DI ROCCO. «Il ciclismo paga perché cerca»

| 08/11/2012 | 08:53
Il doping resta una piaga, ma il ciclismo "paga perché cerca". E se si parla dei big azzurri "bisogna essere fiduciosi, ci sono motivi per essere ottimisti ma con la consapevolezza che si debba attendere il momento giusto". Renato Di Rocco prova a guardare oltre gli scandali e assegna "un otto in pagella a tutto il sistema del ciclismo" italiano.
Il presidente della Federciclismo, ospite dei 'Dibattiti Adnkronos', fa una panoramica a 360° del movimento e trova motivi per sorridere. ''Siamo 110.000 operatori, abbiamo 3700 societa' radicate su tutto il territorio. Normalmente si parla solo del vertice, ma bisogna considerare tutto il movimento. Nei giorni del Giro d'Italia siamo uno spettacolo itinerante che va incontro a milioni di persone. La bicicletta fa sempre tendenza, va intesa prima come stile di vita e poi come agonismo'', dice Di Rocco.
''Sempre piu' persone vanno in bici: non vogliamo certo metterci contro il calcio, ma nei giardini vediamo sempre piu' biciclette e sempre meno palloni. Vogliamo che la nostra attivita' abbia una finalita' educativa'', aggiunge. A livello di elite, l'Italia negli ultimi anni non ha certo brillato. Ma e' anche perche', secondo Di Rocco, si e' iniziato un ricambio generazionale che negli anni potra' portare a nuovi successi.
"E' una stagione particolare, abbiamo anticipato un cambio di generazione in un'annata importante con Mondiali e Olimpiadi. Questo ha pesato sui risultati perche' abbiamo schierato una squadra davvero giovane, ci e' piaciuto il modo in cui sono state interpretate le corse ma ci e' mancata un po' di esperienza e di maturita'. Sara' importante essere competitivi ai Mondiali che si svolgeranno in Toscana", spiega Di Rocco.
La stagione senza grandi acuti non ha scalfito la fiducia della federazione nel ct Paolo Bettini. Anzi. Di Rocco si dice "molto soddisfatto" del lavoro svolto dall'ex campione azzurro. "Per lui era difficilissimo farsi carico di questo peso dopo la scomparsa di Ballerini. Era difficile partire subito e lo ringrazio per questo. Rispetto a Ballerini, Bettini non ha... un Bettini in squadra: un atleta capace di vincere 2 Mondiali e di favorire il successo iridato di Ballan", ammette il n.1 della Fci.
"Ma nessuno gli ha chiesto di vincere subito, non c'erano le condizioni per farlo. Gli diamo ancora tempo, non lo abbiamo mai forzato". Le potenzialita', del resto, non mancano. Anche se finora sono rimaste almeno in parte inespresse. "Nibali e' gia' una realta', abbiamo tanti giovani come Moser, Ulissi, Capecchi. Dobbiamo essere fiduciosi, ci sono motivi per essere ottimisti ma con la consapevolezza che si debba attendere il momento giusto".
Il doping resta il piu' grande dei problemi. E non solo in Italia, come dimostrano le recenti rivelazioni dell'agenzia antidoping statunitense sul caso di Lance Armstrong e di altri suoi colleghi. "Il ciclismo paga perche' cerca", fa notare Di Rocco. "Il ciclismo ha voluto affrontare queste problematiche. E' un periodo nero, dobbiamo esserne consapevoli. Ma bisogna guardare avanti, non c'e' crisi di vocazione a livello giovanile. Non e' possibile che i bambini siano forzati a vincere: ognuno ha diritto di perdere, sarebbe una svolta culturale molto importante".
Anche per questo "a livello giovanissimi abbiamo tolto la premiazione individuale. Non vogliamo il campioncino a tutti i costi, vogliamo evidenziare la funzione educativa e formativa dello sport". In Italia, poi, negli ultimi anni si e' fatto molto per combattere il doping, in alcuni casi fermando gli atleti anche prima di una sentenza. "Escludiamo gli 'indiziati' dalla nazionale per scelta etica, senza voler condannare nessuno prima dei procedimenti", spiega.
"Filippo Pozzato? Mi e' dispiaciuto per i tempi, sembra che ci sia una regia suprema con effetti 15 giorni prima degli eventi. La vicenda di Fabrizio Macchi e' incredibile, ma credo che alla fine sia rimasto contento (del proscioglimento, ndr)... Mi fa piacere che possa riprendere serenamente la sua attivita', spero gli serva per evitare superficialità", dice alludendo ai due casi piu' scottanti dei due atleti esclusi, rispettivamente, da Olimpiadi e Paralimpiadi.
Il prossimo che potrebbe pagare con una squalifica e' Michele Scarponi, vincitore del Giro nel 2011, che ha ammesso davanti alla procura antidoping di avere incontrato due volte il medico Michele Ferrari, inibito a vita dal 2002. "Il caso di Ferrari e' atipico perche' anche io, che sono il presidente della federazione, non sapevo che fosse stato inibito dalla nostra stessa federazione...", osserva Di Rocco ponendo l'accento su un altro aspetto della vicenda. "E' un caso che abbiamo sottoposto alla procura del Coni per dare la possibilita' a tutti gli atleti di altre nazioni e di altre discipline di sapere che Ferrari e' inibito. Purtroppo ci ha preso sul tempo ma non deve suonare come una attenuante, lui e' sempre stato un personaggio chiacchierato nel mondo del ciclismo cosi' come altri medici spagnoli. Ma siccome l'unica nazione che ha una legge di Stato sul doping e' l'Italia assistiamo a comportamenti diversi su casi simili".
Capitolo elezioni federali: Di Rocco si ricandidera' alla presidenza e intanto apre a un possibile incarico di vertice nel Comitato italiano paralimpico (Cip). "Sono in consiglio e giunta del Cip, mi piacerebbe. Dobbiamo continuare a fare squadra in un momento difficile come questo a livello economico. Sono stato il primo a chiedere al comitato paralimpico la 'cessione' degli atleti a noi. Il ciclismo alle Paralimpiadi ha vinto 10 medaglie su 28, i segnali di crescita culturale sono evidenti". La federazione da' il suo contributo: "Venerdi' a Milano presenteremo 'Bike Challenge' per Dynamo Camp, si tratta di un campus dedicato ai ragazzi disabili. E' l'ennesimo fiore all'occhiello. Lo sport puo' essere uno strumento straordinario".
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COMMENTI
Adesso Di Rocco a casa
8 novembre 2012 09:56 geo
Bravo Di Rocco, bella disamina. Adesso però dai le dimissioni da presidente FCI e vai ad occupare qualche altra sedia da qualche altra parte. Hai fatto il tuo tempo, spazio a nuove persone con nuove idee.

