BOTTA&RISPOSTA con Davide Mucelli

| 04/10/2012 | 09:42
Da dove arrivi?
«Sono nato il 19 novembre 1986 a Livorno, vivo a Montenero, sempre in priovincia di Livorno, con mamma Antonella, papà Ignazio e mia sorella Debora».
Peso e altezza.
«Sono 173 cm per 61-62 chili».
Battiti a riposo?
«40».
Un aggettivo per definirti?
«Tenace».
Da quando pedali?
«Da quando avevo otto anni, quindi da 18 anni. La prima gara, vicino casa, arrivai tredicesimo. Da bimbo non ho mai vinto, sono mi­gliorato con gli anni».
Chi ti ha trasmesso la passione per le due ruote?
«Nessuno in particolare, fin da pic­colo amo questo sport. Da bam­­bino abitavo in campagna ed ero sempre in bici, i miei genitori hanno assecondato il mio interesse, ma hanno voluto che qualcuno mi seguisse, così mi sono iscritto alla squadra del paese e da lì non ho più smesso di pedalare».
La tua gara dei sogni?
«Il Tour de France, è la corsa più grande di tutte».
Che corridore sei?
«Un passista scalatore, adatto alle gare di un giorno».
Da piccolo che lavoro immaginavi avresti svolto “da grande”?
«Ho sempre vissuto per la bici, ho abbandonato gli studi per diventare geometra al terzo anno per concentrarmi sul ciclismo e realizzare il mio sogno: diventare un corridore professionista».
Obiettivo raggiunto quest’anno.
«Sì e sono felicissimo. Il debutto nella massima categoria ha rappresentato per me una grande soddisfazione. All’inizio è stata molto dura: con i tanti sa­crifici che af­fronto da sempre, mi ero illuso che non avrei sentito tanto il salto di categoria, comunque fi­nalmente stanno arrivando i primi risultati».
Soddisfatto finora della tua prima stagione alla Utensilnord Na­med?
«Sì, sta andando abbastanza bene. Abbiamo partecipato a due corse a tappe im­portanti come il Giro dei Paesi Ba­schi e il Giro di Polonia, dove ab­biamo potuto confrontarci con grandi squadre e ora ci at­tende un bel finale di stagione nel quale speriamo di raccogliere altri bei risultati».
Intanto hai disputato un buon Trittico e ti abbiamo visto protagonista soprattutto alla Coppa Agostoni.
«Come caratteristiche, era quella che mi si adattava meglio. Pec­cato che il mio gruppetto non ab­bia avuto la forza di raggiungere Sella e Baliani, altrimenti chissà come sarebbe andata a finire».
Quando non sei in bici...
«Trascorro il tempo libero come tutti i ragazzi della mia età. Non ho interessi particolari».
Il tuo mito?
«Quando ero bambino mi emozionavo a vedere Marco Pantani, oltre al Pirata mi è sempre piaciuto Paolo Bettini per come correva e vinceva».
Il tuo primo tifoso?
«Mio padre. Lui e i suoi fratelli, gli zii Silvio e Ma­rio, mi seguono sempre e sono i miei fan più accaniti».
Single?
«No. Sono fidanzato da tre anni con Martina».
La prima cosa che fai quando ti svegli al mattino?
«Colazione (ride, ndr). Mangio yo­gurt con ce­reali e bevo sempre un té».
L’ultima prima di andare a letto?
«In genere parlo al te­lefono con la mia ragazza. Lei vive ad Arezzo. Per superare la lon­ta­nanza ci vo­gliono due chiacchiere prima di chiudere gli occhi (sorride, ndr)».

da tuttoBICI di settembre
a firma di Giulia De Maio

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