GIRO D'ITALIA | 29/04/2013 | 17:49 C’e' un'Italia che pedala verso la rinascita.Nel ciclismo, e non solo. E' nel Dna del Giro percorrere in lungo e largo le sue strade all'unisono col passo del Paese. E diventare cosi' immagine di una nazione, in questa occasione della sua voglia di rialzarsi e superare i momenti piu' bui. Non c’e' un Bartali dei tempi moderni, ma alla partenza di sabato da Napoli potrebbe esserci Vincenzo Nibali a sanare le ferite di uno sport appesantito da tante ombre e comunque amatissimo. E a restituire senso di appartenenza alle centinaia di migliaia di persone che da Nord a Sud si affacciano sulle strade del serpentone rosa. ''Questa e' la speranza'', dice Romano Prodi a proposito del pronostico sportivo. Nei giorni in cui il suo nome era in prima fila per il Quirinale, l'ex presidente del consiglio ha anche avuto il tempo di seguire le classiche delle Ardenne, nel rispetto di una passione profonda, autentica, molto italiana: quella per i pedali. ''Per il nostro ciclismo - dice - sulle strade del Nordeuropa, e' andata male. Anzi, malissimo. Questo Giro non avra' il compito di riunificare il Paese: l'Italia e' sempre unita, bisognera' solo stabilire se lo sara' nella sconfitta o nella vittoria. Abbiamo un gran bisogno di vincere qualcosa d'importante, di tornare al successo. Lo sport, come fenomeno nazional-popolare, puo' tirare un po' su questo Paese, anche se non basta''. Le due ruote come il Paese, insomma. ''Il ciclismo ha bisogno di un nuovo simbolo, di un idolo, di un campione in grado di scaldare i cuori degli italiani - prosegue Prodi -. Dopo Pantani, nessuno c'e' riuscito. Nibali? Questo Giro sembra fatto apposta per lui. Speriamo possa diventare la nuova icona del ciclismo italiano''. Prodi torna sugli insuccessi, i crolli e le delusioni nelle corse in linea: Liegi, Roubaix, Fiandre, Sanremo, in ordine sparso, hanno premiato atleti d'oltreconfine. ''Non e' mai andata cosi' male a inizio stagione - ammette l'ex premier -. Adesso, pero', c'e' il Giro e la speranza concreta di vedere Nibali in maglia rosa a Brescia, cresce. Attenzione, pero': il siciliano avra' un grandissimo rivale di nome Wiggins. Non uno qualunque. Per batterlo dovra' essere non solo forte, ma continuo. Non vinciamo il Giro da tre anni...''. ''Tuttavia, lo ripeto, non serve solo una vittoria - prosegue Romano Prodi - bensi' un'impresa. Non dico come quelle di Cancellara, a inizio stagione, ma una vittoria con qualcosa di epico, di leggendario. In questo momento ci manca il campione, l'idolo''. Il 96/o Giro d'Italia e' duro, proibito a chi non osa rischiare: per vincerlo ci vorranno gambe e cuore, determinazione e tenacia, ma anche un pizzico d'incoscienza. ''Nella corsa rosa di quest'anno hanno messo dentro proprio tutto: montagne, cronometro, tappe belle, durissime. Ci sono i presupposti per le grandi imprese, insomma. C'e' il mitico Galibier, ci sono lo Stelvio, il Gavia, le Tre Cime di Lavaredo, le montagne dell'Appennino. Si', il percorso e' adattissimo a uno come Nibali, che e' un ragazzo robusto e serio. Lui ci da' tanta speranza. Ma non paragoniamolo a Bartali, per carita': Gino era l'italiano che vinceva all'estero, un uomo che, attraverso lo sport, riusciva a trasformare le proprie imprese in leggenda. Bartali incarnava la figura dell'italiano coraggioso''. Prodi spera, come tanti appassionati, che il ciclismo resista agli scossoni riconducibili al doping. ''Questo sport bellissimo, per tutti, e' stato molto danneggiato da una malapianta che s'insinua ed e' difficile da estirpare - fa notare amaramente Prodi - Quando qualcuno compie un'impresa, si sente subito dire: 'chissa' cosa aveva ingoiato'. La sfiducia e' fortissima e questo danneggia il ciclismo''. Prodi conclude garantendo che, anche quest'anno, salira' in sella alla bici. ''Non sono ancora allenatissimo, ma ho gia' percorso 50 km, mi sono tenuto in forma praticando jogging; adesso sono pronto per tornare in sella''. (ansa).
