GIRO. Basso: finora è andato tutto per il meglio, quindi...
| 21/05/2012 | 17:50 «Sono sereno perché tutto finora è andato nel verso giusto e nei prossimi giorni arriva il terreno che prediligo». Tranquillo, calmo e determinato: Ivan Basso, capitano della Liquigas-Cannondale ha parlato così oggi nella conferenza stampa del secondo giorno di riposo del Giro d’Italia.
«Chi è davanti a me in questo momento lo è con pieno merito. Rodriguez non ha sbagliato nulla, mantenendo una grande costanza di rendimento in tutte le occasioni. Il mio obiettivo, in queste tappe, era quello di non perdere. Ci sono riuscito sempre, tranne che con lui. Non potevo pensare di competere, né per le vittorie di tappa né quando attacca nei finali. Io ho altre caratteristiche e saranno quelle che sfrutterò nelle tappe che mancano, a me più congeniali. Nell’economia di un Giro d’Italia la componente fondamentale è non avere giornate “ni”. Se si riesce a mantenere un rendimento così, vuol dire che la maglia rosa è vicina. Finora è stata una corsa particolare, faticosa e stressante. La tappe che ci attendono superano i 5.000 metri di dislivello e per questo, alla t erza settimana di corsa, i chilometri che ci dividono da Milano saranno molto, molto impegnativi»
Un pensiero poi è rivolto alla squadra: «Si è parlato tanto del nostro modo di correre, del lavoro della squadra, anche con qualche critica. Pareri ovviamente da rispettare, quello che però si ignora, talvolta, è che la nostra è una strategia studiata e pensata, che magari non paga nell’immediato ma che potrà dare i suoi frutti alla distanza».
Sul Giro che manca, Ivan Basso ha le idee chiare: «Le mie progressioni fanno la differenza quando c’è selezione e fanno male grazie al prezioso lavoro della squadra, come quello di Szmyd nei finali, in particolare sulle salite lunghe che ci aspettano giovedì, venerdì e sabato. Non faccio promesse o proclami, però sono certo che questo è l’unico modo che ho per vincere e attaccare i miei avversari. Ho grande rispetto per Rodriguez ed Hesjedal che sono davanti, ma anche per chi mi sta dietro ad una manciata di secondi come Scarponi e Kreuziger. Se Purito manterrà il rendimento di queste tappe, o se qualcun altro attaccherà e si dimostrerà più forte, vorrà dire che vincerà meritatamente. Io però non penso agli altri: voglio solo tr ovare le condizioni ideali per essere il miglior Basso possibile nei tre tapponi che mancano. Il rendimento degli avversari è una variabile che non dipende da me, io devo pensare a sfruttare i miei punti di forza».
Le ultime parole riassumono infine lo spirito con cui è stato, e sarà affrontato, questo Giro d’Italia: «Io e la mia squadra vogliamo conquistare questo Giro d’Italia e faremo tutto il possibile per riuscirci. Se così non sarà, vorrà dire che qualcuno è stato più forte ed avrà vinto per merito proprio, non per demerito nostro. Noi avremo la coscienza a posto sapendo di aver dato tutto: vogliamo correre senza rimorsi e con la certezza che nessuno possa rimproverarci nulla. Lavoriamo a questo obiettivo da mesi, con preparazione e programmazione, sia io che la tutta la squadra, corridori e personale compreso: nessuno potrà dirci che avremo lasciato qualcosa di intentato».
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