ITALIA. Per le corse è allarme rosso

| 04/01/2013 | 09:56
Tre corse scomparse tra le quattro in calendario a febbraio: per il movimento professionistico italiano è allarme rosso. Donoratico, Calabria e Friuli gettano la spugna, ognuna con i suoi motivi e le sue storie, ma l'allarme è chiaro.
Chiunque sarà il presidente federale eletto sabato prossimo a Levico Terme, non potrà non mettere ai primi posti della propria agenda il problema delle corse professionistiche italiane. Ma un segnale importante dovrebbe arrivare - e non arriva, ormai da anni - anche dall'Uci, evidentemente troppo impegnata nel suo progetto di mondializzazione per accorgersi del momento di gravissima difficioltà che vivono le nazioni che hanno fatto la storia del ciclismo, con i loro campioni e le loro corse.
Se l'Italia piange, infatti, non sorridono Francia e Spagna, la Germania è sparita, Belgio e Olanda zoppicano, l'Europa intera soffre.
È necessaria da parte di tutti una profonda riflessione: nessuno di noi pretende che Aigle risolva - per fare un esempio - i problemi economici di Donoratico, ma è necessario studiare un piano d'azione che permetta agli organizzatori delle corse "tradizionali" di poter avere garanzie almeno dal punto di vista sportivo per poter sopravvivere, crescere ed essere utili al movimento stesso.
Sappiamo tutti che in Qatar hanno tanti risorse per organizzare la loro corsa a tappe, ma sappiamo anche che l'unico applauso per i corridori arriva dalle palme del deserto e da pochi sceicchi al traguardo. Un bravo dirigente deve saper sfruttare i soldi del Qatar e la passione dei tifosi di Donoratico. Ma forse è chiedere troppo...
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COMMENTI
Complimeti
4 gennaio 2013 12:36 venetacyclismo
Ottima politica federale, bravi complimenti, siamo sulla buona strada, bravi

aiuto
4 gennaio 2013 12:57 cimo
Ormai le corse italiane storiche o meno vanno sempre più scomparendo a favore di insulse corse in Cina o nel mezo del deserto, ma il dramma è che a nessuno sembra importare più di tanto.....povero ciclismo....

Finanziamenti
4 gennaio 2013 13:14 paree
Purtroppo in questo momento non ci sono soldi:I comuni, Province, Regioni ecc. non possono spendere,gli sponsor hanno pochi fondi e spendono dove hanno ritorni e inoltre le corse dei proffessionisti costano parecchio....

w i 50 anni del trofeo laigueglia
4 gennaio 2013 16:09 ragno70
vista la moria di corse di inizio stagione un plauso va fatto ad amministratori ed organizzatori che in questi 50 anni si sono avvicendati nella corsa ligure. Pur con grandi difficoltà non hanno mai mollato COMPLIMENTI!!

Impopolarità
4 gennaio 2013 17:28 gipi66
Se pensiamo ai decenni passati, per ognuno di questi potremmo elencare almeno 3 campioni che li hanno segnati. la loro popolarità andava oltre l'appassionato di Ciclismo, erano personaggi conosciuti anche dalla nonna!! Pensiamo a Pantani, Bugno, Moser, Gimondi ecc.... Ora, secondo voi il 1° decennio del 20° secolo da chi rimarrà segnato??? Boh non lo sappiamo neanche noi che mastichiamo ciclismo, figuriamoci la nonna!!! Ecco tutto questo per dire che gli sponsor cercano un veicolo popolare per diffondere il proprio marchio, non una giostra di sconosciuti che passeggiano con uno sponsor al collo. A questa stregua vanno meglio i cartelloni pubblicitari!!

sponsor
4 gennaio 2013 17:55 ragno70
ma caro gigi gli sponsor ci sono sempre stati nel mondo del ciclismo...la differenza è che una volta c'era gente più sana...più genuina bisognerebbe che chi comanda il giocattolo a livello italiano..o mondiale si facesse un esame di coscienza e smetterla di organizzare corse in giro per il mondo dove nessuno le vede e farle poi gestire da parenti fratelli figli....ecc eccc

