Gavazzi: con la Lpr voglio dimenticare tutte le amarezze

| 17/11/2005 | 00:00
"Affronto questa nuova avventura con grande entusiasmo e determinazione. Ho scelto il team Lpr perché sono convinto che sia la squadra ideale per un giovane che vuole crescere ed affermarsi nel mondo del professionismo". Le prime parole di Mattia Gavazzi sono un mix di ambizioni ed umiltà. Il figlio d'arte, ventiduenne velocista doc, è l'ultima scommessa del team Lpr: "E' un giovane che ci ha convinto, prima di tutto, sotto l'aspetto umano - spiega il team manager Omar Piscina - è un corridore che, secondo noi, ha ancora tutto da dimostrare, ma confidiamo nella sua grande voglia di emergere e nelle sue qualità che, a nostro avviso, sono già importanti. Mattia ha le doti per battersi con i migliori velocisti al mondo e noi vogliamo offrirgli la possibilità di farlo". Sullo sfondo l'eredità pesante di Danilo Napolitano: "Lui ha fatto grandi cose - spiega Gavazzi junior - ha vinto tante corse, alcune di grande prestigio. So che, su di me, la squadra ripone grande fiducia, ma le pressioni non mi spaventano. Napolitano, tra i dilettanti, l'ho battuto più di una volta, per cui - anche se il primo anno non potrò fare sfracelli - il confronto con lui non mi spaventa". "La scelta del team Lpr - continua Mattia - è stata molto oculata. Due anni fa ero Mattia Gavazzi che aveva vinto quattordici gare in una stagione ma, dopo la squalifica, la maggior parte delle squadre che mi corteggiavano è sparita. Omar Piscina è stato uno dei pochi a dimostrarmi la sua fiducia, per cui il mio obiettivo, nella prossima stagione, sarà non tradire quella fiducia". "Il team Lpr - continua Gavazzi - ha dimostrato, con i risultati, di essere una delle realtà emergenti del ciclismo mondiale. Tutti mi hanno parlato benissimo dell'ambiente e le prime impressioni vanno esattamente verso quella direzione. Il nome Gavazzi? E' un'eredità ingombrante, perché giornali e tifosi ti guardano e ti giudicano sempre con un occhio particolare. Le pressioni sono maggiori, ma è da quando sono salito per la prima volta su una bicicletta che convivo con questa situazione. Ormai ci ho fatto il callo, per cui non mi dà fastidio. Anzi, se devo essere sincero, non posso negare che, questo cognome, nel mondo del ciclismo, mi ha molto agevolato". "So che questa sarà una stagione fondamentale per me - conclude Mattia - voglio lasciarmi alle spalle tutte le amarezze dell'ultimo anno. Ho solo ventidue anni e tanta voglia di crescere. Adesso dipende solo da me".
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