
“A
differenza di quello dei direttori sportivi dei team, è chiaramente più
difficile fare il diesse della nazionale in quanto non hai il rapporto
quotidiano con i corridori, non hai la possibilità giorno dopo giorno di
amalgamare il gruppo; ti devi accontentare dei pochi raduni che si possono fare
e dei giorni prima dell’appuntamento iridato o olimpico”. Parole uscite dalla bocca di Paolo Bettini
durante la serata di Villongo “Essere
un campione, a tu per tu con i grandi del ciclismo di ieri e di oggi”. Alla luce di questa riflessione
gli abbiamo chiesto: visto che sei partito dalla nazionale e non hai ancora
provato a salire sull’ammiraglia di un team, ti sta balenando questa idea per
la testa? “Intanto mi sono fatto questa esperienza di due anni e mezzo -
riflette il “grillo” -, adesso vediamo, l’inverno porta consigli nel senso che
siamo nell’anno delle votazioni, si deve riorganizzare tutta la federazione e
quindi staremo a vedere cosa succede dopo. Io quando si parla di ruote, bici,
tattica e avversari mi diverto, sto bene, quindi è un impegno che faccio
volentieri. Certo, sicuramente salire sull’ammiraglia di un team per tutta la
stagione sarebbe un’esperienza diversa, un’esperienza magari anche da
provare…”.
Valerio Zeccato