| 07/08/2012 | 10:34 Egr. Direttore, anche tu non sei esente dalla fretta che purtroppo caratterizza il nostro mestiere. Infatti, se invece di precipitarti a pubblicare le dichiarazioni totalmente di parte dell’avv. Malucchi che da questa vicenda, mi pare voglia trarre il massimo della pubblicità, avessi fatto un semplice colpo di telefono all’interessato, avresti potuto renderti conto di come le cose non siano andate esattamente come sono state esposte. Innanzitutto nell’articolo "incriminato" non si parla affatto di uomini in nero. Quella era notizia di un anno prima (forse più, vado a memoria); e Nibali non c’entrava affatto. Non c’era. Dunque quel riferimento è come minimo fuorviante perché trattasi di episodi diversi. Poi la “disponibilità” dell’ottimo avv. Malucchi non è certo caduta dal cielo, o dalla generosità dello stesso, risultando dalla concreta e reale possibilità dello stesso Fanini di querelare Nibali per le gravissime (e assolutamente infondate, quelle si...) accuse fatte dal siciliano nei suoi confronti sull’inserto della Gazzetta dello sport del Giro d’Italia di quell’anno, tirato in centinaia di migliaia di copie, dunque altamente diffamante. Questa la ragione profonda della “trattativa”. Il resto sono chiacchiere. E la storia, come vedi, ora appare un po’ diversa…Poi l’ottimo Malucchi voleva una lettera di scuse, ma io gli ho detto personalmente che non avevo nulla da scusarmi e allora la richiesta è stata un atto di stima. Ne avevo fatti altri nelle interviste, per cui… Nel merito della questione, come puoi ben rilevare dalla lettera che ho scritto a Nibali, e che l’ottimo Malucchi ti avrebbe consegnato (alla faccia del rispetto della privacy, ma lasciamo perdere…), io non ho fatto altro che esercitare il diritto di cronaca. Lo potrei dimostrare tecnicamente ma non voglio spaccare il capello in quattro. Riconosco di avere dato fiducia a chi fino a quel momento la fiducia (come ho scritto nella lettera) se l’era ampiamente meritata e non sto qui a spiegarne i motivi. Perché se uno è credibile per l’autorità giudiziaria lo è anche e soprattutto per un giornalista. Purtroppo in uno dei due casi citati l’informazione si è rivelata non fondata. Era tutto vero, l’uscita comune, il luogo, le circostanze, ecc. ecc. Tutto confermato anche dal ds Amadio (prima della pubblicazione). Ma Fanini si è sbagliato nell’accomunare Nibali con gli altri. Dunque anche io ho sbagliato. Purtroppo in questo lavoro può succedere e quando me ne sono reso conto ho cercato di pubblicare la smentita (riguardante Nibali); che ho materialmente scritto, come l’ottimo avvocato Malucchi ben sa, ma che, per il solito discorso dello spazio mancante, sul giornale non è mai uscita. Dunque, come ho spiegato a Vincenzo, con cui credo di essermi “sdebitato” con fior di interviste nel corso delle stagioni, di questo mi dispiace. Perché alla fine di errore si tratta. Anche se la legge, come ben sai, dice che la responsabilità del giornalista può essere esclusa “anche nel caso della pubblicazione di una notizia non vera o solo parzialmente vera (il nostro caso, n.d.r.) richiamando l’esimente del diritto di cronaca sotto il profilo putativo (Cfr. art 59 del Cp) quando la fonte risulti essere stata idonea a creare un particolare affidamento sulla veridicità delle informazioni acquisite, di tale che l’errore dell’autore dell’articolo possa senz’altro essere definito non colpevole (Cfr. Cassazione, sezione V, 16 gennaio 1995, Bardi, sezione V, 4 dicembre 1996, Mordenti)”. E dunque la causa era quanto meno tutta da discutere, per nulla scontata. Non credo di aver ricevuto, con la remissione, una grazia. Ma, in ogni caso ho sbagliato, me ne dispiace. Ho cercato di sdebitarmi attraverso interviste e spazio ben superiore alle poche righe del pezzo contestato. Basta consultare l'archivio di Repubblica. Credo che alla fine Nibali si sia ritenuto ripagato dell’errore. Altrimenti non avrebbe rimesso la querela “senza condizioni” come mi ha scritto in una mail lo stesso (sempre ottimo) avv. Malucchi. Quanto allo spazio sul giornale, purtroppo non dipende da me, e questo lo sai bene.
