LETTERA APERTA. I campioni, Di Rocco e la lotta al doping

| 13/09/2012 | 17:11
Caro direttore,
da alcuni anni seguo il ciclismo professionistico da tifoso e, grazie ad alcune amicizie nate per caso con persone che lo vivono da primi attori, mi sono appassionato davvero tanto a questo splendido sport che ora ho la fortuna di vivere anche un po’ più da dentro. Negli ultimi quattro anni, infatti, sono andato anche a vedere i vari mondiali (Varese, Mendrisio, Geelong, Copenaghen), stando spesso a stretto contatto con numerosi campioni. Mi sono reso conto di come il Ciclismo sia una passione che ti prende e ti coinvolge ancora di più se si ha la fortuna di conoscere i protagonisti di questo sport, gente che con sacrificio, allenamenti, rinunce e tanta fatica fanno di questo sport un lavoro ma anche una “missione”, tanto da scommetterci tutto. Indubbiamente solo con una grande passione e amore per la bicicletta una persona riesce a compiere quei sacrifici che io ammiro e che mi hanno fatto appassionare al ciclismo.

Per questo molte volte mi chiedo chi glielo fa fare, di continuare, quando l’organo competente che dovrebbe difenderli, tutelarli e rappresentarli, ovvero la FCI, viene guidata da un Presidente, Renato di Rocco, che è il primo che se ne lava le mani, dei corridori, in particolar modo ogni volta che  c’è da lottare con organi istituzionali più alti. In questo periodo ho assistito a qualcosa che mi ha schifato, ancor di più perchè essendo in periodo di votazioni ed elezioni il Primo rappresentante della FCI si è inventato regolamenti assurdi  solo per prendere dei voti, dai ben pensanti che non amano davvero questo mondo. Leggevo su una rivista che nel 2010 hanno eseguiti 13516 controlli antidoping nel ciclismo, mentre solo 2075 nel tennis, 4310 nell'atletica, 1848 nel nuoto. Già questo dato è emblematico di quanto il Ciclismo sia per eccellenza lo sport più controllato. E se è vero che più cerchi più trovi, è anche vero che essendo il più martoriato, sarà anche il più pulito, attualmente, già che nessun altro sport a confronto subisce così tanti contyrolli.

Nonostante questi dati, Di Rocco non è felice, non gli basta, e si inventa una norma che va contro i diritti dell'uomo, mi permetto di dire incostituzionale. Ovvero che le persone indagate (non colpevoli, non condannate, semplicemente indagate e a cui non hanno trovato nulla di anomalo nei vari controlli antidoping), non possono partecipare ai mondiali. Questo il primo punto che mi ha schifato. Ma l'analisi va oltre, perchè la conseguenza di questa norma è la summa: “largo ai giovani”. Bene, tutti sanno benissimo che se dovessimo fare gli stessi controlli dei professionisti a livello dilettantistico, ne vedremmo delle belle. E allora che soluzioni sono queste? Io dico: cresciamo giovani sani. Non facendoli passare prematuramente (così si uccide il movimento dilettantistico) ma martellandoli di controlli, dai 18 ai 25 anni. In questo modo si che arriveranno professionisti con una certa cultura antidoping e potranno farsi spazio velocemente nella massima categoria.

Ma ritorniamo a bomba sulla norma, e parafrasiamo la situazione: quella norma (niente indagati in Nazionale) io la ritengo un vero e proprio “Doping –Politico” finalizzato a raccogliere voti. E non mi si dica che si fa per etica sportiva, perché se parliamo di etica, è ridicolo pensare che ai mondiali di Geelong (se non ricordo male) non si portò un cronomen perché mancavano i fondi quando per i vari 18/20 corridori (tra uomini e donne) c’erano all’incirca 50 di persone a spese della FCI. L'etica e la correttezza lì allora dove sta? Mi ha sorpreso anche il C.T. Bettini che ha condiviso e difende il Presidente, Mi chiedo se forse ha paura di restare senza lavoro dopo l’autocandidatura di Scinto?

