DA TUTTOBICI. UNA FIABA PER NATALE

| 26/12/2012 | 10:27
Uno sport che ha metabolizzato il caso Armstrong può permettersi una fiaba di Na­tale. Eccola.

C’era una volta il figlio di un f­a­moso campione di ciclismo, e lì per lì sembrava automatico che  an­che il ragazzo si desse allo sport della bicicletta, dove il padre aveva raccolto allori e quattrini. Fra l’altro il ragazzo cresceva tosto, alto, forte, e davvero ricordava il padre nel fisico. Il padre però non voleva, in questo d’accordo anche con la madre trepida, che il figlio praticasse, e ovviamente con impegno, uno sport così faticoso. E allora ave­va ben presto tessuto una vasta saggia trama per far sì che il pargolo diventasse tifoso di calcio, e an­dasse a tirare calci ad un pallone presso una società organizzata an­che nel settore giovanile. Era una squadra di cui il padre era persino più che tifoso: nel senso che era ami­co dei dirigenti, dei tecnici, era un idolo dei calciatori che in quel paese si ritenevano e anzi erano in­feriori, come popolarità, ai ciclisti amatissimi, e in particolare era ami­cissimo di colui che giocando da centravanti era diventato la mas­sima gloria del football nazionale. E la massima di sempre, ad­di­rittura.
Il figlio dunque prese seriamente a giocare al pallone, e non giocava male, anzi. Prometteva, ecco. Il pa­dre provvedeva a enfatizzargli e intanto a demonizzargli le fatiche e i rischi del ciclismo, e di contro a magnificargli la relativa comodità del calcio, dove non era necessario essere fachiri masochistici per emergere, se almeno si aveva un po’ di talento e un bel fisico. Il suo caso. Il ragazzo però non sembrava convinto della scelta, continuava a chiedere al padre che gli raccontasse delle sue gesta in bicicletta, e non perdeva occasione non so­lo per seguire lo sport che era pur sempre quello di casa (la mam­ma fra l’altro era la figlia di un ex commissario tecnico nazionale dei pedalatori dilettanti), ma anche per salire su una delle molte biciclette da corsa che stavano nel garage di casa e scatenarsi in pedalate vigorose per le stradine del suo paesino, una specie di sobborgo della grande città, e pazienza se dalle sue parti pioveva quasi sempre.
La vigilia di un Natale in casa del campione si fece festa sino a tarda ora e si brindò all’anno nuovo che stava arrivando come a quello che avrebbe dovuto finalmente vedere le prime affermazioni calcistiche del ragazzo. Il quale ragazzo diceva che sì, si sentiva pronto, però i ge­nitori, e specialmente la mam­ma, avvertivano qualcosa di strano nel suo assentire ad un programma di grande impegno prossimo venturo col pallone.
La mattina di Natale faceva freddo, molto freddo, e le strade erano ghiacciate. Nella stanza da bagno principale dell’alloggio vasto e lussuoso c’era un grande specchio, e sullo specchio la mamma lesse la frase con cui il figlio annunciava che era uscito in bicicletta, rinunciando a ore di sonno, per allenarsi in quello che, lo aveva deciso irrevocabilmente, sarebbe stato il suo sport, nella scia del papà. E tanto peggio per il calcio. La scritta, l’annuncio, l’editto era stato compilato usando come matita il rossetto della mamma. Non molte ma poche precise parole: “Vo­glio diventare un buon ciclista e sono uscito ad allenarmi. Dovete capirmi, scusarmi e lasciarmi libero di insistere. Grazie di volere spiegare per conto mio la cosa ai vostri amici del calcio”.
Lo specchio era quello del bagno grande di casa Merckx a Krainen, periferia di Bruxelles, Belgio. La casa del più forte (non il più grande, che si chiama Fausto Coppi) campione di ogni tempo. Il ragazzo era Axel, figlio dell’immenso Ed­dy e di Claudine e fratello di Sa­brina. Il quale Axel, convinti così i genitori spauriti e orgogliosi insieme, della genuinità della sua vocazione, riuscì a diventare ciclista professionista, vincendo anche una tappa del Giro d’Italia, e imitando il padre almeno una volta nella feroce volontà agoni­sti­ca, visto che per il resto era inimitabile.
La fiaba di Natale mica finisce qui, sarebbe troppo comodo e facile. La fiaba prosegue nel senso che io, che sono stato amico di Merckx, fra l’altro arrivando da subito a scri­vere il suo cognome senza confusioni o omissioni delle ostiche consonanti, quando lui era ancora un ben poco noto dilettante, e che ho avuto in regalo il racconto di Na­tale proprio dalla signora Clau­dine un paio di annetti dopo l’evento (più nessun rimpianto per il molto rossetto usato), ho smistato la storia della scritta sullo specchio ai sei (tre maschi e tre femmine) dei miei sette nipotini, ovviamente cogliendo ognuno di loro nel mo­men­to anagraficamente più propizio per il trasferimento della storia. Salvo prossimi arrivi, dei sette mi manca ancora Matteo, che ha ap­pe­na due anni e mezzo e comunque reperisce già sulle foto di calcio i giocatori del Toro.
Ennò, la fiaba non finisce neanche qui. Perché devo ancora riferire la parte più fiabesca di essa. E cioè il fatto che i sei pargoli, ancorché vi­si­tati da forti clangori e colori calcistici, mi hanno ascoltato attenti, hanno creduto ad ogni sillaba del­la mia narrazione peraltro onestissima, si sono divertiti a immaginare Axel sulle strade ghiacciate di quel 25 dicembre, ma intanto mica hanno neanche per un attimo pensato che il figlio di Eddy sia stato un fesso a rinunciare a correre dietro al pallone, ai soldi tanti, alle ve­line che per la verità cercano lo­ro di sbattere contro di te giocatore famoso, per prendere tutto quel freddo belga anche la mattina di Natale.