Cordialmente
Eugenio Capodacqua
P.S.Caro Eugenio, ci sono momenti in cui è opportuno prendere atto delle cose e smetterla di fare i maestrini. Io non ti dovevo nessuna telefonata, perché nulla dovevo verificare. Ho una lettera degli avvocati Baldi e Malucchi, quelle tua e di Ivano Fanini inviate a Nibali e tanto è. Nella vita ci sono momenti in cui è necessario prendere atto delle proprie azioni e quando si sbaglia è sufficiente chiedere SCUSA. In verità, Ivano Fanini scusa l'ha chiesto con molto garbo e molta umiltà, mentre tu hai inviato un pistolotto di 40 righe che presumbilmente ha tramortito Nibali prima del Tour, gli avvocati Baldi e Malucchi che molto probabilmente ora stanno pensando di cambiare mestiere e il sottoscritto che sta pensando altrettanto seriamente di ricorrere a degli ansiolitici. Buone vacanze amico mio, e SCUSA se sono stato prolisso.
Complimenti al direttore per la risposta a Capodacqua, e per questo misero giornalaio e' ora che la smetta di buttare fuoco sul ciclismo, se non gli piace questo sport che cambiasse, passa al calcio quello si che e' uno sport per te.
7 agosto 2012 12:22antony
Certo che lo spazio, anzi la pagina intera, per scrivere anche notizie che non sa neppure se sono vere, Capodacqua lo trova sempre. Peccato non trovi quello per le smentite. Forse perchè è impensabile per lui che nel ciclismo ci sia anche qualcosa o qualcuno, onesto.
Lui e Donati dovrebbero andare a cercare gli scoop anche nel calcio, nel tennis ect. Sono anni che se ne parla ma articoli in prima pagina ..... Forse lì non ci sono dirigenti incapaci come nel ciclismo e quindi le persone come Capodacqua stanno attenti a non disturbare
commenti inutili...
7 agosto 2012 12:38antani
....commentare senza conoscere la verità è inutile. Se ci sono o saranno degli sviluppi lo sapranno di certo gli inquirenti. Se ci sono state delle scuse per dei malintesi, che ben vengano, non ci vedo il problema. Tutti sbagliamo, è umano. Però una cosa è certa Fanini e Capodacqua non sono dei ciarlatani, anzi sono gli unici che trovano sempre il coraggio di esporsi in prima persona e dire la verità anche a discapito dei loro interessi. Dicono la verità e per questo che sono odiati....è più semplice far sempre finta di niente....
Eugenio
7 agosto 2012 12:39Andy77
La risposta non e' degna di una persona che sa ammettere le proprie colpe! Una vergogna!
Dottor Capodacqua, Le scrivo questa mia....
7 agosto 2012 15:01Bartoli64
Egregio Dr. Capodacqua,
mi ricordo, come fosse ieri, quando da ragazzino rimanevo sveglio sino a notte per vedere appena 15 minuti della Sei Giorni di Milano, o quando stavo degli interi pomeriggi incollato davanti allo schermo per il Giro d’Italia.
Crescendo cominciai a comprare le prime riviste di ciclismo e, leggendo i bellissimi articoli scritti da autentici maestri della penna, quegli omini in bicicletta ai quali volevo tanto somigliare divenivano nella mia fantasia degli autentici semidei.
Dopo un certo appannamento verificatosi negli anni ’70, dove il ciclismo era stato sovente definito come “anacronistico”, negli anni ’80 lo sport della bici cominciò una sua nuova primavera.
L’interesse della gente cresceva, le bici avevano sempre più rapporti ed erano sempre più belle e leggere, i negozi specializzati fiorivano, le aziende fatturavano sempre di più ed anche i giornalisti del settore, prima relegati a scrivere articoli per anziani nostalgici di Coppi e Bartali, incontravano un pubblico sempre più vasto ma…. bisognava saperla raccontare bene perché i ciclisti, si sa, sono spesso introversi e permalosi e per entrare davvero in confidenza con loro bisogna stare molto attenti a non sbagliare, soprattutto a non parlare troppo.
Ecco dunque che gli articoli sul ciclismo altro non erano che mirabili sfoggi di cronaca e di autentica letteratura, dove i ns. eroi erano la personificazione della virtù, del sacrificio e del coraggio.
Le cose (specialmente nel settore giornalistico) andavano a gonfie vele, tanto che fatti come l’esclusione di Merckx dal Giro o la morte del povero Simpson venivano ricordate come la puntura di una zanzara, sì, insomma, con un fastidio che si può comunque alleviare con una semplice grattata.
