Armstrong - Tour 1999, l'UCI ammette le sue colpe

| 27/02/2006 | 00:00
L’Uci torna sul caso «Armstrong - Tour 1999» e lo fa in un comunicato ufficiale nel quale ammette le proprie responsabilità. «Durante i Giochi Olimpici di Torino, il presidente della Wada, Dick Pound, ha informato il Vicepresidente dell’UCI Hein Verbruggen, che la WADA è in possesso delle copie di quindici formulari di controllo antidoping relativi a Lance Armstrong, risalenti al Tour de France 1999, e provenienti dall’UCI. L’UCI ha immediatamente avviato un’inchiesta interna e ha scoperto, suo malgrado, la veridicità di questa affermazione. In un primo tempo, l’UCI aveva dichiarato ufficialmente che solo una copia di un formulario era stata consegnata al giornalista Damien Ressiot de "L’Equipe". Nel luglio 2005, infatti, Ressiot informava l’UCi della sua intenzione di scrivere un articolo su Armstrong sostenedno che Armstrong non aveva mai preso prodotti illeciti dopo il suo ritorno alle corse, legati in qualche modo alla sua malattia. Era stato allora convenuto con Armstrong che Ressiot avrebbe potuto consultare, presso la sede dell’UCI, i documenti relativi ai controlli subiti da Armstrong nel Tour 1999, per dimostrare che nessun medicinale era stato in alcun modo autorizzato. E Ressiot fu anche autorizzato a fare una copia di questi documenti, per correrdare i suoi articoli. Invece l’articolo scritto da Ressiot su "L'Equipe" del 23 agosto 2005 riportava i risultati di ricerche scientifiche effettuate dal laboratorio di Chatenay Malabry su dei campioni di urine prelevati nel Tour del 1999. Prima della pubblicazione, lo stesso laboratorio aveva inviato un rapporto confidenziale alla Wada e al Ministero francese dello Sport. Nonostante la segretezza, i campioni erano contraddistinti dal codice che li accompagna e che ha permesso di risalire agli atleti. E Ressiot, che si era procurato una copia del rapporto confidenziale, lo ha pubblicato insieme a sei formulari del controllo antidoping legati ad Armstrong. È evidente per l’UCI che Ressiot ha utilizzato un falso pretesto per aver accesso ai formulari antidoping di Armstrong. In seguito all’inchiesta interna dell’UCI, siamo costretti ad ammettere che un membro del personale UCI ha fornito a Ressiot una copia di ciascuno dei quindici formulari di controllo antidoping, invece che uno solo come aveva ammesso in un primo momento, anche se bisogna sottolineare come questo atto sia stato compiuto ina ssoluta buona fede. L’Uci sottolinea anche che i responsabili della direzione della Federazione Internazionale sono stati informati solo recentemente della consegna dei documenti a Ressiot e che le dichiarazioni pubblicate su L’Equipe erano frutto di questa consegna. L’UCI rimpiange di non essere stata informata correttamente fin dall’inizio di questa vicenda e si scusa pubblicamente per tutti i malintesi occorsi. Deplorando il comportamento comunque scorretto del giornalista francese, l’UCI informa che sono state prese misure appropriate al suo interno. Infine, l’UCI attende con fiducia i risultati dell’inchiesta indipendente sulle accuse di doping formulate contro Lance Armstrong».
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