CASO POZZATO. Siamo al giorno del giudizio

| 11/09/2012 | 09:03
Una sentenza? Sì, ma non solo: il pronunciamento del Tribunale Nazionale Antidoping sul caso di Filippo Pozzato è attesissimo, perché destinato a fare giurisprudenza e creare un precedente. I fatti: il 28 giugno la Procura antidoping ha deferito il vicentino della Farnese-Selle Italia, che ieri ha compiuto 31 anni. La richiesta: un anno di squalifica per la frequentazione del dottor Michele Ferrari. Formalmente: «per essersi avvalso della consulenza e prestazione di soggetto inibito in modo continuo e reiterato». Il Tna (presieduto da Francesco Plotino) si riunirà oggi, allo Stadio Olimpico di Roma, alle 10.45: Pozzato, che è difeso da Pierfilippo Capello, già ieri pomeriggio era nella Capitale. Con lui anche don Marco Pozza, il religioso grazie al quale il vicentino era andato in Kenya per un'esperienza di volontariato durante l'Olimpiade di Londra, a cui aveva dovuto rinunciare per il deferimento.
Attesa Pozzato aveva ammesso la frequentazione con Michele Ferrari («Era il mio allenatore, mai nessuna pratica illecita»), il medico ferrarese spesso accostato al doping e nel frattempo tornato «alla ribalta» per i casi-Armstrong e Schwazer. La Procura gli ha contestato un periodo più lungo (2005-2010) rispetto a quello dichiarato dall'atleta (2005-2008 e qualche sporadico incontro nel 2009). La difesa sostiene che Pozzato non poteva sapere di frequentare un soggetto inibito. Il provvedimento risaliva al 2002 e si parlava di inibizione senza limiti temporali, una fattispecie non prevista dall'ordinamento sportivo. E inoltre il nome di Ferrari non è iscritto nel Casellario Disciplinare Federale, il registro che indica chi è sottoposto a sanzione. Anche se Ettore Torri, il capo della Procura, nel 2008 aveva personalmente informato tutti i medici sportivi del ciclismo e i dirigenti delle società di quali fossero i medici inibiti. Insomma, un caso spinoso. Le previsioni della vigilia sembrano orientarsi su una squalifica, ma non si possono escludere sorprese. Così come non si può escludere — anzi — che la vicenda vada a finire al Tas, il tribunale arbitrale dello sport di Losanna.

da La Gazzetta dello Sport
a firma di Ciro Scognamiglio

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COMMENTI
Giù la maschera!
11 settembre 2012 11:29 ruotone
Accendiamo il cialtronometro.
La cialtroneria dirigenziale da oggi si misura in mesi.
Se lo fanno ... se lo fanno, aprono una voragine nel diritto.
Aspettiamo pure il dispositivo per capire quante ventole saranno servite per arrampicare lo specchio.
Di Rocco, Coni, Torri ... ridicolous people!

X RUOTONE
11 settembre 2012 12:01 DarkSide
Coni, Di Rocco e perfino lo stesso Torri non sono i veri spronatori di tutta la vicenda. Sono solo pedine.
Con chi parlò al telefono Torri, ed estensivamente a quanto pare, prima di richiedere la squalifica per Pozzato..???


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