Possibile che questi giornalisti così a contatto con i corridori, con i DD.SS. e con i massaggiatori, in un ambiente tutto sommato piccolo e quasi provinciale, non sapessero che dietro cotante gesta e sfavillanti imprese si celasse la frode?
Ma si che lo sapevano, tanto che i più “aperti” tra loro scrivevano che il ciclismo, prima ancora che uno sport, era un “mestiere” che come tutti i mestieri (specie quelli fatti di fatica e di estro), era intriso di “trucchi”, in questo caso più o meno leciti.
Ma cosa volete che importasse al lettore? L’importante era “confezionare” il “prodotto” che il mercato chiedeva, così l’appassionato continuava a bersela tutta felice e contento, il corridore continuava a darti l’intervista e lo sponsor continuava a pagare la sua bella pubblicità sul giornale.
Poi, però, qualche magistrato e qualche giornalista decisero di compiere il loro dovere professionale sino in fondo, ed alzarono il pesante velo fatto di ipocrisie, di connivenze e di omertà che sino allora aveva coperto questo sport, una disciplina che con il tempo era divenuta sempre meno sport e sempre più un “mestiere” in mano a faccendieri e stregoni della peggior risma.
Tra questi giornalisti c’era proprio Lei, Dr. Eugenio Capodacqua, che senza mezzi termini cominciò a denunciare tutto il marcio che circolava nell’ambiente, e lo fece talmente bene che a nulla servirono le tante cause intentate contro di Lei, mentre la gente cominciava a cambiare mentalità obbligando tutti gli altri giornalisti a fare per bene il loro lavoro ed a parlare anche di doping.
Oggi se si parla apertamente del problema, se esiste una legge che lo punisce come reato penale, se giovani come Vincenzo Nibali lo scansano come le peste (perché di autentica peste si tratta), lo si deve anche ad un certo Eugenio Capodacqua.
Nulla di trascendentale per Lei Dottore, giacché so bene da quale famiglia Lei provenga, una famiglia dove il coraggio e l’onestà delle proprie idee e delle proprie azioni non sono solo belle parole bensì dei “credo” che Suo fratello, il Ten. Paolo Capodacqua (Medaglia d’Oro al Valor Civile – PRESENTE!), onorò sino all’estremo sacrificio.
Ma che vuol farci Dottore? E’ il destino delle persone illuminate quello di essere continuamente attaccati, specialmente al minimo errore, ecco perché oggi si parla di “pistolotti” o della Sua presunta incapacità di chiedere scusa….
Anche all’Arma dei Carabinieri - da tutti conosciuta come la “Benemerita” - in molti gli rimproverano ancora di aver arrestato il povero Pinocchio, un ragazzino magari un po’ bugiardo ma che, in fondo, era solo una vittima della società e del "sistema".
Tiremm innanz Dottor Capodacqua!
Bartoli64
assurdo
7 agosto 2012 15:15corridore
Prima ha infangato il nome di DI LUCA (Mondiale di Stoccarda) poi quello di POZZATO (Olimpiade Londra).....e poi...e poi...e poi....ora aspetto un suo articolo che infanghi SE STESSO (sempre se trova una testa che accoglie le sue parole)!!! Stanchi di squeste persone.
troppi dubbi
7 agosto 2012 16:00harlock
Le chiacchiere, si sa, le porta via il vento, i commenti - inclusi miei - pure, mentre i fatti sono quelli che contano. Fanini e Capodacqua hanno sempre dimostrato di parlare con una certa sicurezza e quando (Fanini) ha denunciato qualcosa era perchè vera. Magari Nibali era li giustamente solo per allenarsi, sicuramente sarà così, ma gli altri in incognito....? E' certo che chi va con lo zoppo impara a sua volta a zoppicare, quindi non biasimo Fanini per aver dedotto (se vogliamo ingiustamente) che anche Nibali potesse far parte di quella cerchia di atleti "in nero" seguiti da Ferrari. Di sicuro non credo che questa vicenda possa aver recato danno o fastidio a Nibali (a meno che....)
E poi è noto che chi bazzica St. Moritz lo fa il più delle volte per secondi fini....vedi tra l'altro anche Alex Schwazer....
Ancora una volta mi tocca, piacevolmente, ELOGIARE Bartoli 64
7 agosto 2012 16:49Fra74
Condivido quanto da Te scritto, se mi concedi il TU, caro Bartoli64...
evviva il Dott. Eugenio Capodacqua, e se mi permettete..EVVIVA (a caratteri CUBITALI), l'UOMO FILIPPO SIMEONI, ex-professionista e vincitore del campionato italiano dei prof...che se vi ricordate bene ebbe il grosso merito...(e qui mi fermo-altrimenti sai...quante...)..