Gian Paolo Ormezzano
da tuttoBICI di dicembre

Copyright © TBW
COMMENTI
vai merckx!!!
26 dicembre 2012 10:51 LUCA
bellissima "fiaba" di un corridore che ho sempre ammirato e tifato!!!ancora oggi ricordo la bellezza di gridare a bordo strada il suo cognome,come faceva mio padre quarant'anni fa'!!!

Grande Axel grande figlio di Eddy
26 dicembre 2012 17:24 pagnonce
é vraramente la storia ciclistica più bella di questo Natale 2012.Grazie

italiano
26 dicembre 2012 22:35 miguel
tutto bello...però...solo un giornalista italiano poteva dire che Coppi è stato più grande di Merckx

fiaba
26 dicembre 2012 22:55 miguel
bella come fiaba. Anche che Coppi è stato più grande di Merckx é una fiaba che poteva raccontare solo un giornalista italiano.

x miguel
27 dicembre 2012 22:28 AERRE56
cortesemente consulti il vocabolario prima di scrivere. il dott. ormezzano riconosce il cannibale come il più forte, nessuno potrebbe negarlo. la grandezza di un campione invece dipende da tanti altri fattori. oltre al vocabolario si documenti anche sul campionissimo, così completa l'opera e magari la prossima volta evita un commento infelice.

non è mai troppo tardi.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La partnership tra la Red Bull e il numero uno della Bora-Hansgrohe, Ralph Denk, è diventata realtà e a partire dal Tour 2024 la squadra si chiamerà Red Bull-Bora hansgrohe. Tra gli obiettivi principali, oltre all’aumento di capitale per far...


Il primo arrivo in salita della Vuelta Femenina riscrive la storia di questa edizione della corsa spagnola: la quinta tappa della corsa - la Huesca - Alto del Fuerte Rapitán. Jaca di 113, 9 km - ha visto il dominio...


Sipario aperto e calici alzati per la presentazione ufficiale dell’edizione numero cinquantasette del Circuito del Porto Internazionale Trofeo Arvedi. La classica per Elite ed Under 23 allestita dal Club Ciclistico Cremonese 1891 Gruppo Arvedi in programma domenica 5 maggio è...


Il parterre di velocisti presenti a questo Giro d’Italia 2024 è stellare, ma il fatto che il grande favorito per la Maglia Ciclamino resti Jonathan Milan è sintomatico del livello incredibile che abbia raggiunto questo ragazzo. L’anno scorso si rivelò...


Vittoria italo-olandese nella seconda tappa della Ronde L'Isard, da Bagnères-de-Bigorre a Bagnères-de-Luchon. Ad imporsi è stato Max Van Der Meulen ventenne tulipano di Den Haag portacolori del Cycling Team Friuli Victorious, che allo sprint ha battuto il compagno di fuga...


Cian Uijetdebroeks è uno dei corridori più attesi in questo Giro d’Italia e ad appena 21 anni avrà la possibilità di misurarsi con grandi  sul terreno italiano. Lo scorso anno alla Vuelta di Spagna aveva finito la classifica generale in...


La Visma-Lease a Bike, dopo la caduta a marzo di Van Aert, ha dovuto rivedere i propri piani e anche la formazione della squadra per il Giro ha subito delle modifiche, ma mantenendo sempre elevate qualità. Nel team olandese in...


Dopo Ineos Grenadiers e Arkea B&B, che ieri hanno inaugurato la rumba della conferenze stampa pre-Giro d'Italia, oggi a Torino è stato il team Polti Kometa ad aprire la giornata: ecco tutte le dichiarazioni   IVAN BASSO «Siamo pronti per...


Dire Giro d’Italia significa, da sempre, unire due delle più grandi eccellenze del nostro paese, la bellezza del territorio e lo sport più popolare, nell’accezione primaria del termine. Ma il Giro d’Italia, da sempre, vuol dire anche Rai: ed essere,...


Nelle 105 edizioni individuali disputate dal 1909 al 2023 sono stati 42 i corridori azzurri che hanno scritto il proprio nome nell’albo d’oro del Giro d’Italia. L’ultimo in ordine cronologico è stato Vincenzo Nibali che nel 2016 concesse il bis...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi