatamente ha retto l’urto. Così è la vita dei ciclisti: dai bacetti al bacino.
La frase del giorno. «Una tappa quella di oggi in cui sembra di vivere su una di quelle giostre del luna park». (Andrea De Luca dalla moto Rai prova a raccontare il Giro con parole sue).
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