| 16/10/2012 | 14:31 La matematica non è un’opinione. Almeno così si dice. In realtà nel mondo delle due ruote non sempre i conti tornano. Dal 2005 sentiamo parlare di classifiche, punteggi, categorie di gare, valore degli atleti. Ne sentiamo parlare senza comprenderli sempre a pieno, perché - dobbiamo ammetterlo - anche agli addetti ai lavori capita che i numeri diano alla testa. Regolamento UCI alla mano, cerchiamo allora di far tornare i conti e di spiegare situazioni anomale (perché squadre World Tour fanno a gara per ingaggiare un corridore irariano dal talento discutibile?) come quelle a cui ci stiamo abituando. «Il successo nel ciclismo su strada non è solo il risultato di performance individuali, ci sono fattori di natura collettiva, specifici della squadra nel suo complesso, che contribuiscono in maniera determinante al suo andamento. Al fine di ottenere il valore sportivo più esatto per ogni team, il criterio sportivo è stato redatto dall’Uci in modo da tenere conto di questa particolare caratteristica. A questo scopo vengono valutati due aspetti: il valore individuale, somma del valore dei singoli corridori che compongono la squadra, e il valore collettivo, ossia il contributo della squadra alle performance individuali. L’obiettivo del valore individuale è determinare la forza degli atleti che comporranno la squadra la prossima stagione. Si calcola quindi sulla base degli uomini sotto contratto per l’anno successivo alla registrazione. Ogni ciclista è valutato in base ai suoi piazzamenti nelle varie classifiche, alle vittorie e ai podi centrati (tutte le vittorie sono premiate in termini di punti, ma in proporzione alla classe degli eventi, ossia alla categoria della competizione: World Tour, HC, 1/NCup, 2, ndr). Questa valutazione riguarda le ultime due stagioni, in modo che il valore di ciascun atleta sia il più preciso e accurato possibile. Vengono presi in considerazione i migliori 12 corridori, i cui punti sommati danno il valore individuale. Il valore collettivo è chiamato invece a dare un valore alle prestazioni collettive della squadra, compresa la sua gestione. A tal fine, sono considerate: la posizione della squadra nelle classifiche finali di ogni circuito; le vittorie, i podi e le maglie di leader conquistati; la cronometro a squadre dei Campionati del Mondo. La somma del valore individuale e del valore collettivo dà alla squadra il suo valore sportivo e determina la sua posizione nella classifica sportiva. Il valore che viene assegnato ad una squadra equivale alla somma del valore sportivo (punteggio) dei suoi 12 migliori corridori. Il valore sportivo di un corridore viene calcolato sulla base della sua posizione in diverse classifiche, che costituiscono la base per l’attribuzione dei punti del valore sportivo di squadra. Inoltre a ciascun corridore sono assegnati punti bonus per vittorie (tra cui mondiali, olimpiadi, campionato nazionale e continentali, ndr) e podi nei Grandi Giri, così come per i giovani tra i 19 e 22 anni e per i corridori specializzati in una disciplina diversa dalla strada». Così recita il regolamento dell’Unione Ciclistica Internazionale in vista del 2013. Sulla carta sembra tutto facile, ma nella sostanza tra punti e ranking è tutto più complesso. Premettendo che l’Uci stila classifiche per gli uomini professionisti, le donne Élite, gli Junior e gli Under 23 uomini, cerchiamo di capire nello specifico cosa accade per la massima categoria, situazione che rispecchia anche il sistema (più semplice) che regola le altre. Anche se il regolamento UCI dice che «il principio basilare del ranking è tener conto di tutte le prestazioni a prescindere dal circuito a cui appartengono le squadre», di fatto le classifiche su cui si basa il ciclomercato distinguono i corridori in base al livello del team di cui hanno fatto/fanno parte. Nell’UCI WorldTour Ranking troviamo solo i corridori di squadre World Tour (nella stagione in corso quindi di AG2R La Mondiale, Astana, BMC, Euskaltel Euskadi, FDJ BigMat, Garmin Sharp, Katusha, Lampre ISD, Liquigas Cannondale, Lotto Belisol, Movistar, Omega Pharma Quick Step, Orica GreenEDGE, Rabobank, Radioshack Nissan, Sky, Saxo Bank - Tinkoff Bank e Vacansoleil DMC); mentre nelle classifiche continentali (Africa/America/Asia/Europa/Oceania UCI Tour Ranking) verranno elencati solo quelli che indossano la maglia di formazioni Professional e Continental. Si sente la mancanza di una classifica WorldTour e di una