UNO CONTRO TUTTI. Show di Cipollini a Pieve di Soligo

| 27/11/2012 | 14:42
Pubblico delle grandi occasioni, quello che ha risposto all'invito del Gruppo Euromobil e che si è assiepato all'auditorium della Biblioteca Comunale di Pieve di Soligo (Tv): ad accomodarsi al centro della scena è stato il grande Mario Cipollini che si è raccontato, seguendo gli spunti offerti dal redattore della Gazzetta dello Sport, Luca Gialanella e dal direttore del Mensile TuttoBici, PierAugusto Stagi. "Uno contro tutti", questo il titolo della tradizionale serata che ha riportato il grande ciclismo nella Marca Trevigiana alla presenza di una affollata platea di giornalisti, atleti e appassionati: il racconto parte dalla prima tappa vinta al Giro d'Italia da SuperMario, era il 1989 e Cipollini aveva appena 21 anni "In squadra con me alla Del Tongo c'erano Fondriest e Chioccioli e fu proprio lui a pilotarmi nella volata di Mira." Un ricordo indelebile per il campione che negli anni ha collezionato altri 41 successi al Giro d'Italia, oltre a tantissime altre vittorie tra cui un campionato del mondo molto speciale, quello di Zolder, nel 2002. "Quella nazionale era composta da grandi campioni che con lealtà si misero a lavorare per lanciare la mia volata ed è per questo che ripeto spesso che quel giorno non fui solo io a vincere ma l'intera nazionale italiana. Non fu tutto così facile come potrebbe sembrare dall'esterno ma Alessandro Petacchi fu straordinario nell'ultimo chilometro e gli avversari forse ci temevano troppo per rendersi conto che dopo l'infortunio di Bettini eravamo a corto di uomini. Fu una vittoria indimenticabile e "l'effetto Zolder" si vide anche negli anni successivi." Personaggio a tutto tondo, capace di attrarre l'interesse anche della gente che normalmente non segue il ciclismo, Mario Cipollini non si limita a parlare del passato "Il ciclismo di oggi è cambiato perchè il mondo è cambiato. Oggi c'è internet, ci sono i social network e tutto è a portata di mano. Anche gli atleti un tempo erano mitizzati perchè si potevano vedere solo alle corse, oggi invece sono sempre disponibili. Il nostro ciclismo era fatto di grandi personaggi che avevano un certo peso anche nelle decisioni politiche, oggi tutto è demandato all'Uci. Le squadre sono divenute delle multinazionali e hanno perso un pò del proprio carattere e questo, sinceramente, mi dispiace."Non ha paura di guardare al futuro, Mario Cipollini: "I grandi investitori del ciclismo dovrebbero contare molto di più. Dovrebbero essere loro a decidere le regole non l'Uci: in questo senso è corretta l'idea di proporre una Champions League del ciclismo. Purtroppo oggi è proprio questa la differenza tra il mondo del calcio e quello del ciclismo: nel calcio le società contano molto di più."SuperMario parla anche di sicurezza e di cultura del ciclismo "In Belgio e in Olanda sono le biciclette ad avere la precedenza. Qui da noi tutte le città stanno lavorando per costruire piste ciclabili e favorire gli spostamenti in bicicletta ma quello che ci manca è la cultura della bicicletta. In questo dobbiamo migliorare per permettere ai nostri ragazzi di allenarsi in sicurezza ma anche di vivere in città più sane e più sicure. Quando i bambini vanno a giocare a calcio, nel campetto c'è un solo pallone mentre le biciclette appoggiate all'entrata sono almeno una quindicina: dobbiamo iniziare a tradurre questi numeri in passione per il ciclismo". Messaggi forti, ricchi di saggezza e di lungimiranza quelli lanciati da Mario Cipollini nel corso del faccia a faccia di Pieve di Soligo: per far crescere il ciclismo non bastano le gambe, servono anche le idee e le capacità necessarie per realizzarle.
 
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