Di Luca: l'Italia ha sprecato l'occasione. Io punto al Lombardia

| 28/09/2005 | 00:00
''Il mondiale di Madrid? Una grossa occasione mancata per la nazionale italiana ma sull'operato del tecnico Ballerini non aggiungo altro anche se non mi ha mai spiegato il perche' della mia mancata convocazione'': il leader del Pro Tour Danilo Di Luca ha fatto trapelare insoddisfazione per la sua assenza nella gara iridata. Deluso ma prudente, Di Luca, che gia' un anno fa venne escluso tra le polemiche dal commissario tecnico toscano dalla nazionale per le Olimpiadi di Atene, non ha nemmeno commentato un possibile cambio sulla panchina azzurra che le voci post- mondiale danno per molto probabile: ''Non so se sara' nominato qualcuno al posto dell'attuale citti' ma ribadisco di non voler rendere pubblica alcuna dichiarazione. Sono concentrato soltanto sulla conquista del successo nella classifica finale del Pro Tour. Mi manca davvero pochissimo alla sicurezza matematica ma tra Campionato di Zurigo di domenica prossima, Parigi-Tours e un durissimo Giro di Lombardia, con Cunego e Boogerd sicuri protagonisti, dovro' dare il massimo per conservare questa maglia di leader''. Il capitano della Liquigas-Bianchi ha dato infine un giudizio positivo sull'introduzione della challenge UCI: ''Sono in testa a una graduatoria veritiera come mai in passato: se precedo tutti i migliori a partire da Boonen e Armstrong significa che la classifica tiene conto davvero dei valori reali in campo internazionale. L'anno prossimo sara' comunque il Giro l'impegno a cui improntare la mia stagione''. E sulla prova di domenica a Zurigo aggiunge: “Potrebbe bastarmi un buon piazzamento ma non correrò da ragioniere. Se ne avrò l'opportunità, proverò a cogliere il risultato pieno. Vorrei fare definitivamente mia la maglia bianca per poter disputare l'ultima classica, il Giro di Lombardia, concentrandomi unicamente sul successo di giornata». Al suo fianco nella Liquigas Bianchi ci saranno Dario Andriotto, Michael Albasini, Patrick Calcagni, Mauro Gerosa, Vladimir Miholjevic, Andrea Noè e Charles Wegelius.
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