GIRO D'ONORE. Premiati al Coni i migliori ciclisti dell'anno

| 12/12/2012 | 16:59
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Grande entusiasmo e calore nei confronti degli atleti azzurri e della nazionale quello visto e percepito oggi in platea in occasione del Giro d’Onore. La cerimonia, organizzata dalla Federazione Ciclistica Italiana, e ospitata dal Salone d’Onore del CONI, ha voluto come da tradizione rendere omaggio agli atleti azzurri e alla vitalità del ciclismo italiano. Il 2012 è stato un anno importante e denso di avvenimenti per il ciclismo azzurro che ha visto gi atleti italiani protagonisti oltre che nelle rassegne iridate e continentali delle varie discipline anche a Londra, ai Giochi Olimpici e alle Paralimpiadi. Eventi nei quali gli atleti azzurri hanno tenuto in alto il tricolore conquistando ben 35 medaglie, medaglie pesanti, 13 delle quali arrivano dal settore paralimpico.
“Chi si interroga sul futuro del ciclismo e cerca il nuovo a cui affidare le proprie speranze non deve andare lontano. Il nuovo è qui, il futuro è già qui, in questa festa del ciclismo italiano oggi preso a modello di credibilità e lungimiranza dagli osservatori più obiettivi e qualificati. Sono gli atleti, i tecnici e le società i premiati nel Giro d’Onore, avanguardia di un movimento che ha saputo rigenerarsi tenendo ben saldi i valori dell’appartenenza, della maglia azzurra e della lealtà sportiva” spiega il Presidente della FCI Renato Di Rocco ha introdotto nuovamente il Giro d’Onore all'inizio del suo primo mandato. “Il presente e il futuro si specchiano nella medaglia olimpica di Marco Aurelio Fontana, la prima del ciclismo italiano nel cross country maschile. Nei due ori della staffetta team relay conquistati ai mondiali e agli europei. Nella nuova leva del fuoristrada, mai tanto numerosa e competitiva. Ed ancora, si specchiano nelle 11 medaglie conquistate agli Europei su pista juniores e under 23 di Anadia, con gli ori di Arianna Fidanza, Matteo Alban e Riccardo Donato, Francesco Castegnaro, l’argento di Elena Cecchini, i bronzi di Natasha Grillo e nell’inseguimento a squadre donne U23 e Juniores, gran bel segnale quest’ultimo in prospettiva olimpica. Inoltre, le quattro medaglie agli europei su strada di Goes, il fantastico bronzo di Elisa Longo Borghini al mondiale su strada élite di Valkenburg, quello di Anna Zita Stricker nella gara juniores. Infine, a coronamento di una scelta d’inclusione nella famiglia federale da me fortemente voluta, gli eroi paralimpici di Londra: dieci medaglie, con la doppietta iridata di Alex Zanardi proclamato l’atleta più rappresentativo delle Paralimpiadi, gli ori di Roberto Bargna e dei fratelli Ivano e Luca Pizzi. Possiamo guardare avanti con fiducia sapendo di poter contare su una nuova generazione competitiva, in grado di garantire all’Italia negli anni a venire grandi soddisfazioni anche al livello assoluto, purché si continui sulla strada maestra che abbiamo imboccato negli ultimi anni. Oggi in questa giornata di festa un pensiero va anche a Franco Ballerini, che ieri avrebbe fatto 48 anni, e a chi ci ha lasciato da poco come la leggenda Fiorenzo Magni e l’amico Marcello Faina.”
Alle parole del Presidente Di Rocco ha dato seguito il Presidente del CONI Giovanni Petrucci.