Francesco Conti - Jesi (AN)
PER harlock !!!!
7 agosto 2012 17:41matteo51
SCUSAMI TANTO MA RIESCI A SPIEGARMI COME RAGIONI? COSA PENSI?
SEI IL CLASSICO ITALIANO CHE COLPEVOLIZZA PRIMA DI ACCERTARE LE COSE...
NIBALI POTRà ESSERE ANDATO A S.MORITZ...MA DA LI A DIRE CHE ERA DA FERRARI SAI QUANTA STRADA HAI DA FARE...E COME DIRE ALLORA CHE TUTTI COLORO CHE PRATICANO SPORT E VANNO A S.MORITZ IN VILLEGGIATURA (COMPRESO ME)SONO ANDATI DAL DOTTOR FERRARI!!!!
VUOI VEDERE CHE RISCHIO DI ESSERE SQUALIFICATO PURE IO...O ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI...!!!!!
MA SMETTIAMOLA DI FARE DEL QUALUNQUISMO GRATUITO...TI METTO SUL SOLITO LIVELLO DEL GIORNALISTA CHE IERI SERA HA INFAMATO IL CICLISMO IN RAI SOLO PER DIFENDERE IL SUO AMICO O COME DETTO DA LUI QUASI FRATELLO MINORE ALEX...
MA PERCHè NON TI DAI AL CALCIO...LI PUOI PARLARE COME VUOI INCOLPARE CHI VUOI TANTO NON TI ASCOLTA NESSUNO...SONO TUTTI IPOCRITI COME TE...
SALUTI MATTEO
Per poter commentare i post devi esser registrato.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.
Successo di Gianluca Cordioli nella 30esima edizione del Gran Premio San Luigi tradizionale traguardo infrasettimanale per dilettanti che si è svolto a Caselle di Sommacampagna nel Veronese. Per il corridore mantovano, classe 2001, è la seconda affermazione dopo Volta Mantovana:...
Si apre un nuovo capitolo per uno dei corridori più determinanti della sua generazione: Remco Evenepoel indosserà la maglia Red Bull – BORA – hansgrohe a partire dalla prossima stagione. LA VOCE DELLA REB BULL BORA HANSGROHE. Il fenomeno belga...
Successo francese nella seconda tappa del Tour de Pologne, la Hotel Gołębiewski Karpacz - Karpacz di 149, 4 km: a sfrecciare per primo sul traguardo all'insù è stato infatti Paul Lapeira della Decathlon AG2R La Mondiale Team che ha preceduto...
Finale col brivido nella prima tappa della Vuelta a Burgos 2025. La frazione che partiva da Olmillos de Sasamón e terminava al Castillo di Burgos si è conclusa con una volata in salita (l'ultimo chilometro saliva al 5%), vinta da Roger...
Si è spenta oggi, dopo brevissima malattia, nella sua casa di Palù di Giovo, la signora LINA PELLEGRINI in SIMONI, la mamma di una delle glorie ciclistiche della località trentina, quale Gilberto Simoni, vincitore di due Giri d’Italia, oltre a...
Reduce da un Tour de France deludente concluso con un ritiro, Enric Mas si è sottoposto ad accertamenti: a seguito delle ultime visite mediche e degli esami effettuati, al corridore delle Isole Baleari è stata diagnosticata una tromboflebite alla gamba...
Il Team Biesse Carrera Premac è lieto di annunciare l'arrivo per la stagione 2026 del corridore Nicola Zumsteg. Nato il 3 gennaio 2006, Zumsteg è un atleta svizzero che sta attualmente indossando la maglia del Velo Club Mendrisio, società con...
La Commissione Etica dell'UCI – un organo che agisce in modo indipendente dall'amministrazione della Federazione Internazionale – annuncia le sue decisioni nei casi che coinvolgono due alti funzionari della Federazione Ciclistica Bulgara (BCF): il Presidente Evgeniy Balev Gerganov e il...
È un grande colpo doppio quello messo a segno dalla Unibet Tietema Rockets: il team francese ha infatti ingaggiato per le prossime due stagioni il velocista olandese Dylan Groenewegen ed il pesce pilota Elmar Reinders. I due corridori, entrambi classe...
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi e anche il fortissimo sole estivo potrebbe darvi meno noie di quanto pensiate. MAAP ha nella sua gamma una maglia che...