DA TUTTOBICI. Vegni: Giro 2010-2012, sovrapponibili

| 28/01/2012 | 09:15
Non l’ha interamente disegnato lui, ma lo sente pro­fon­da­mente suo. Soprat­tutto, Mau­ro Vegni, nuovo responsabile tecnico del Giro d’Italia, sente la necessità di difendere a spada tratta il tracciato 2012. «Credetemi, quello di quest’anno è un Giro tutt’altro che sem­plice, tutt’altro che scontato e ho trovato profondamente ingiuste le critiche che ci sono piovute addosso all’indomani della presentazione della corsa rosa - ci dice -. Certo, fa parte del gio­co, le critiche costruttive sono più che ben accette, ma ci terrei a dire la mia e soprattutto mi piacerebbe poter spiegare perché questo Giro non è poi così male. Anzi, se posso ve la dico tutta: vi è piaciuto il Giro 2010? Bene, quello di quest’anno secondo me è l’esatta co­pia: potrebbero essere quasi sovrapponibili. Cyclingnews, il sito internet più visitato al mondo, due anni fa premiò la corsa rosa vinta da Ivan Basso come la più bella del mondo. Se quella è sta­ta la più bella del mondo, quella di quest’anno è sulla stessa linea d’onda. Non ci credete? Se mi date un po’ di spazio, ve lo dimostro».
Spazio concesso, quando vuole può iniziare la sua spiegazione. Può prendersi il tempo che vuole e soprattutto partire da dove vuole lei.

Herning - Herning
«Facciamo una premessa. Il Giro del 2011 è stato particolare. Una corsa mol­to dura, molto faticosa anche per i trasferimenti, per via dei 150 anni del­l’Unità d’I­ta­lia che andavano celebrati degnamente come di fatto è stato. Pur­troppo pe­rò la corsa è stata davvero strong, tanto è vero che già alla dodicesima tappa abbiamo perso quasi tutti i velocisti. Quindi dal punto di vista tecnico, ho messo a confronto il Giro 2010 con quello che si correrà quest’anno, perché ritengo che i due percorsi si assomiglino moltissimo. Nel 2010 siamo partiti dall’Olanda e quest’anno partiremo dalla Danimarca: dal punto di vista geografico e orografico le due nazioni sono molto simili. Quin­di andiamo per ordine: le prime cinque tappe si equivalgono. Nel 2010 siamo partiti con un cronoprologo da Am­sterdam e quest’anno faremo la stessa cosa ad Herning: tecnicamente simili. Anche le prime due tappe sono tecnicamente molto simili, niente di diverso, si equivalgono. Le difficoltà potranno venire dalle strade strette della campagna danese, dalle tante rotonde che affronteremo e dal vento che potrebbe incidere come ha inciso due anni fa in Olanda».

Cronosquadre di Verona
«Rientriamo in Italia con una cronosquadre a Verona, che è perfettamente sovrapponibile con la cronosquadre, sempre alla quarta tappa, da Savigliano a Cuneo, vinta due anni fa dalla Li­quigas».

Modena - Fano

«La quinta tappa è assolutamente so­vrapponibile alla Novara-Novi Ligure di due anni fa».

Urbino- Porto Sant’Elpidio
«La sesta tappa di quest’anno è certamente più insidiosa rispetto alla Fi­den­za-Marina di Carrara. Al di là di tutto, l’entroterra collinare marchigiano presenta degli strappi corti ma molto duri con pendenze importanti. Anche l’ar­riv­o di Porto Sant’Elpidio non è così semplice o banale, perché prima di ar­rivare sul mare, ci sarà da affrontare un altro strappo molto duro. Quindi, credetemi, questa tappa farà molto male: punto a favore per il Giro di quest’anno».

Recanati - Rocca di Cambio

«La settima tappa non è assolutamente facile. Dal punto di vista altimetrico è certamente più impegnativa della tappa Carrara-Montalcino, anche se quella del 2010 si rivelò poi una tappa più importante del previsto non solo per lo sterrato ma soprattutto per le condizioni ambientali che resero epica una frazione che era da considerare difficile ma non difficilissima. Allora cosa dico? quella di due anni fa più difficile, ma non sottovalutate quella di quest’anno».