CRISI
4 gennaio 2013 19:01 girapedali
Tutto OK quello che dite, difficoltà economiche, visibiltà, UCI (grande animale che andrebbe domato), certezza di partecipazione ecc. ecc., non ultimo il problema fiscale, lo sponsor che ti da i soldini ha il terrore di essere BASTONATO DAL FISCO ITALIANO, lo sponsor NON HA NESSUNA CONVENIENZA FISCALE A DARTI I SOLDINI anzi ha paura che gli arrivi la Finanza a casa!!! Questo è un grosso problema e dobbiamo riflettere FCI/CONI debbono parlare al Ministero e al FISCO Italiano !!!!!! Chuidiamo tutti tra un po'

Il problema non é solo la crisi economica
4 gennaio 2013 20:58 Monti1970
Il problema principale é:l'antindoping esasperato che ha fatto si di accostare questo sport solo al doping. La gente é stufa di sentir parlare sempre di doping. Solo e soltanto doping. La gente ha smesso di seguire il ciclismo. Oramai è diventato uno sport minore. Altri sport sono venuti ala ribalta e hanno superato il ciclismo

x girapedali
5 gennaio 2013 00:59 SoCarlo
mi sfugge il nesso tra sponsor e convenienza fiscale.
mi sembrerebbe singolare che ci sia la possibilita' di avere vantaggi fiscali se si sponsorizzano eventi sportivi di professionisti.
Ci sono casi del genere? in italia o all'estero? e riguardano tutti gli sport?

Quanto allo sponsor che ha paura del fisco, questo e' un problema tutto italiano, con cui il ciclismo deve convivere, ma del quale non ha alcuna colpa.
Sono certo, da come esponi i tuoi pensieri, che sei addentro al settore, ma non vedo perche' addossare al fisco la responsabilita' di quanto succede.
Se le aziende sponsor delle corse non hanno i conti in ordine (eufemismo?) non e' colpa di chi corre in bici.
Certo che quei soldi ci farebbero comodo (anch'io corro), ma di questo passo perche' non chiedere che anche la malavita possa liberamente sponsorizzare il ciclismo?

Purtroppo per il nostro sport, e per noi, gli sponsor seri hanno abbandonato la bici come mezzo di comunicazione di massa.
Il problema e' culturale, di promozione, e anche di doping. Quest'ultimo, in aggiunta ai primi due gestiti da una federazione e classe politica inadeguati, ha fatto si' che molte aziende guardassero altrove per pubblicizzare i propri prodotti.
E non e' negando che esista il doping che si risolverebbe il problema.
Aiuterebbe, pero', che al ciclismo sia dato la stessa dignita' di altri sport quando si parli di tale problema. E aiuterebbe altrettanto anche che la federazione renda noto cio' che nel ciclismo si fa per sconfiggere tale male (magari comparando con cio' che in altri sport NON si vuole fare).
Al proposito e' facile vedere i differenti trattamenti sui media tra chi (sembra) si sia venduta la vittoria in una classica e chi, con certezza, scommetteva 1.5 MILIONI di euro su una partita di calcio (titolare della nazionale azzurra).
E che dire dei tennisti che non vogliono essere reperibili per controlli a sorpresa (laddove i ciclisti sono reperibili sempre ed uno ha addirittura perso il Tour per questo).
E di positivita' accertate al nandrolone, stadi chiusi all'arrivo degli ispettori antidoping,... Non oso immaginare il putiferio se tali eventi fossero avvenuti nel mondo delle due ruote.

Su questo punto vorrei enfatizzare quella che secondo me e' una mancanza (grave) della nostra federazione nel tutelare lo sport di cui si occupa e per cui esiste.
Di fronte a questi casi il ciclismo combatte una lotta impari con altri sports per accapparrarsi sponsor (come gia' evidenziato da Saronni, intervistato su queste pagine).

son contento...
5 gennaio 2013 10:34 ssss
per fortuna che c'è davico! Sennò sarebbero 4 su 4... W il Trofeo Laigueglia!