GULP!
8 novembre 2012 12:11 stargate
"Il caso di Ferrari e' atipico perche' anche io, che sono il presidente della federazione, non sapevo che fosse stato inibito dalla nostra stessa federazione..." Sulla base di questa affermazione, Pozzato, in astratto, non avrebbe dovuto essere sanzionato; lo stesso dicasi per Scarponi, la cui squalifica è in itinere.... Ovviamente, non la penso così, perché io stesso, semplice appassionato, senza l'obbligo di conoscere tutto nei dettagli, obbligo che invece incombe sull'amato Presidente (concediamogli la P maiuscola, per rispetto alla carica) sapevo dell'inibizione di Ferrari. Magari non nel 2002, ma certo nel 2010 ne ero già a conoscenza. Non potevano non esserne a conoscenza i ciclisti, considerato che il Procuratore Torri si era premurato di avvisare le squadre. Forse aveva scordato di avvisare proprio Di Rocco.... (Alberto Pionca - Cagliari)

va a casa
8 novembre 2012 12:53 telodicosubito
e parla parla parla...va a casa...oppure resta...intanto non conti nulla, il ciclismo per fortuna è dei team privati!

Ma non ti vergogni???
8 novembre 2012 20:51 valentissimo
Come può un presidente federale, far squalificare un atleta per la frequentazione di un medico che lui stesso afferma non sapere essere inibito???
Se Pozzato avesse la coscienza pulita, dovrebbe ora denunciare e chiedere risarcimento danni alla FCI.
Ma come fate voi elettori a votare un simile personaggio????
Non provate vergogna????

110.000 operatori?
8 novembre 2012 23:58 Monti1970
Ma dove vive questo qui? Negli anni '80 la domenica in Toscana c'erano 8 gare di allievi e 4 di juniores . Adesso c'è ne sono 2di allievi quando va bene altrimenti 1 o zero. Di juniores una ogni tanto. Ma questo qui lo sá che il ciclismo é morto? Ovviamente no,vive su un altro pianeta

Il giro é molto seguito?
9 novembre 2012 00:10 Monti1970
Era seguito, adesso alle notizie di sport ; prima viene il calcio poi F1 ,motoGP,tennis,nuoto,tuffi,basket,volley,scherma e poi basta,non dicono nemmeno chi ha vinto a tappa

Caro di Rocco la realtà é che
9 novembre 2012 00:20 Monti1970
Il ciclismo é considerato uno sport deleterio e di drogati che bloccano le strade,anche grazie alla sua politica. Gli italiani prendono la macchina anche per attraversare la strada,dove le vedrá questa cultura per la bici? Chi é quel genitore che manderebbe il propio figlio sule strade in bici? Il ciclismo é morto anche grazie a te di Rocco !!!

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