DONORATICO. Il futuro del Gp degli Etruschi è nero

| 25/12/2012 | 19:09
L'edizione numero 18 del Gran Premio di ciclismo Costa degli Etruschi, in programma il 2 febbraio 2013, è a forte rischio. Lo sforzo degli organizzatori, infatti, va a cozzare con una situazione finanziaria drammatica per l'attuale momento di recessione, ma più che altro è il pregresso, con soldi promessi o addirittura stanziati dagli enti pubblici che non arrivano e creano una situazione insostenibile che probabilmente darà il colpo di grazia ad un evento che ha portato lustro e notorietà a tutta la zona sud della Provincia di Livorno. Ammontano a oltre 37.000 euro i soldi che l'associazione ASD Costa degli Etruschi, organizzatrice dell’evento, deve ancora ricevere soltanto dagli enti pubblici, soldi che si riferiscono alle edizioni 2011 e 2012. La morosità dei comuni molto probabilmente sarà il de profundis della gara di apertura del calendario nazionale di ciclismo e non è vero, come qualcuno vuol fare intendere, che le responsabilità di questa situazione siano da addebitare alla società ASD Costa degli Etruschi, nata esclusivamente su spinta degli stessi comuni che fanno parte integrante del progetto organizzativo. La situazione si è ulteriormente aggravata per la perdita di sponsor primari e per il pagamento di una tassa sulla pubblicità utilizzata alla partenza ed all'arrivo della corsa. Di fatto, quindi, il bilancio segna un rosso di quasi 50.000 euro, una cifra esorbitante. Italo Barsacchi e Gerardo Carpentieri, a capo della ASD Costa degli Etruschi, si lamentano di non aver mai ricevuto i soldi promessi dai comuni coinvolti nel progetto della corsa e cioè Cecina, Montescudaio, Castelnuovo Val di Cecina, Campiglia Marittima, San Vincenzo e Castagneto Carducci, quest’ultimo comune capofila. Promesse che si rifanno anche al fatto che gli amministratori locali erano certi di poter accedere a più fondi attraverso la Tirreno-Adriatico che per più anni sarebbe partita dalla costa tirrenica livornese. «Purtroppo ci siamo fidati - sostengono Barsacchi e Carpentieri - ma i soldi non sono mai arrivati e adesso ci ritroviamo in questa situazione con gli enti che scaricano elegantemente la patata bollente in mano nostra. Noi siamo nati e ci siamo strutturati per poter organizzare l'evento, su spinta dei Comuni che si costituirono in comitato organizzatore. Questo ci avrebbe consentito di accedere ai finanziamenti regionali e provinciali, quest'ultimi cessati con l'organizzazione delle tappe del Giro d'Italia». A questo punto l’unica ancora di salvezza sembra l’affidamento della corsa a un altro gruppo. Ma prima ci sono da saldare i debiti pregressi.

da Il Tirreno a firma  Giorgio Creatini
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