DA TUTTOBICI. Lampre, il grande dubbio di Scarponi

| 26/01/2012 | 08:44
Giro, Tour o Giro e Tour? Mi­chele Scarponi e lo staff tecnico della Lampre Isd non hanno ancora sciolto l’enigma e probabilmente lo faranno solo a stagione in corso. Della scelta il corridore marchigiano e i suoi tecnici ne hanno parlato all’inizio di dicembre nel mini raduno di Boario, ne riparleranno a San Vincenzo nel primo ritiro del 2012 che comincerà il 14 gennaio, ci rifletteranno probabilmente fino alla vigilia del Giro di Sardegna, che a fine febbraio rappresenterà l’esordio stagionale di Michele.
Giro, Tour o Giro e Tour? Michele ci sta pensando, in casa Lampre Isd an­cor di più. «Se Scarponi starà bene - conferma Roberto Damiani, team ma­nager della società brianzola - la scelta sarà facile, anche perché Michele è un corridore estremamente determinato, convinto delle proprie forze e deciso a lottare per grandi risultati. L’idea del Tour ce l’ha sempre avuta, quest’anno è venuta alla ribalta in maniera prepotente dopo che si è risentito un po’ per essere stato trattato con poco rispetto quando si è parlato di Giro d’Italia, quasi fosse un corridore qualsiasi e non il miglior ciclista italiano del 2011, capace di essere grande protagonista nelle ultime stagioni della corsa rosa».
Prima di analizzare i pro e i contro della scelta, ci aiuta a capire quale sarà l’av­vicinamento di Michele ai Grandi Giri?
«Proprio in virtù della scelta che an­dremo a fare, abbiamo deciso di alleggerire un po’ la prima parte della sua stagione. Lo vedrete al Giro di Sar­de­gna e e poi speriamo competitivo alla Tirreno-Adriatico, una corsa alla quale tiene molto. Dopodiché si comporrà la coppia Cunego-Scarponi per affrontare il Giro dei Paesi Baschi e le classiche delle Ar­denne».
Una coppia che non scoppia?
«Tra questi due campioni non c’è rivalità, ma un grande spirito di collaborazione. Che speriamo possa portarci grandi risultati in primavera. Aggiungo anche che accanto a loro ci sarà Diego Ulissi che in certe corse del Nord sarà il capitano e che comunque avrà l’occasione di imparare molto da due elementi esperti come Damiano e Mi­chele».
Torniamo a Scarponi e al Giro d’Italia. Quali i pro e i contro della corsa rosa?
«Il Giro è da sempre la corsa dei sogni per Michele, gli si addice per le sue caratteristiche, dal punto di vista tecnico sarebbe la scelta più logica e poi per gli italiani il Giro ha un sapore sempre particolare. Di contro, però, non è certo entusiasmante affrontare una corsa rosa nella quale devi vincere “perché non c’è nessun altro”, soprattutto se poche settimane più tardi scatta un Tour de France nel quale puoi essere grande protagonista».
Stessa domanda per la Grande Boucle: quali i pro e quali i contro dello scegliere la Francia?
«Il Tour è il Tour. E vi assicuro che la frase è molto meno banale di quanto possa sembrare. Personalmente penso che ci sia un calendario mondiale e poi una corsa “hors categorie”, per dirla alla francese, cioè il Tour. Nel campo dei “contro” c’è solo la volontà di concentrarsi esclusivamente sul Giro d’I­talia e quindi uscire logorati dal punto di vista psicofisico dalla corsa rosa. A far pendere la bilancia dalla parte del sì, invece, c’è il tracciato di un Tour de France che riteniamo adattissimo a Michele. Non solo, a livello di squadra ci solletica molto l’idea di andare in Francia con un team forte di Scar­po­ni, Cunego e Petacchi».
Ma Michele non teme i 100 chilometri di crono in terra di Francia?
«Vi rispondo con una domanda: se Ni­bali viene - giustamente - considerato un ottimo cronoman e un uomo da Tour, perché non dovrebbe godere di al­trettanta considerazione Michele? Nel­la crono finale del Giro di quest’anno, Nibali ha staccato Scarponi di ap­pe­na 10 secondi e in salita Michele ha sempre avuto la meglio, quindi...».
Terza e ultima possibilità di scelta: disputare Giro e Tour. Si può fare?
«Io sono sempre stato convinto della possibilità di correre entrambi ad alto livello. E su questa scelta potrebbe influire anche il fatto che quest’anno il Giro d’Italia sarà sicuramente meno duro rispetto a quello del 2011. Quella corsa durssima ha finito per pesare su tutti coloro che l’hanno disputata e per condizionare la seconda parte della stagione di corridori come Contador, Scar­poni e Nibali. Ma in generale fare il bis è possibile, l’importante è riuscire a recuperare a livello psicofisico tra le due corse con una buona gestione del mese che le separa. Certo, il discorso cade se un corridore esce in condizioni non perfette dal Giro d’Italia: allora an­dare in Francia per portare in giro la bicicletta non sarebbe utile per nessuno».
C’è ancora qualcosa che non conosciamo di Scarponi?
«Che è un ragazzo dalla sensibilità in­nata ma nascosta. Spesso ricorre alle battute e al sorriso per mascherare i suoi pensieri. Scherzando gli ho detto che assomiglia a un “rododendro”. E sono sicuro che in questi giorni si sta rodendo proprio sulla scelta da operare, sul grande giro da affrontare...».

da tuttoBICI di gennaio a firma di Paolo Broggi
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