Sulmona - Lago Laceno
«L’ottava tappa del Giro 2010 finiva sul Terminillo: non ho problemi a riconoscere che non è paragonabile a quella di que­st’an­no, an­che perché quello era un vero arrivo in salita mentre quest’anno finiamo su un altopiano. Ma guai a sottovalutare questa tappa che è preceduta da una frazione piuttosto difficile e chiamerà i corridori a misurarsi su pendenze im­portanti, con uno strappo molto insidioso prima di arrivare su a Lago La­ceno. Qui si conclude anche la prima settimana di corsa, da quello che emerge è una grande sovrapposizione con una sola tappa più dura ri­spetto al Giro di quest’anno».

S. Giorgio Sannio - Frosinone
«Nona tappa, inizia la seconda settimana. Rispetto allo scorso anno voglio dare un po’ più di spazio ai velocisti. Tappa facile quest’anno, tappa facile due anni fa (Frosinone-Cava dei Tir­reni, ndr)».

Civitavecchia - Assisi
«Dopo una bella frazione sulla carta adatta ai corridori veloci, la decima è di gran lunga più selettiva di quella di due anni fa (Avel­li­no-Bitonto, ndr). Ma non voglio esagerare e dico che sono uguali, anche se l’ar­rivo di Assisi è certamente molto più ostico e faticoso».

Assisi -Montecatini Terme
«Undicesima tappa: sicuramente più du­­ra quella di due anni fa (Lucera-L’A­qui­la), che per mille e più ragioni si rivelò anche più dura di quanto la strada potesse dire: nubifragio, fuga “bidone” dei cinquanta corridori, fraintendimenti… Punto a favore per il Giro 2010 e siamo a +2».

Seravezza - Sestri Levante
«La dodicesima tappa di quest’anno è di gran lunga più dura e selettiva rispetto a quel­la di due anni fa (Città Sant’An­ge­lo-Porto Recanati, ndr). La frazione del 2012 presenta strappi importanti, proprio per selezionare il gruppo visto e considerato che non ci possiamo permettere un arrivo a Sestri con il gruppo compatto per ragioni di sicurezza. Quin­di, vi assicuro, tappa molto dura, che sarà bene non sottovalutare: se fossi un direttore sportivo io i miei corridori li porterei a visionare questa frazione. Giro 2010 +1».

Savona - Cervere
«La tredicesima tappa è una frazione facile. Se quella di due anni fa, la Porto Re­ca­na­ti-Cesenatico, era una tappa per at­taccanti, quella di quest’anno sarà per velocisti. In pratica si equivalgono».

Cherasco - Cervinia
«Due anni fa avevamo la Ferrara-Aso­lo, con dentro solo il Monte­grappa. Noi quest’anno proponiamo una frazione con due salite molto im­portanti. Prima il Col de Jeux e poi l’arrivo lun­go e spezza gambe - di rapporto - per arrivare a Cervinia. Se­condo me, quella di quest’anno è mol­to più dura e pensante. Giro 2010 e 2011 pari».

Busto Arsizio -Pian dei Resinelli
«Chiudiamo la seconda settimana con una tappa dura, ma certamente non paragonabile alla Mestre-Monte Zon­colan di due anni fa, quindi punto a favore del Giro 2010. Se date un’oc­chiata alla tabella che è stata preparata, resta sempre e so­lo una tappa in più in favore del Gi­ro 2010: + 1. Andiamo avanti».

Limone sul Garda - Falzes
«Siamo all’ultima settimana di corsa. Premessa: visto che non c’è più la classica passerella per velocisti a Milano, in questa ultima settimana una tappa per velocisti l’abbiamo fortemente vo­lu­ta. La sedicesima giornata di quest’anno è una buonissima tappa, tutt’altro che facile, molto dura per via dei rapporti lunghi che si useranno, ma non è certamente paragonabile alla cronoscalata di Plan de Corones: punto in più in favore del Giro del 2010 che pas­sa a +2».

