MEDICINA. Asma da sforzo, a riscio atleti insospettabili

| 20/11/2012 | 08:55
Tra gli atleti che praticano sport agonistici potrebbero essercene parecchi che corrono severi rischi di avere in un'improvvisa crisi di asma da sforzo, pur senza aver mostrato prima alcun sintomo
Uno studio, svolto dal Servizio di Fisiopatologia Respiratoria della Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese in collaborazione con la FWL Breathing, ha sottoposto a test per l'asma da sforzo 45 atleti di endurance, per lo più ciclisti. Da poco terminata la stagione agonistica, dove il carico di lavoro era più corposo, si possono trarre i primi dati:17 di questi (il 39 per cento) sono risultati positivi. Dieci di questi 17 non avevano mai avuto alcun sintomo di asma.
Anche un altro studio condotto nel 2004 sugli atleti olimpici avevano dimostrato un'alta prevalenza di asma da sforzo.
Lo studio matesino sottolinea, anche, la necessità di organizzare test di screening routinari tra gli atleti in modo da evidenziare per tempo condizioni potenzialmente pericolose.
Le crisi di asma da sforzo si verificano quando, durante o dopo un esercizio fisico, il flusso d'aria che arriva ai polmoni diminuisce sensibilmente a causa del restringimento delle vie aeree.
«Abbiamo studiato atleti di endurance – spiega il dottor Luigi Ferritto, pneumologo primo autore dello studio e ciclista di buon livello, – perché molti degli episodi di grave asma da sforzo senza sintomi precedenti sono riferiti ad atleti che effettuano lunghe sedute di allenamento. Ora che abbiamo dimostrato quanto è diffuso questo problema sono necessari ulteriori studi per capire qual è il modo migliore per controllare gli atleti a rischio di avere una crisi d'asma mentre praticano i loro sport».
Per provare la reattività dei polmoni si è utilizzato un test di iperpnea volontaria eucapnica (EVH), una tecnica che si è dimostrata un test in grado di diagnosticare l'asma da sforzo. Il test consiste nel provocare o mettere sotto sforzo i polmoni attraverso l'iperventilazione, e a quel punto misurare la funzionalità polmonare per determinare se diminuisce dopo lo stress, come avviene nell'asma da sforzo.
«L'importanza di questo studio – afferma Ferritto – sta nell'aver compreso che non basta valutare se ci sono o non ci sono stati sintomi di asma sotto sforzo per fare una diagnosi corretta. Basare la propria diagnosi solo sui sintomi soggettivi potrebbe aumentare il numero di diagnosi non accurate e esporre le persone a trattamenti non necessari. E' assolutamente necessario che un sospetto di asma da sforzo venga confermato da test clinici appropriati».

Dott. Luigi Ferritto
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