Sono dell’idea che il Doping vada combattuto a incominciare dalle prime categorie, sono anche però dell’idea che non si può rovinare una carriera solo per un presunto fatto che potrebbe non sussistere. Le persone vanno fermate quanto c’è la certezza che abbiano commesso il fatto, altrimenti dovremmo iniziare ad arrestare le persone perchè si presume che possano ammazzare della gente. Considerando quanto sta succedendo, ho proprio l’impressione che si pensi di più a proteggere se stessi (FCI) piuttosto che lavorare per il futuro del ciclismo... Non voglio parlare anche del ciclismo femminile, ma è da anni che chiedono aiuto, certezze, confermandosi leader come dimostrato negli ultimi 6 anni dove hanno vinto 4 mondiali, ma non e stato fatto niente per aiutarle, tutto e lasciato allo sbando nonostante, e mi riferisco al movimento in generale, il ciclismo sia uno degli sport con il maggior numero di amatori e appasionati. Gente che spende soldi per coltivare nel proprio tempo libero una passione, un hobby, imitando i campioni che oggi la FCI sta uccidendo. Vivo a Livigno e vedo molti di questi amatori che si trovano a pedalare e  raggiungere le vette come i loro campioni..e come Scinto si propone come CT della nazionale allora io mi propongo come presidente della FCI: non penso che ci voglia molto a fare un pochino di più di quello che è stato fatto fino ad ora.

Cordialmente
Roberto Mottini

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COMMENTI
COMPLIMENTI
13 settembre 2012 19:33 Capitano
COMPLIMENTI, TUTTO VERO, ANCHE SE CE NE SAREBBERO COSE DA AGGIUNGERE, E PURTROPPO NEGATIVE, COMUNQUE, ASPETTATI NEL POLITICHESE, TUTTA UNA SERIE DI RISPOSTE, NEGAZIONI, E RISPOSTE, CHE TANTI SOTTOSCRIVERANNO XCHE' IL SISTEMA VA' SEMPRE ALIMENTATO...IN ITALIA FUNZIONA TUTTO COSI, TUTTO TROPPO POLITICIZZATO...ECC ECC. W IL CICLISMO E ABASSO IL DOPING E I DIRIGENTI DOPATI.......BERLESE ROBERTO

...nave senza nocchiera...
13 settembre 2012 21:25 SoCarlo
mentre si puo' essere o meno d'accordo sui singoli punti che vengono trattati, non faccio molta fatica a comprendere la sostanza.
In un Paese dove siedono in parlamento pluricondannati, si pretende la massima pulizia nello sport (ad onor del vero in uno sport solo, e non e' il calcio).
La maglia della nazionale non e' un diritto, e a chi la indossa si possono richiedere virtu' in eccesso della semplice pulizia della fedina penale.
Pretendere questo, in Italia, appare un controsenso (se l'applicassero al calcio non avremmo piu' la nazionale!)

chi l'avrebbe detto che mi sarei trovato a difendere una norma di di rocco...

13 settembre 2012 22:44 lele
Condivisibile in ogni punto anche se sarebbe piu' chiaro fare riferimento all'atleta specifico nonche' amico del firmatario.
Non che faccia male pero' far perorare la propria causa tramite terzi non mi sembra politicamente corretto.
Mio parere, ovvio.
Lele

Questo è il mio nuovo idolo!
13 settembre 2012 23:23 Monti1970
Non sò,sinceramente,chi sia tale Roberto Mottini ma ha detto tutte cose esatte e veritiere. Tutto quello che ha detto lo penso anch'io. Lo approvo alla virgola

Guardate che faccia
13 settembre 2012 23:29 Monti1970
Ma come fà,uno così,ad essere presidente fci. L'avete mai sentito quando parla?è sottotitolato alla pagina 777

14 settembre 2012 12:55 lore78
Egr. Sig. Mottini,
da appassionato di ciclismo avrei di gran lunga preferito una netta e chiara presa di distanza da corridori come Filippo Pozzato, che ancora nel 2012 si rivolgono a medici come il Dott. Michele Ferrari. Del resto, non è proprio Pozzato ad essersi distinto, a suo tempo, per aver spalleggiato Armstrong nell'affaire Simeoni al Tour? Con il verrebbe da chiedere: da quanto tempo Pozzato frequenta quel medico?
Finché, questo tipo di corridori continueranno a trovare indulgenze all'interno del gruppo sarà bene che i nostri giovani vadano a fare delle belle cicloturistiche domenicali, quelle in cui si aspetta il compagno di squadra 50enne sovrappeso perché si arriva tutti insieme.
Inoltre, il suo ragionamento è contraddittorio. Perché da un lato lamenta il mancato rispetto di garanzie costituzionali (quali?). Dall'altro sostiene che nemmeno dei giovani ci si può fidare, alimentando proprio quella cultura del sospetto che lei stigmatizza.
No, Sig. Mottini, non sono d'accordo con lei. Non è giusto che un giovane debba vedersi sfilare il posto in Nazionale da uno che in stagione è andato (nemmeno troppo) più forte di lui solo perché andava dal medico giusto. E' giusto invece che noi ripartiamo dai giovani, senza farli pagare per colpe che, fino a prova contraria, almeno loro non hanno commesso.
E non mi dica che ho difeso Di Rocco perché non è vero.
Con simpatia!

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