Falzes - Cortina d’Ampezzo
«Due anni fa la Brunico-Pejo fu poca cosa rispetto a quella di quest’anno, che è di gran lunga più dura con la scalata di cinque passi e il Giau nel finale, che si ergerà come salita più importante della giornata. Quindi + 1 per il Giro 2010».

San Vito di Cadore - Vedelago

«Tappa per velocisti quest’anno, tappa per velocisti quella di due anni fa (Le­vico Terme-Brescia, vittoria di Greipel, ndr): siamo a pari».

Treviso - Alpe di Pampeago
«Ultime tre tappe di un Giro che per me è molto più equilibrato rispetto a quello di un anno fa. La mia speranza è che nelle ultime tre tappe ci siano ancora due/tre corridori a giocarsi una corsa che nel 2011 in pratica si era già decisa sull’Etna. Due anni fa avevamo la Brescia-Aprica, quest’anno abbiamo una tappa che è molto ma molto più dura, e quello che mi dispiace è che nessuno l’abbia presa davvero in considerazione in sede di presentazione. Al­lora mi spiego meglio: un certo Marco Pantani, su una salita co­me l’Alpe di Pampeago riusciva a dare dei minuti di distacco facendo solo il Manghen e arrivando su a Pampeago. Quest’anno facciamo il Manghen, tutto il Pam­pea­go fino al passo, proseguendo per altri tre chilometri, arriviamo su in cima. A quel punto scolliniamo e an­diamo a fare il Lavazzé, poi riscendiamo e rifacciamo Pampeago. Insomma, tappa davvero a cinque stelle. Cre­de­te­mi, se uno ci crede, in una tappa così si possono provocare distacchi che non fai nemmeno sullo Zoncolan, perché sulle grandissime pendenze mi insegnate che i distacchi sono sempre molto ridotti: perché tutti, più o meno, su un muro ci si equivale, non ci possono essere grandi differenze. Per la cronaca, a questo punto Giro 2010 e Giro 2012 sono alla pari».

Caldes Val di Sole - Stelvio
«Siamo alla penultima tappa. Due anni fa Bormio-Ponte di Legno, con il Ga­via, fatto da Santa Caterina, poi Tonale con arrivo in quota: grande tappa ma che non ha nulla da invidiare a quella di quest’anno. Dico solo Mortirolo e Stelvio. Molti hanno scritto che il Mor­tirolo è un “tarocco”: non è così. Ha le stesse pendenze di quello affrontato dalla parte di Mazzo. E vi dirò di più, ci sono dei lavori che dovranno essere fatti per affrontare il Mortirolo da questo terzo versante, ma se non saranno eseguiti nei tempi e nei modi giusti, af­fronteremo il Mortirolo di sempre, con l’arrivo sullo Stelvio. Potrei dire che questa tappa nulla ha a che vedere con quella di due anni fa, ma voglio essere buono e dico che sono pari».

Milano - Milano
«Due anni fa una crono, quest’anno una crono. Pari. Un paio di considerazioni: chilometri totali del Giro di quest’anno 3.476, contro i 3.469 di quello vinto da Basso. Dislivello di quest’anno 39.870, contro i 35.670 di quello vinto da Basso (46.500 il dislivello del 2011, ndr). È vero che poi sono i corridori a rendere più o meno dura una cor­sa, ma è altrettanto vero che alla vi­gilia di uno dei Giri più belli degli ultimi anni, non sapevamo assolutamente come sarebbe stato corso. Diciamo che c’è terreno per rendere anche questo Giro un gran bel Giro. Certo, se poi lo confrontiamo con quello corso un anno fa non c’è partita, ma volutamente ab­biamo cercato di rendere questo Giro più umano, meno esasperato, ma ugual­mente carico di contenuti tecnici e terreno per potersi sbizzarrire e fare la differenza».
Insomma, un Giro per fare la differenza senza differenze: come quello di Bas­so.
«Esattamente».
Vincerà Basso?
«Non ci andrà lontano…».

da tuttoBICI di gennaio a firma di Pier Augusto Stagi
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