IL GAZZETTINO. Andrea Pinarello poteva essere salvato

| 02/11/2011 | 09:49
Omicidio per colpa medica: potrebbe essere questo, anche se sarà difficile dimostrare il nesso di causa, l’esito dell’inchiesta, coordinata dal pm goriziano Valentina Bossi, che vuole chiarire perché Andrea Pinarello è morto a 40 anni e se ci sono responsabili.
L'imprenditore e manager sportivo, terzogenito del capitano d’industria Giovanni (il marchio Pinarello è conosciuto in tutto il mondo da quanti praticano il ciclismo o amano la bicicletta, ndr) è deceduto il 3 agosto dopo aver tagliato il traguardo della tappa inaugurale del Giro del Friuli per cicloamatori a Staranzano (Gorizia).
In verità i nodi da risolvere sono ancora molti. A giorni sarà depositata la perizia medico legale (e tossicologica) ordinata dal pm Bossi. Indiscrezioni? I medici legali Cristina Furioso dell’Università di Padova (per la Procura) e Francesco Munari (per la famiglia Pinarello, che è assistita dall’avvocato Roberto Campion) avrebbero escluso che a stroncare Andrea Pinarello sia stato un infarto (patologia improvvisa). Secondo i medici il cuore di Andrea si sarebbe fermato per una causa legata a una patologia per la quale era già stato in cura: un’aritmia cardiaca. Se questa fosse la risposta, sarebbero almeno 4 le ipotesi di lavoro per la Procura di Gorizia.
Ricercare le responsabilità colpose nel medico che rilasciò il nulla osta all’attività ciclistica ad Andrea Pinarello (competenza di Treviso) o dei medici milanesi del San Raffaele che, nel 2010, lo curarono risolvendo (risulta dalla cartella clinica) l’aritmia cardiaca diagnosticata del manager. Essendo però l’eventuale condotta fuorilegge (morte colposa conseguenza di altro reato) avvenuta altrove, dovrebbe trasferire l’inchiesta ad altra Procura per competenza territoriale. La terza ipotesi? La relazione medico legale, pur evidenziando "dubbi", potrebbe non evidenziare l’esistenza di irregolarità mediche penalmente convincenti. Il risultato? L’archiviazione dell’inchiesta. C’è, infine, una quarta possibilità. Il pm Bossi, ritenendo che un defibrillatore (pur presente all’arrivo della corsa, ma rivelatosi inutile per salvare Andrea) avrebbe potuto scongiurare la morte di Andrea Pinarello, potrebbe decidere di tenersi l’indagine, andando a ricercare le responsabilità "nell’organizzazione" del Giro del Friuli per cicloamatori e, a strascico, coinvolgere altri soggetti che ebbero in cura il manager sportivo.
In ogni caso la famiglia Pinarello che «voleva chiarezza al 110%», ha già ottenuto la prima angosciante risposta: forse Andrea avrebbe potuto essere salvato.

da Il Gazzettino a firma di Roberto Ortolan
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