caro Signor Prodi, inizia il Giro e tutti ci dobbiamo stringere in un ideale abbraccio di fratellanza, da Nord a Sud, perchè il ciclismo unisce le masse di italiani assiepati lungo le strade a sostenere e a tifare per lo sport più bello che esista ..... grazie Signor Prodi, lo sapevamo già anche prima che lei arrivasse con la sua retorica tipo sermone. Vede, Signor Prodi, la disfatta delle Ardenne e della campagna del Nord in generale, per i ciclisti italiani è stata come la disfatta del Governo Italiano negli ultimi anni ... provi apensarci su mentre pedala allegramente .....
Devo commentare?..
30 aprile 2013 09:15magico47
Ma cosa parla a fare? Da che voce viene quest'appello,chi vuole riunire? noi di questo Mondo del Ciclismo siamo su una strada onesta,non come quella dove voi politici avete fatto la vostra fortuna alle nostre spalle,non ho mai visto uno di voi prendere le posizioni per questo sport bistrattato e calpestato da tutti e in specialmodo da giornali e TV.Pensaci tu a riunire l'Italia,Noi del CICLISMO siamo già uniti e compatti.
Loriano gragnoli DCI
magico47
30 aprile 2013 10:40stargate
Ben detto, sig. Gragnoli. Queste tiratine retoriche, simili più a ipocriti sermoncini d'occasione che a discorsi seri e costruttivi, certi signori se le possono risparmiare. Noi appassionati del ciclismo, nelle inevitabili e, per fortuna, essenziali disparità di vedute su tanti argomenti, siamo comunque uniti nel presupposto base, come da Lei ricordato. Lieto che Prodi abbia già percorso 50 Km., gli auguro di continuare a pedalare in tutta serenità, evitando esternazioni che sanno solo di propaganda. (Alberto Pionca - Cagliari)
prodi
30 aprile 2013 10:44cimo
ma basta..............per fortuna lo abbiamo evitato come presidente, Grazie Napolitano!!
prodi
30 aprile 2013 10:46cimo
Ho GIA' percorso 50 km......caspita che faticaccia..........ma che bisogno c'è di dare spazio a questo personaggio? ma cosa vuole riunire uno come lui che ha sempre seminato zizzania?
Signor PRODI,
30 aprile 2013 13:35geom54
Lei, veda Signor PRODI, lo scrivo nel suo dialetto così che lo capisca meglio:
"Ci furb, sol se chi-elt iè imbezel";
nessun saluto a Lei comunque.
Sig. Prodi,
30 aprile 2013 16:08Cristallo
I campioni del passato hanno dato lustro all'Italia di allora.
Oggi non è vero che non ci sono più campioni, ok c'è Nibali, ma ce ne sono tanti altri della nuova generazione che stanno crescendo, alcuni sono già emersi in parte perchè hanno avuto il loro spazio, altri sono li che aspettano che arrivi il momento giusto anche per loro, perchè si sentono di dare molto a questo sport che amano e che dà soddisfazioni, ma che chiede anche molti sacrifici.
In questo Giro d'Italia emergeranno come sempre i campioni già affermati, ma ci saranno molti giovani che daranno loro del filo da torcere.
Lei si lamenta perchè sulle strade Nordeuropee non abbiamo raccolto successi. Dovrebbe essere invece felice visto che in Europa ci ha portato Lei.
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