“Il Presidente Di Rocco fa bene a dire che il nuovo è già qui. Bisogna dare merito al lavoro fatto da questa Federazione. Questo è un Presidente che pensa e si dedica 24 ore su 24 al ciclismo, un uomo che ha fatto con grande passione del ciclismo la sua ragione di vita, dimostrando carattere e facendo con il suo operato cambiare registro al movimento, prendendo decisioni importanti, a volte difficili. Nonostante tutto il ciclismo dimostra di essere forte, è un dato di fatto che assieme al calcio sia lo sport più popolare del nostro paese. Rispetto agli altri sport al ciclismo invidio soprattutto lo spirito di appartenenza e di sacrificio che dimostra sempre. I miei complimenti però non vanno solo al Presidente Di Rocco ma a tutta la Federazione e in particolare ai tecnici, per il loro lavoro, e agli atleti, per i loro risultati. Congratulazioni per quanto fatto in questa straordinaria stagione e un forte abbraccio a tutti.”
Alla cerimonia erano presenti anche il Segretario Generale FCI Maria Cristina Gabriotti, il Segretario Generale del CONI Raffaele Pagnozzi e Luca Pancalli Vice Presidente del CONI e Presidente del Comitato
Italiano Paralimpico.
“A Londra ben 12 medaglie sono arrivate dal paraciclismo” dice Luca Pancalli. “Oggi voglio esprimere al Presidente Di Rocco profonda gratitudine per il percorso intrapreso assieme a partire dal 2009. La FCI infatti è stata la prima Federazione ad accogliere in seno l’attività paralimpica aprendo così un nuovo corso per tutti gli sport. Grazie al lavoro dell’instancabile commissario tecnico Mario Valentini sono arrivati risultati importanti. L’Italia è al terzo posto nella classifica mondiale del ciclismo e l’attività paralimpica ha contribuito fortemente a portare a questo risultato. Il ringraziamento più grande però va agli atleti senza i quali non potremmo fare nulla e su tutti ringrazio Alex Zanardi che quest’anno a Londra ha fatto qualcosa di straordinario. C’è ancora molto da fare, adesso il prossimo obiettivo è abbassare l’età media degli atleti e allargare la base del numero di praticanti. Questi atleti dimostrano che lo sport non è solo agonismo ma anche trasmettitore di valori e grande mezzo di integrazione.”
A conclusione, dopo la sfilata degli atleti e dei tecnici premiati, non poteva mancare il saluto del grande Alfredo Martini, Presidente Onorario della FCI ma soprattutto memoria storica del ciclismo italiano.
“Non posso che compiacermi con tutti i premiati a partire da Zanardi e tutti i paralimpici. Quest’anno le cose non sono andate male, lo dico soprattutto guardando i giovani che si affacciano. Siamo vicini al Natale, sotto l’albero troviamo cose belle e cose meno belle. Ci sono sette pezzi di carbone con scritto Tour de France. Però il ciclismo continua a combattere sempre. Magari pagando qualche debito con il grande pubblico, perché i sette Tour non sono stati tolti ad un corridore ma alla gente che ama il ciclismo. La gente quando applaude vuole che l’applauso sia vero senza doversi poi ricredere. Mi associo con Petrucci e Pancalli su quanto detto del Presidente Di Rocco, non perché mio amico ma perché l’ho visto entrare a 17 anni nel ciclismo e crescere in questo sport. Due mesi fa in questa stessa sala c’era Fiorenzo Magni, a presentare un libro sulla sua vita scritto da Auro Bulbarelli. Fiorenzo dopo qualche giorno ci ha lasciato, imprevedibile come sempre quando in corsa faceva saltare Coppi e Bartali. Se ne è andato ma ci ha lasciato una grande eredità, nel suo ultimo scritto ha detto ‘la mia vita è senza rimpianti’. Lo sport se fatto nel modo giusto infatti non deve lasciare rimpianti e per questo sotto l’albero vedo anche amicizia, fiducia e speranza per il futuro del nostro sport.”

Nelle foto Alex Zanardi e Marco Aurelio Fontana assieme ad Alfredo Martini e Renato Di Rocco e Fontana premiato da Renato Di Rocco, Giovanni Petrucci e Raffaele Pagnozzi.

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