Continentale che comprendano tutti i corridori e che rispecchino quindi il reale valore del singolo atleta in quel preciso momento, a livello internazionale. Finché non si provvederà a stilarle e renderle pubbliche, ci saranno atleti che militano in squadre World Tour che accumuleranno punti Continentali senza nella realtà comparire nella classifica continentale disponibile aggiornata sul sito dell’Uci (Diego Ulissi della Lampre ISD, per esempio, non troverà i punti accumulati con le sue tre vittorie stagionali, due tappe alla Settimana Coppi&Bartali e il GP Carnaghese, perché non appartengono al circuito WorldTour, punti che però contano per determinare il suo valore sportivo). Per rendere più chiaro il concetto, esiste una classifica «in chiaro» che è sempre e costantemente vecchia, superata dagli eventi e dalle gare, e che non tiene conto dei risultati World Tour e Continental. Poi ce n’è una «criptata», che è aggiornatissima ma si tiene ben stretta solo l’Uci, la quale dà informazioni solo al corridore che ne è interessato. Se Ulissi deve scomodarsi in prima persona per sapere il suo reale «valore sportivo» chiamando il governo centrale della bicicletta, anche un corridore che milita in una squadra di seconda fascia (Professional), come Filippo Pozzato della Farnese Selle Italia, vive lo stesso problema. I punti “sommersi” guadagnati con i piazzamenti nelle Classiche che non sono visibili nelle classifiche «in chiaro», ogni corridore deve farseli mandare in privato. Insomma, un meccanismo tortuoso, poco lineare, poco trasparente. Diciamo anche poco corretto. È mai possibile che si debba correre al buio? Se alcune migliorie rispetto ai regolamenti passati sono state indubbiamente apportate, molto ancora può essere e deve essere fatto per rendere sempre più chiara la valutazione dei corridori e, di conseguenza, delle squadre. Nonostante i punti in palio nelle prove continentali non siano più uguali, ma ponderati sulla base del valore del circuito (in vista della prossima stagione sono stati diminuiti quelli assegnati nelle corse organizzate nei territori per tradizione meno ciclistici e con un livello atletico inferiore rispetto al circuito europeo, ndr) probabilmente continueremo ad assistere all’effetto “usa e getta” di cui è stato protagonista per esempio l’iraniano Mehdi Sohrabi, scaricato dalla Lotto Belisol dopo che il team ha sfruttato i suoi punti portati in dote un anno fa. Per lo stesso meccanismo, per assurdo, a un neoprof di casa nostra, a conti fatti, converrebbe passare professionista in un team asiatico per accumulare punti in un circuito dalla concorrenza ben più bassa e ritornare appetibile in Europa, quando con un bel bottino di punti troverebbe ingaggi ben più alti rispetto a quelli che avrebbe trovato nella massima categoria al debutto in Italia con un punteggio pari a zero. Ulteriori valutazioni andrebbero fatte riguardo ai bonus o ai punteggi in palio nei grandi giri: è sufficiente premiare chi sale sul podio finale o meritano un riconoscimento i primi 10 della classifica generale di una corsa di tre settimane? È più importante la vittoria di una corsa di un giorno di seconda fascia o un piazzamento ai piedi del podio di Giro, Tour o Vuelta? Inoltre, visto i grandi investimenti che attorniano i singoli corridori e i team, sarebbe auspicabile un aggiornamento più frequente del valore sportivo degli atleti, le cui cifre vengono ufficialmente calcolate dall’UCI e comunicate ai team solo due volte all’anno (al termine del Tour de France e alla fine della stagione, ndr), così che all’atleta sia chiaro quanto vale per vendersi al meglio e la squadra, dalla sua, sia certa di acquistare tot punti che il nuovo arrivato porterà con sè, importanti per determinare la sua classificazione. Senz’altro non è semplice attribuire un valore al singolo in uno sport che è anche di squadra come il ciclismo e un numero non potrà mai rispecchiare il valore reale di un atleta, ma una classifica completa, chiara e aggiornata è l’unica strada per rendere il nostro sport sempre più trasparente e credibile.
basterebbe adottare il sistema di conteggio utilizzata nel famoso gioco per pc di simulazione manageriale di ciclismo, dove oltre alle classifiche world tour e continental c'è la classifica globale....e metter le 18 licenze pro tour con 3 retrocessioni al posto delle quali potrebbero inserirsi le vincenti delle 3 classifiche pro tour.
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