Non andremo lontano così facendo...
5 gennaio 2013 10:37 magico47
IL Ciclismo è disorientato,ingenuo e un po\' XXXXXXXX!! perdiamo le nostre grandi vecchie tradizioni,per quattro miserabili soldi VENDIAMO la nostra storia che è e rimane quella vera del GRANDE CICLISMO...tutto il resto è:\"Abbassarsi i pantaloni\",..!


Gragnoli Loriano DCI

il problema è l'Uci
5 gennaio 2013 11:53 tanev
mai come in questi tempi, è l'Uci il vero problema perche non è una organizzazione democratica , bensi di proprietà di pochi elementi come nel calcio lo è Blatter e la sua famiglia larga. Si sono inventati il passaporto biologico per venderlo facendo soldoni, hanno distrutto il ciclismo chiedendo quantità enormi di denaro per l'organizzazione delle gare, hanno creato una azienda multinazionale con proprietario unico, dando molto potere ai general manager poi hanno completato l'organigramma della LTD oppure SPA se piace di piu;in piu qualche politicante della FCI ha provato e prova ad affondare le mani nella marmellata.L'Uci è una vergogna e il vero male del ciclismo che ormai mi spiace ma non c'è piu, come sport ora è piu finito che mai e proprio grazie agli sporchi interessi dei sopracitati i wquasli purtroppo essendo anche degli ignoranti hanno finito solo per tirarsi lo strumento che dovrebbero usare nella vita reale ovvero la zappa, sui piedi perche col ciclismo italiano ridotto ai minimi termini anche la loro importanza risulta essere quantomeno afflosciata.Un innamorato pazzo del ciclismo vero ed onesto.

x SoCarlo
5 gennaio 2013 18:34 girapedali
Caro amico, metteresti a disposizione dei soldini per eventi sportivi di ciclismo per avere scarso ritorno e poco o niente in detrazione fiscale anzi con il rischio di esporti nei confronti del fisco???Lo sponsor deve avere convenienza o no questo intendevo dire!!Per il doping hai ragione, il ciclismo si svolge prevalentemente dulle strade e per fortuna è più controllabile rispetto ad altre discipline, per entrare in uno stadio devi bussare alla porta e magari ti senti dire di no ! Ma questo dipende anche dal """peso politico della Federazione"""" rispetto ad altre Federazioni .

E' arrivato il momento...............
5 gennaio 2013 22:42 glennpeter
E' arrivato il momento per le Federazioni storiche del Ciclismo Europeo, vale a dire Italia, Belgio, Olanda, Francia e Spagna, di staccarsi dall'UCI e di dare finalmente consistenza e ribalta all'UEC in modo che essa non sia più una costola dell'UCI, ma sia una Federazione indipendente capace finalmente di formulare progetti seri e competitivi per il Ciclismo. La scomparsa delle varie corse Italiane ed Europee sono figlie delle decisioni scellerate della "premiata ditta" McQuaid & Verbrugghe. Se vogliamo che il Ciclismo continui a vivere, beh, non c'è un minuto da perdere. E' davvero arrivato il momento di prendere una decisione. Sperando che sia quella giusta.

Inesorabile declino
7 gennaio 2013 16:03 Melampo
In Italia organizza:

RCS: Strade Bianche, Tirreno-Adriatico (5 tappe), Milano-San Remo, Giro d'Italia (21 tappe), Giro del Piemonte e Giro di Lombardia.

Il G. S. Emilia: Settimana internazionale Coppi e Bartali (5 tappe), Memorial Marco Pantani, Giro dell'Emilia e G.P. Beghelli:

L'A.C.Arona: G.P. Nobili Rubinetterie e Milano Torino.

Tutti gli altri 17 organizzano corse di un giorno (a parte l'A.S.D. Monviso-Venezia, con il Giro di Padania, 5 tappe).

Questo era il 2012. Nel 2013, RCS e G.S. Emilia a parte, quanti ne rimarranno, visto che in due anni a Febbraio si sono persi 10 giorni di gare? (ed ora ce ne è uno solo ...)

Che tristezza assistere all'agonia dello sport più bello di tutti ...

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