LOMBARDIA. Bernardelli chiede più spazio per le italiane

| 05/01/2013 | 09:33
Per il movimento ciclistico italiano questo è sicuramente un momento importante e delicato, tanto sotto il profilo politico-istituzionale, quanto dal punto di vista tecnico-organizzativo, con l’assemblea nazionale alle porte e l’imminente presentazione dei componenti e delle maglie delle nuove squadre. Anche per questa ragione, evidentemente, negli ultimi giorni sui principali organi di stampa e tra i più visitati siti internet di settore sono stati pubblicati dei contributi utili ed interessanti per il rilancio complessivo del nostro sport.
A Silvio Martinello, Francesco Moser e Paolo Bettini in particolare va riconosciuto il merito di aver affrontato, con franchezza e spirito costruttivo, alcuni temi cruciali per il futuro del ciclismo: dalla sicurezza in strada al numero delle squadre partecipanti alle grandi corse a tappe, passando attraverso la “vexata questio” della promozione ed il tasto dolente delle politiche giovanili. Vista la rilevanza e la centralità del ruolo che la Lombardia riveste all’interno del movimento ciclistico nazionale, “non è certo pensabile per la nostra Regione restare a margine di questa discussione così importante per le sorti dello sport che tutti amiamo”, sostiene infatti il Presidente Bernardelli. A suo avviso in particolare, “meritano un adeguato approfondimento tutte le proposte che vadano nella direzione di salvaguardare la sicurezza e l’incolumità dei corridori.
Utile, a questo scopo, potrebbe essere senz’altro la riduzione da 9 a 7 del numero dei componenti delle squadre partecipanti alle grandi corse a tappe, che sono peraltro spesso caratterizzate, specie nelle loro battute iniziali, da un gran numero di cadute. Al di là del fatto che questi incidenti arrecano un grave danno d’immagine al nostro sport, non è difficile immaginare che una sensibile riduzione del numero dei tesserati di ogni squadra potrebbe senz’altro contenerne il numero e la frequenza”.
Un simile alleggerimento potrebbe altresì contribuire ad un generale contenimento dei costi, che, anche a livello giovanile, tendono sempre più a diventare insostenibilI. Al riguardo, così aggiunge Bernardelli: “Credo in generale che abbia ragione Bettini. Bisogna ridurre la quotazione ed il valore di mercato, per così dire, degli juniores in particolare, che, pur bravi e competitivi, sono ancora degli atleti in fase di crescita, maturazione e perfezionamento. Vanno evitate inutili pressioni, che tolgono serenità agli atleti ed ai tecnici, responsabili del loro allenamento. Proprio a questo riguardo sarebbe poi opportuna una maggiore interazione tra settore tecnico nazionale ed il territorio, raggiungibile ad esempio con visite periodiche ed incontri ufficiali, regione per regione, che si possono organizzare, previa disponibilità dei diversi responsabili, nazionali e locali, delle differenti specialità”.
Così facendo si contribuirebbe poi ad accrescere l’entusiasmo della base e degli appassionati attivi sul territorio, che meritano attenzione, considerazione e, più in generale, un riscontro diretto dal vertice istituzionale ed organizzativo del nostro movimento. Il ciclismo deve tornare ad investire ancora più fortemente sulla passione dei suoi praticanti, elaborando strategie di marketing funzionali anzitutto all’ampliamento del proprio bacino di utenza ed all’individuazione quindi di nuovi target, come bambini e ragazzi in età scolare, ma anche imprenditori appassionati, interessati a sostenere il nostro movimento, attraverso il canonico e sempre più importante canale della sponsorizzazione.
A questo scopo, secondo Bernardelli, “è importante che gli organizzatori delle classicissime garantiscano un maggiore accesso alle squadre nazionali o del territorio, agevolando il rilascio delle wild cards, e soprattutto una più diretta visibilità delle maglie, che, nonostante tutto, continuano ancora a rappresentare un fondamentale punto di riferimento e di ancoraggio per tutti gli appassionati e coloro che seguono, direttamente su strada, oppure in televisione, alla radio e su internet, le gesta dei loro beniamini”.

Enrico Landoni
comunicato stampa

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COMMENTI
Bene,bene...
5 gennaio 2013 10:30 magico47
I principi sono buoni,ma NON ho mai visto applicarli,basta guardare chi sta ai vertici del comando di ogni settore,chi gestisce lo fa solo per il suo interesse o per l'interesse di qualche compare,siamo sicuri che loro vogliono bene al CICLISMO?

Loriano Gragnoli "uno che al Ciclismo vuole bene"...senza interesse!
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