| 06/12/2005 | 00:00 Poco piu' di un mese fa Charly Gaul era tornato sul monte Bondone per inaugurare due targhe poste all' inizio e alla fine della salita che l' 8 giugno 1956 lo vide protagonista di un' epica tappa. Ad accoglierlo una piccola folla di sportivi, giornalisti e autorita'. Piuttosto malfermo di salute, aveva ringraziato tutti con le lacrime agli occhi. Era il 15 ottobre scorso. Appena sceso dalla macchina, Gaul aveva abbracciato Aldo Moser, il fratello maggiore di Francesco, che in quella tappa massacrante era arrivato decimo. Da allora erano rimasti amici e ogni tanto si ritrovavano a ricordare quella tappa del Giro d' Italia 1956, che da Merano arrivo' al Bondone dopo 242 km e alcuni passi durissimi come il Rolle e il Broccon sterrato. Trento e il Monte Bondone debbono una parte di notorieta' anche a quell'impresa di Gaul ed e' per questo che per celebrare il 50/o della scalata, che cadra' l' anno prossimo, la citta' e gli Amici del Bondone si sono mobilitati per ricordare l' evento sportivo. Una targa color rosa posta all' inizio della salita ha ribattezzato la Strada del Monte Bondone come ''Salita Charly Gaul'', lunga 17,600 km, con 1.375 di dislivello, 38 tornanti e una pendenza media del 7,8%. Un' altra targa e' stata scoperta al termine della salita, in localita' Vason a quota 1.600 metri (anche se quella tappa si concluse qualche chilometro prima, a Vaneze, proprio a causa della neve). Charly Gaul era arrivato a Trento accompagnato dalla moglie e dalla figlia. Le gambe non lo sorreggevano bene e poco dopo aver scoperto la targa si era seduto su una sedia a rotelle. Il viso tradiva la sofferenza, ma nonostante cio' era salito in auto sul Monte Bondone, dove era stato premiato durante una festa in suo onore. E proprio in quell' occasione, l'organizzazione del Giro ha fatto sapere che la prossima edizione della corsa rosa avrebbe fatto tappa sul Bondone, per ricordare, 50 anni dopo, una tappa entrata nella leggenda.
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