Tonkov scrive ai tifosi: mi ritiro e vi ringrazio

| 19/10/2005 | 00:00
Con una accorata lettera indirizzata ai suoi tifosi e pubblicata sul suo sito - www.paveltonkov.org - Pavel Tonkov ha annunciato il suo ritiro dal ciclismo agontistico. Ecco la sua lettera: «Ho avuto una lunga vità in bici, una lunga e bella carriera. Sono molto soddisfato e ringrazio il ciclismo per tutto quello che mi ha datto. Adesso devo lasciare il mio posto per i giovani che arrivano. Il Giro di Lombardia è stato la mia ultima gara. Mi è dispiaciuto perché non è facile lasciare questo mestiere. E non ci volevo pensare. Nella mia testa volevo rimanere corridore fino all'ultimo momento. Non ho anche voluto annunziare il mio ritiro prima, perché non mi sembrava giusto. Non sono come Armstrong che può vincere la sua ultima gara prima di ritirarsi. Io ho 37 anni e non potevo vincere questo Giro di Lombardia, anche se era la mia ultima gara importante. Non ho voluto neanche organizzare una festa, perché sarebbe stato ancora più difficile per me. Avrei sentito che qualcosa era finito. Per me, invece, niente è finito. Non posso lasciare così uno sport che mi ha datto tanto. Lascio solo il mestiere di corridore, non il ciclismo. Guardo sempre verso il futuro e il mio futuro lo vedo sempre nell'ambiente ciclistico. Ho già tante idee in mente: per esempio mi piacerebbe avere una mia squadra. Voglio utilizzare al meglio tutta l'esperienza che ho acquisto nel ciclismo. La mia ultima vittoria, l'ho raccolta in Spagna, sulle strade dove mi alleno. Mi ha fatto molto piacere vincere vicino a casa mia e davanti alla mia famiglia. Ma mi ricordo bene di tutte le mie altre vittorie, dal Mondiale junior di Bergamo, nel '87, al mio ultimo successo di tappa sul Giro d'Italia, nel 2004. E molte volte mi hanno chiesto perché in quella occasione avevo fatto quello l'ormai famoso gesto dell'ombrello. Era solo un moto di rabbia contro i giornalisti che non mi consideravano più un protagonista. Quel gesto, l'ho fatto solo per un senso di giustizia personale. Della mia carriera ricordo tante belle cose e non ho un ricordo più bello di altri. Dico solo che voglio regalare le mie vittorie a tutti i tifosi di questo sport, perché, per me, se non ci fossero i tifosi non ci sarebbe il ciclismo. In gara ho sempre avuto un pensiero per tutta quella gente che ci aspettava per ore, sotto il sole o la pioggia, e io pensavo "poveretti". Perché, la più bella cosa, nel ciclismo, è la passione che unisce i corridori ed i tifosi. È proprio così, il ciclismo è uno sport di passione. Alla fine il mio pensiero va verso i giovani e mi fa piacere il fatto che molti ragazzi mi hanno detto che si sono interessati al ciclismo grazie a me, perché mi hanno visto correre. E questi complimenti mi hanno sempre fatto molto piacere. E se il mio impegno ha portato ad alcune vocazioni, vuol dire che la mia carriera è andata al di là delle mie speranze. A tutti i giovani che vogliono iniziare nel ciclismo, voglio dire di avere patienza, di imparare, di ascoltare i genitori e il direttore sportivo che insegna nel loro club, di considerarlo come un professore. Ringrazio tutti. Dico solo arrivederci, non addio». Pavel Tonkov
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