ATTACCHI & CONTRATTACCHI. Matrimonio all'italiana

| 06/05/2012 | 16:20
di Cristiano Gatti

Il matrimonio all’italiana tra Scarponi e Cunego sta tenendo banco nelle discussioni di questi primi giorni. L’idea di Saronni – a livello pubblicitario, un genio, a livello tecnico, pure – ha praticamente catalizzato gli interessi sulla Lampre. Nel gioco delle parti, tutti recitano alla perfezione: Scarponi finge d’essere contento della nuova spalla, inserita in squadra a poche ore dal via, Cunego non fa che ripetere di piantarla con le malevole insinuazioni, perché lui vuole solo l’unità di squadra, lo stesso Saronni parla di rafforzamento, perché chi può vantare in squadra due campioni è giusto che li mandi in campo entrambi, senza tante mene mentali.
Sulla decisione di Saronni si è subito formato un bipolarismo netto: chi gli dice che fa bene a tentare lo schema già felicemente collaudato dal duo Basso-Nibali nel 2010, chi invece gli dice che così manda in frantumi l’armonia psicologica di Scarponi. C’è del giusto in entrambe le posizioni, nessuno può negarlo. Però è tipico del bipolarismo doversi schierare da una parte o dall’altra, lasciando perdere le sfumature, ignorando tutti i ma, se, però. E allora, stare con Saronni o stare contro Saronni?
Io faccio la mia dichiarazione di voto: sto con Saronni. Tanto per cominciare, ho la netta sensazione che la vera motivazione della siringata di potenti dosi di Cuneghite vada ricercata soltanto nella condizione di Scarponi. Saronni ha occhio clinico, chiaramente percepisce che lo Scarponi di questa primavera non è quello della primavera scorsa. Una squadra, come la Lampre, che punta tutto sul Giro, non può partire puntando tutto su questo Scarponi. Sarebbe un azzardo, sarebbe un’imprudenza. Meglio prendere qualche brava precauzione. Se poi Scarponi rifiorirà a nuova vita, nessun problema ad assisterlo in tutto e per tutto. Ma se poi Scarponi si confermerà in calo, molto meglio avere un’alternativa, magari non proprio per la maglia rosa di Milano, comunque di vertice, comunque di valore.
Confermo e sottoscrivo: al posto di Saronni, avrei fatto tutte le stesse mosse. Anche se Scarponi la prende male, anche se Scarponi sbrocca. Dirò di più. Fossi Saronni, sarei ancora più carogna. Cioè non permetterei mai a Scarponi di usarmi – io Saronni – come comodo alibi per le sue sconfitte. Lo dico subito perché già leggo sui giornali e sento dai palchi televisivi dei discorsi per niente belli. Cose del tipo “con Cunego vicino, Scarponi non è più tranquillo”, “con questa scelta di Saronni, Scarponi non è più sereno”, “senza la totale fiducia della squadra, Scarponi non può rendere al massimo”.
Queste belle teorie hanno tutta l’aria della scusa precostituita. E’ come se Scarponi avesse già in tasca una cambiale in bianco, un’assoluzione preventiva, qualcosa che lo scarica già di qualsiasi responsabilità, nel caso disgraziato del fallimento. Anche in questo caso, voglio essere più carogna di Saronni, parlando subito chiaro: se Scarponi perderà, se Scarponi resterà schiacciato da tutte queste pressioni, la colpa non sarà di Saronni. Sarà solo di Scarponi. Altro che alibi e cambiali: sarebbe una condanna pesante. Il verdetto spietato direbbe più o meno così: il campione Scarponi non è campione come diceva d’essere. E’ un corridore fragile che va subito in frantumi davanti alle prime responsabilità. Ovviamente gli auguro caldamente di evitare una simile sentenza. La eviti.

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COMMENTI
dico la mai
6 maggio 2012 17:48 AERRE56
se saronni ha fatto questa scelta avrà le sue ragioni, ma temo che con scarpe e scarponi non si vincono i... gironi. magari damiano tornasse ciò che è stato tanti anni fa: un corridore da giri. ne avremmo bisogno.

io

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